Il posto giusto è un libro scritto su misura per un progetto (quello della Fondazione Ronald Mc Donald) o è un testo che ha trovato naturalmente il suo posto, appunto, raccontando del bisogno che i bambini ospedalizzati hanno della loro mamma e del loro papà. Ve ne parlo subito perché la storia narrata, sebbene sia una storia che può avere mille significati ed aprire mille strade di senso, tocca un tema a me caro. Quando ero piccina i miei genitori ospitarono per anni i familiari di bambini con gravi malattie in cura all’Istituto dei tumori di Milano, io li ricordo con molto affetto e dolore, in alcuni casi, ma li ricordo vividamente e ricordo come Ester una bimba bellissima senza capelli e tanti segni blu in testa ogni tanto venisse a casa nostra con la sua mamma, che viveva con noi, noi giocavamo insieme ma lei si stancava presto. I bambini seriamente malati o meno (a volte anche i semplici raffreddori possono essere faticosi) più di giochi, divertimento, paradossalmente più di cure, hanno bisogno di avere un luogo dove sentirsi al sicuro, dove potersi posare senza paura.

Beatrice Masini racconta con delicatezza e senza drammi il percorso di questa ricerca. «Quando Scoiattolo si svegliò c’era buio tutto intorno a lui». È un risveglio opprimente di quelli dissonanti: è passato l’inverno e lo scoiattolo si è svegliato dopo un lungo letargo «c’era odore di chiuso e cupo. Non gli piaceva. Non era il posto giusto.» Lo scoiattolo prende coraggio (coraggio e forze che spesso i bimbi nella realtà non hanno!) e scende a cercare, cercare il posto giusto. «Ho bisogno del posto giusto». Non è una questione di gusti o di voglia di cambiare è un bisogno vero e proprio che coglie il nostro protagonista. La sua avventura lo porta a casa del picchio: «“Scusa, Picchio, secondo te qual è il posto giusto?”… “Buchi, buchi”. E si rimise a bucare.» Nel prato è il turno della tartaruga: «“Senti, Tartaruga qual è il posto giusto?” Ci vollero cinque passi e cinque ore, e alla fine finalmente rispose: “Sotto. Il posto giusto è sotto.”». Per la Cincia è un nido, per la Talpa è «dentro», per Civetta è «sopra». Il nostro protagonista è ovviamente confuso perché i diversi punti di vista dipingono «un posto che è sopra, ma anche sotto. Un buco e una galleria. Un nido.» Un posto così «bisognava proprio sognarlo per inventarlo». E il piccolo silenzioso scoiattolo, che aveva ascoltato e capito il cuore delle parole di ognuno degli animali che aveva incontrato, si mise al lavoro: «è bello fare delle cose che prima non c’erano. Costruirle», ma aveva bisogno degli altri. Arrivò Picchio che bucò, e Talpa che scavò e Cincia che costruì nidi… «alla fine nel grande albero c’era tutto: nidi al riparo dal vento, posti da buio e posti da luce, posti sotto e posti sopra.» Ma basta? No. «Ci stiamo tutti». Ecco adesso sì.

Il passaggio dall’azione e dal pensiero individuale al “noi” fa la differenza tra l’essere al posto giusto e il non esserlo.

Beatrice Masini riesce a dosare bene questo passaggio dal discorso interiore e solitario al noi, scrivendo una storia che ha, appunto, mille strade da percorrere per raccontare "solamente" di case, partenze, malattie, famiglia, alberi, confidenze, traslochi… ma che è capace anche di centrare il punto della sofferenza con delicatezza, anche se questo “insieme” finale per un bambino malato ha il solo è unico significato di insieme con la sua famiglia, perché l’insieme agli altri non allevia il suo dolore.

Le illustrazioni di Simona Mulazzani sono perfette: icononiche, fisse, sono illustrazioni che decantano l’aria, la fermano con pacatezza e fermezza. Sono immagini che aspettano e questo rende la narrazione mai più drammatica di quel che serve. La stesura del colore, la palette cromatica, tutto è immobilizzato e piatto, i quadri pullulano di particolari, piante, righe, stelle, foglie… sono tavole mute eppure profondamente poetiche. Mi è piaciuto il lavoro sui cerchi nei capolettera e nei riquadri sopra il testo, mentre non avrei però richiamato il testo che risulta sovrabbondante e non avrei aggiunto l’appendice con le attività da svolgere. Azzeccato il formato ed efficace e chiara la presentazione finale della Fondazione Ronald McDonald introdotta dalla riflessione di Domenico Barillà.

A Saverio è piaciuto (tenete conto che il testo è piuttosto lungo e merita forse una lettura a puntate!): ha colto il livello forse più superficiale dell’avventura e della ricerca, ha riconosciuto però la gioia di abitare vicino ai suoi nonni paterni e il dolore di avere più lontani quelli materni.

Un libro-nido capace di parlare serenamente del dolore, anche non parlandone.

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Il posto giusto Beatrice Masini - Simona Mulazzani 30 pagine Anno 2014 Prezzo 19,90 € ISBN 9788895443928 Editore Carthusia editore
Beatrice Masini - Simona Mulazzani, Il posto giusto, Carthusia
Commenti
30 Settembre 2015
lacasadifra

Un libro prezioso, grazie di avercelo raccontato Maria!

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