È stata una sorpresa ritrovarmi nella quarta di copertina dell’attesissimo seguito de La straordinaria estate della famiglia Bukowski, uscito nel 2021 per i tipi de La nuova frontiera, perché questa storia familiare mi aveva appassionato e attendevo con trepidazione il seguito. Sono quindi stata felice di trovare un estratto della mia recensione come invito a leggere il secondo volume: L’inaspettata eredità della famiglia Bukowski.

Se possibile, questo romanzo supera in bellezza la prima avventura. Se infatti il primo libro era incentrato su un evento centrale come l’estate che i tre fratelli avevano trascorso nella piscina del loro quartiere, questo secondo volume riesce, in modo ben orchestrato, a raccontare un concerto di storie che riescono a stare insieme solo perché si appartiene a una famiglia.

Verso la fine del romanzo Alf, il protagonista undicenne, e voce narrante dice:

«Sei a Berlino e hai appena vinto il tuo incontro. Sei entusiasta. Ma a qualche centinaio di chilometri di distanza c’è una nonna che non riconosce più la sua nipotina. Ci sono miliardi di cose che succedono contemporaneamente. Dappertutto»

Quest’osservazione schietta ci racconta di come l’entusiasmo di Alf per una vittoria sul ring sia mescolato al dolore per la propria ragazza che gli scrive di non essere stata riconosciuta dalla nonna e dà esattamente la cifra di ciò che accade in questa storia, dove tutto quello che succede ai singoli si intreccia in modo normalissimo alla vita di tutte le persone “familiari”.

La forza dei legami familiari era già molto chiara fin dal primo romanzo. Ero rimasta incantata non solo dall’affiatamento dei tre fratelli, ma anche dalla capacità di questa famiglia di sostenersi, farsi coraggio e far fronte ad ogni avvenimento della vita proprio perché insieme. In questo secondo capitolo questa grande forza è ancora più evidente, perché ogni personaggio (mamma e papà compresi) sono considerati e narrati. I fili narrativi sono molteplici e, sebbene l’evento che occupa maggiormente la scena è l’arrivo di un’inaspettata eredità che permette ai genitori di Alf, Katinka e Robbie di realizzare un progetto a lungo accarezzato, aprendo una bottega nel loro quartiere, in realtà le storie che si intrecciano attorno a questo evento sono moltissime.

Alf è impegnato con se stesso, con la boxe, con la scuola e con la sua ragazza Johanna e ci racconterà l’emozione di voler bene a una persona particolare, insieme al brivido del primo bacio. Katinka, con la sua tenacia incrollabile, si dedicherà al suo sogno di bambina e al suo talento, non rinunciando minimamente neanche a un briciolo del suo entusiasmo sopra le righe. Robbie sarà in grado di dribblare ogni considerazione e ogni illazione sulla sua diversità, mostrando al contrario la sua grande empatia e la capacità unica di comprendere il mondo gli altri specialmente nell’incontro con Ella, soprannominata Berretta, una bambina che ha perso la parola da quando suo papà è morto tragicamente. E poi la mamma che lascia la panetteria, il papà che si impegna in una impresa immaginata per anni, lo zio diventato ricco, la famiglia di Johanna e le loro difficoltà, i membri della palestra e i clienti della bottega, ognuno con la sua piccola storia.

Ciò che impressiona maggiormente e si imprime nei lettori come senso generale della narrazione è la fiducia nell’altro, una fiducia vicendevole che permette agli uni di appoggiarsi agli altri. È profondamente edificante vedere come questa famiglia accolga e incoraggi non solo i suoi componenti ma anche gli altri. L’esercizio quotidiano di uno sguardo di accettazione ma anche di curiosa attesa reciproca si riverbera come un’onda anche su quella che non è esattamente la cerchia più ristretta degli affetti. Accade chiaramente con Berretta, che viene accolta in casa dalla famiglia Bukowski che, comunque, è tutto tranne che facoltosa.

Alf è un esempio ben definito di questa capacità di guardare l’altro con una simpatia curiosa: la descrizione dei clienti abitudinari del locale dei suoi genitori è accurata, integrale e sempre priva di pregiudizio.

Questa cordialità è lo specchio di un atteggiamento che l’autore stesso ha per i suoi personaggi e per gli eventi piccoli e grandi che accadono loro. Come nel primo romanzo, infatti, non c’è una gerarchia esatta o una selezione degli eventi narrati: tutto ciò che accade viene raccontato, grande o piccolo evento che sia, proprio perché importante per ognuno dei protagonisti che lo vive.

La depressione, l’autismo, la povertà, la morte, così come le circostanze più banali... tutto è trattato con importanza, tutto è accolto, con una certezza: se uno si impegna nelle circostanze più minute trova un tesoro di soddisfazione che nemmeno si aspettava. Lo zio riceve l’eredità cambiando il pannolone all’anziano vicino, Alf va in palestra ad allenarsi con qualsiasi condizione climatica, Robbie raccoglie le bottiglie di vetro tra i rifiuti... Esemplare, in questo senso, è il fatto che l’autore faccia raccontare ad Alf le sue poesie che sono probabilmente tutto tranne che significative agli occhi di un lettore che non abbia già incontrato la famiglia Bukowski:

«Che buono è il formaggio, che buone le ciliegie, 

ma buona più di tutto è la cioccolata.

Che buona la mia colazione, 

me la sono appena mangiata»

In questo libro, apparentemente semplice, c’è tutto: c’è la vita, vissuta nella sua sorprendente banalità, c’è l’amore nella sua fragile potenza, c’è la malattia nella sua misteriosa realtà, c’è la morte nella sua naturale presenza, ci sono i progetti sul futuro e le difficoltà del presente, c’è il talento personale e la sua messa a frutto, c’è soprattutto l’invidiabile famiglia Bukowski, che sembra avere così poco ma che invece ha tutto.

Questo è un romanzo che, esattamente come accade ai protagonisti, fa venir voglia di vivere.

Non perdetevelo.

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L'inaspettata eredità della famiglia Bukowski Will Gmehling 192 pagine Anno 2023 Prezzo 16,50€ ISBN 9791280176462 Editore La nuova frontiera
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