Spesso quando mi trovo a parlare di letteratura divulgativa sottolineo come, ultimamente, la ricerca di autori e di illustratori sia orientata ad aggiungere all’approccio diretto - spesso biologico che alcune materie scientifiche tradizionalmente richiedono - una visione a 360° in che integri ad esempio la letteratura, la leggenda, la narrazione che gli uomini hanno fatto dell’oggetto in analisi.
Per questo ciò che mi ha colpito inizialmente del libro La mano è stato rendermi conto che la protagonista di questa narrazione divulgativa era difficile da incasellare in una materia scientifica precisa.
Se si pensa al bosco immediatamente l’approccio si volge allo studio di flora, fotosintesi, climi… se ci si volge al mare il racconto si orienta al ciclo dell’acqua, ma se parliamo di una mano, qual è la lente di ingrandimento e la scienza principale deputata a descriverla?
La mano è, a tutti gli effetti, lo strumento del “fare” per eccellenza e il “fare” riguarda molte cose: riguarda il movimento, la comunicazione, la nostra percezione del mondo, la manipolazione…
Questo bel volume di Vítězslav Mecner e Magda Garguláková con un tono scanzonato e preciso ci racconta a 360° cosa sia la mano per l’uomo e lo fa attraverso doppie pagine, dedicate in particolare ad un’azione (la mano regge, aiuta, percepisce, parla, crea, racconta …) o a un tema che la riguarda (mani mancine, mani famose, mano nell’arte, mani e accessori…).
I cenni fisiologici e storici si fondono e si intrecciano ad ambiti lontanissimi che in questo caso sembrano perfettamente pertinenti: dall’arte alla religione, dalla moda alla storia della medicina.
La trattazione si affida perlopiù a mappe concettuali che sono utilizzate come declinazioni esemplificative di un tema lanciato. Una singola parola esplode in una miriade di schegge illustrate che moltiplicano gli esempi, ma lasciano molto spazio anche all’argomentazione e al pensiero del lettore:
«esprime emozioni. Ti prego non rivolgermi la parola. Che bello rivederti. Sono felicissimo! Ce l’ho fatta finalmente! Che imbarazzo! Che noia!»
Questo approccio è immediato e interessante, perché il lettore è coinvolto a richiamare, attraverso la propria esperienza, altri casi che rientrino o che possono esemplificare la miriade di casistiche che riguardano un singolo tema.
La narrazione si affida anche ad altri medium, come il fumetto, utilizzato soprattutto nella descrizione di procedimenti complessi.
Pensate a quanti micromovimenti il nostro cervello compone nell’indirizzare un gesto della mano! Di questo certo va dato merito al cervello, ma lo strumento che l’evoluzione ha sviluppato per rispondere a valutazioni di peso, percezione del calore, sollevamento, spostamento (la mano!) ha davvero dell’incredibile!
In questo caso, un divertente fumetto si immagina un comandante intento a dare tutte le indicazioni ai suoi messaggeri (come in Siamo fatti così) per far sì che un ragazzo sollevi un bicchiere d’acqua, senza farselo scivolare dalle mani.
Tra le pagine emerge significativamente la formazione di tipo grafico dei due autori: lo si vede nelle tavole che ricordano locandine pubblicitarie con slogan, ma anche nel chiaro impianto infografico molto interessante che rende la lettura schematica e molto efficace, come, ad esempio, quando si parla del linguaggio dei segni o del modo di contare nel mondo.
Probabilmente cercare di essere esaustivi sul tema “mano” sarebbe stato impossibile, la coppia ceca invece sceglie di fornire un panorama dettagliato nella sua complessità, ma di lasciare il completamento di ogni spunto all’esperienza di ciascuno.
Specchio di questa scelta sono testi narrativi molto succinti semplici spesso interlocutori con il lettore.
Le illustrazioni ironiche, precise e dinamiche completano un libro pieno di scoperte!
Le usiamo continuamente eppure quasi non ci accorgiamo di quante cose le riguardino.