Entrare in merito ai drammi delle persone che viaggiano sui barconi (ma anche sui treni, sugli aerei…) che viaggiano soli, lontano da casa, il più lontano possibile non è nelle mie capacità. La quotidianità delle tragedie che si consumano giorno dopo giorno rischiano di rientrare nella zona grigia della normalità. Io so che il mio compito è accogliere chi mi si fa prossimo e richiedere giustizia per loro.
La sofferenza e l’orrore delle storie che si intrecciano e segnano i volti di quegli uomini, quelle donne e quei bambini sono difficili da raccontare ai bambini di “questo mondo” e a volte io credo non sia necessario. Per questo la scelta del punto di vista di Lucia Salemi, che nel suo La zattera focalizza i desideri e i bisogni che viaggiano insieme alle paure e alla solitudine di cinque bimbi in mare mi è piaciuto.
I protagonisti sono animali, ma l’autrice li chiama con nomi che parlano della loro diversità e fanno venire in mente i volti umani che potrebbero esserci dietro: c’è il bambino dagli occhi brillanti come perle, quello dai ricci morbidi come lana, quello con le guance rosse come mele, il bambino con le gambe sottili e quello dal sorriso dolce.
Sono in viaggio soli e spaventati, così per confortarsi si raccontano cosa hanno portato nello loro esili valigette. Il primo ha un raggio di sole «per quando avrò paura del buio nella nuova casa dove abiterò», il secondo ha un arcobaleno, il terzo una nuvola piena di pioggia «che il mio papà prese con una scala del cielo per me, perché so che avrò sete nella nuova casa», il quarto una coperta cucita dalla sua mamma. In questa felice trovata narrativa ho visto la nostalgia di chi abbandona luoghi a cui è affezionato, fatti di luce e colori differenti che vengono portati negli occhi, il dolore di chi si strappa agli affetti e sperimenta la solitudine e le paure legate ai bisogni fondamentali (la fame, la sete, il freddo). Questo dolore che sembra prendere il sopravvento è però accompagnato da un'incrollabile speranza, che potrebbe sembrare irrealistica se si guarda la realtà, ma questo sguardo positivo conforta perché preferisce voltarsi verso le ragioni che mettono in moto. I piccoli vivono tutti i drammi della traversata: la sete, la tempesta, la fame, la noia, la bonaccia fino a quando l’ultimo protagonista apre la sua borsa: è un cuore grande, un cuore che si gonfia, un cuore vela.
«È così che li ho visti arrivare, mentre volavano nel vento… ora abitano qui».
Io non amo i libri pedagogici, con un fine preciso, ma questo racconto non ha nulla di didascalico: è evidente che sia stato pensato, curato, atteso. L'autrice poteva cadere nel tranello di cercare le parole "giuste" per indorare la situazione, ma invece ha saputo parlare la lingua della speranza. Le illustrazioni sono semplici, delicate, capaci di colpire i bambini, sembrano quasi dimesse, eppure sono solo timide, accennate (solo la ranocchia guarda i lettori, mentre tutti gli altri sguardi sono sfuggenti), quasi a dire “siamo in una storia piccola” non guardarci in modo troppo diretto.
Un libro scovato per caso, ma la cui umile e preziosa personalità ha colpito me e anche Saverio, che ha pensato per qualche attimo a dei bambini che pur non essendo pirati attraversano il mare, all’avventura. Un libro che può raccontare il mondo che cambia anche a bimbi piccini che capiranno benissimo il bisogno di arcobaleno.
N.B. Il libro è stato autoprodotto dall’autrice, che già avevamo apprezzato qui, e potete comprarlo su Amazon. Qui potete trovare il video racconto e, se volete approfondire il discorso, qui potete andare a guardare il progetto che è nato intorno al libro.
La zattera
Lucia Salemi
24 pagine
Anno: 2014
Prezzo: 7,27 €
ISBN: 9781501028489
CreateSpace Independent Publishing Platform editore
Anobii
[…] da Scaffale Basso, pubblicato il […]
[…] attesa di parlarne sul blog, vi segnalo le recensioni di Maria su Scaffale Basso e di Giorgia (che ringrazio per avermi fatto scoprire il libro!) su […]
Grazie a te: è opera tua!
Peccato che sia solo su Amazon avrei preso l’ebook ma non formato proprietario 🙁
Non sono brava a ringraziare come si deve. Quando mi piace molto qualcosa, mi emoziono e non riesco più a trovare le parole adatte… Grazie di cuore Maria per la professionalità, la grande cura e la sensibilità di questo tuo scritto.
Lucia