Se non siete ancora del tutto entrati nel tran tran autunnale e scolastico e volete godere ancora di qualche scampolo estivo, partite con me per il campeggio.
Questa estate infatti sono usciti un fumetto e un piccolo libretto brossurato con due avventure estive davvero godibili.
Anna e la famosa avventura nel bosco stregato di Luca Tortolini e Sara Colaone è un un fumetto dai toni fiabeschi, filtrati dalla voce spigliata di Anna, una ragazzina di 7-8 anni. La costruzione della narrazione si incardina alla ragazza, voce che vive la storia e contemporaneamente la narra rivolgendosi direttamente al lettore, e si svolge in uno spazio a metà tra il reale e il fantastico. Dal campeggio, al bosco, al castello della strega cattiva. Ci sono tutti i personaggi iconici della fiaba: la strega, gli animali aiutanti, il bosco come terra di passaggio, il drago, il lupo… c’è però una modernità di fondo che rende la storia interessante e “nuova”.
Anna, costretta ad un viaggio tra i monti con la sua famiglia (naturalmente avrebbe preferito il mare), dovrà far fronte ad un piccolo imprevisto: il rapimento di tutta la sua famiglia. La trama è ben tracciata, il personaggio coinvolgente: l’avventura si spiega progressivamente e consequenzialmente, guidando il lettore tra le fronde del bosco. Come in ogni fiaba bisognerà fare attenzione alle apparenze, essere coraggiosi e gentili e non disdegnare gli aiuti imprevisti. Alla resa dei conti, naturalmente non si sarà da soli!
La quarta di copertina, nel presentare la storia di Anna, recita «Quando non hai tempo di avere paura, scopri che non c’è niente di cui avere paura, nelle cose che non conosci. E quando decidi di smettere di avere paura, capisci che chi è diverso da te non è per forza un nemico…». Io ho trovato onestamente pesante questa presentazione di una avventura estiva e fiabesca tutto sommato prototipica, anche se appunto intrigante e ben scritta, che potrà certo avere come risvolti anche quelli indicati, ma che è innanzitutto una bella storia! Gioiosi e curati i disegni di Sara Colaone – anche se una certa frettolosità di esecuzione sul finale potrebbe non sfuggire agli osservatori più attenti – ricchi di dettagli e non scontati soprattutto nei giochi dei piani e nell’organizzazione delle figure e nei cambi repentini di punto di vista.
Curato nella chiarezza anche il lettering (maiuscolo) il che rende questo fumetto un perfetto libro per i primi lettori!
Altro camping, altra compagnia. I Bonelli kids, un gruppo di 8 ragazzini, partono infatti per Campo sventura in una breve storia che del fumetto ormai ha solo il nome dell’editore.
Su questi personaggi tutt’altro che semplici bambini, gli esperti di fumetti hanno discusso largamente (con più pertinenza di quanto potrei fare io!), i personaggi infatti sono nati come protagonisti di alcune strisce pubblicate dall’editore con un’obiettivo ben preciso e solo in un secondo momento sono nati i racconti illustrati. Io ho incontrato la banda di ragazzini nel racconto Fuga da Campo sventura e di questo ho piacere di parlarvi. Con un piglio certamente più spiritoso, questa avventura prettamente maschile vede un gruppo di ragazzi costretti a trascorrere le vacanze in un campeggio organizzato.
Il punto di vista è di quelli esclusivi che si focalizza solo sulla percezione dei ragazzi ed amplifica con ironia tutte le intemperanze che i ragazzini di 9-10 anni amano esprimere con veemenza. Il contesto è quello topico del luogo infernale regolato da norme e divieti in cui il minimo che si possa fare è cercare di evadere, ed in effetti tutte le energie del gruppo di amici vengono impiegate in una sorta di percorso progressivo di scioglimento degli ostacoli che impediscono di filarsela. Tra gettoni per telefonare (voi li ricordate?!) e mercatini delle pulci, tra falò e gite in trenino, riusciranno i nostri eroi ad evadere? Il tono della narrazione è sopra le righe, ricco di dialoghi ed essenziale, e ammicca ai coetanei dei personaggi («“Domani innalzeremo un totem come i pellerossa”. Martin alzò la mano: “Quale tribù di pellerossa di preciso?” “I calci nel sedere” rispose l’istruttore. “Di che tribù si tratta?” “Non è una tribù. Sono quelli che prenderete se sento un’altra domanda come questa!”». Il tocco finale inaspettato, ancor più perché la narrazione sembra abbastanza prevedibile, dà quel tocco di originalità spiazzante che lascia un sorriso in testa.
Due diverse ma particolari proposte, ideali dai 6 anni, per tornare con la mente alle vacanze: in fondo qui in Brianza ci sono ancora un sacco di zanzare estive!