Gatto Mo e gli amici del bosco, dell’autrice e illustratrice coreana Yeonju Choi, era stato nominato al Braw nell’ultima edizione della Bologna Children’s Book Fair. L’edizione coreane si presentava come un piccolo libretto con la copertina telata, finemente illustrato e accompagnato dalla scrittura coreana, con il suo aspetto lindamente artistico.

Feltrinelli, a quasi un anno di distanza, porta finalmente questo gioiellino in Italia, ingrandendo di poco il formato e optando per una copertina cartonata, indirizzandolo, in questo modo, - in modo, a mio avviso, condivisibile - ai primi lettori.

I colori appoggiati delicatamente su una fittissima trama di tratti caratterizzano le illustrazioni di molti artisti orientali (a partire da Mitsumasa Anno) e certamente attribuiscono a queste pagine il loro accento unico. La precisione millimetrica e il movimento costante che l’irregolarità dei segni innesca, attivano sensorialmente il lettore che sentirà il frusciare del vento, lo scalpiccio sulle foglie, il respiro placido del fiume… A questo si aggiunge il clima emotivo, compìto e attento, tipico delle storie orientali, che colpisce per una cortesia calma ma calorosa.

Gatto Mo, il protagonista di questa storia, ci accompagna in un mondo boschivo che certamente si rifà agli universi dettagliati di Beatrix Potter e Jill Barklem, con riferimenti neanche così velati anche al mondo di Winnie Puh creato da Milne-Shepard.

«Era notte fonda in un giorno tra l’autunno e l’inverno. Nonno gufo, tornato da un volo, stava sonnecchiando su un ramo»

Ed effettivamente sotto un cielo grigio in un bosco fitto e sferzato dal vento, un gufo, perfettamente ritratto, sonnecchia accanto ad un orientalissimo fagottino, poggiato su un ramo, mentre nella casa sotto la quercia ricurva, «riposava tranquilla la famiglia dei gatti bianchi e neri» tra cui il piccolo Mo che però non riesce a dormire.

Impegnato a cercare di prendere sonno, Mo si affaccia alla finestra e vede una stella o forse una luce sorridente che «pareva dirgli: “Avvicinati!”».

Senza starci troppo a pensare, Mo prende la sua sciarpa e parte alla ricerca di questa stellina in una selva dantescamente oscura.

Durante il viaggio, Mo farà molti incontri e attraverso ciascuno di essi acquisirà un prezioso dono che lo aiuterà. Nonno gufo gli affiderà alcuni strumenti essenziali per l’impresa: una mappa, una borsa e qualcosa da mangiare, oltre alla raccomandazione di stare alla larga dal ferocissimo orso nero del bosco!

Sarà poi la volta delle cince impegnate nella raccolta di cibo, che gli regaleranno un delizioso fagottino di centella al cui interno sono custodite delle more, lo scoiattolo, oltre a dargli qualche dritta sulle presentazioni “come si deve”, gli donerà un cestino di ghiande… tutti si premurano, poi, di allertarlo sul feroce orso nero.

La poetica del cibo come cura e preoccupazione che l’altro possa star bene, amplifica il coinvolgimento del lettore che sensorialmente percepirà il gusto e il profumo di more, mele, funghi, zuppe… e parallelamente amplificherà l’inquietudine al pensiero dell’orso che potrebbe trasformare in pasto il nostro protagonista felino.

Il viaggio fa tappa nella taverna accogliente della Signora Procione e poi si ferma in un incontro esilarante e straniante, in cui gatto Mo fa amicizia con le renne di Babbo Natale che mangiano funghi che le rendono particolarmente euforiche e canterine:

«“I funghi sulla griglia metteremo e il formaggio sceglieremo. Prima che il freddo arrivi tutti insieme li gusteremo”»

Ripartito sotto un acquazzone scrosciante, gatto Mo è ormai sfinito e stanco e si raggomitola contro il tronco di un acero, col chiaro pensiero di voler essere tra le braccia della sua mamma, in una tana calda, con la frittura di pesce che sfrigola al fuoco.

«Proprio allora, nel rumore della pioggia, udì un respiro pesante e un rumore di foglie calpestate. Quel rumore diventava sempre più chiaro e vicino»

Chi sarà mai? Naturalmente è il temibile orso nero che appare: elegantemente vestito di un cappotto patchwork, un garbato ombrellino di foglie e con un una lanterna a forma di stella... forse la stella che ha chiamato Mo?!

Come potete immaginare l’orso è tutt’altro che cattivo e accoglierà Mo nel suo laboratorio di sartoria, offrendogli un tè caldo e un comodo letto in cui riposare.

Yeonju Choi ha una precisione molto suggestiva nel ritrarre i movimenti di Mo, ma anche degli altri animali e degli alberi del bosco. Il tratteggio dona volume alla scena e riesce a riprodurre le diverse superfici (tronchi, piumaggi, manto…), ma rappresenta anche il dinamismo dei movimenti morbidi di Nonno Gufo e un po’ isterici delle mani della Signora Procione che lava tutto il cibo prima di cucinare.

Il testo scritto è molto semplice, quasi sempre monoproposizionale e ampiamente alternato a discorsi diretti. L’asciuttezza mostra il legame con una lingua di partenza molto diversa dall’italiano, questa caratteristica però ne fa un delizioso testo, ideale per primi lettori.

Gatto Mo e gli amici del bosco Yeonju Choi - Giuliana Parziale (traduzione) 168 pagine Anno 2024 Prezzo 18,00 ISBN 9788807924613 Editore Feltrinelli
Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *