Oggi vorrei parlarvi di un classico. Il fatto è che in questo periodo, sotto Natale, mi sto impegnando nello stilare una lista coerente e non troppo vasta di libri che vorrei regalare a Saverio (e a me!) e così mi sono interpellata su quali “classici” non avessi mai incontrato e su quali invece avessi letto e amato. Beh l’edizione dei Tre feroci banditi di Tomi Ungerer riporta una data di edizione precedente alla mia nascita, ergo deduco che i miei genitori me lo avessero comprato assai presto e presto me lo avessero letto. Il libro, nonostante frequentazioni assidue, è stato preservato ed è giunto sullo scaffale di Saverio ancora in ottima forma. La storia è un po’ di avventura, un po’ di paura, ma con una svolta talmente inaspettata e giustificata solo dalla presenza di un bambino che vale la pena di conoscerla.
Dovete sapere infatti che «c’erano una volta tre feroci banditi con larghi mantelli neri e alti cappelli neri», a stento si vedevano gli occhi scuri e, quando di qualcuno si intravedeva la bocca, questa era chiusa in una espressione truce e fissa da moderno serial killer. Un inizio da paura! Non solo. Questi tre loschi figuri facevano svenire donzelle bionde, fracassavano ruote di carrozze, spruzzavano pepe nel naso dei cavalli, minacciavano la gente con il fucile e tutto senza cambiare minimamente la propria espressione. E tutto questo sarebbe andato avanti per sempre, se nello svolgersi di una delle loro malefatte non avessero incontrato Tiffany, una bionda bambina orfana.
Ora, avrei voluto dire che Tiffany è una moderna eroina per nulla svenevole e per nulla piagnucolona, ma poi ripensandoci ho capito che non era una bambina moderna, era semplicemente una bambina: 50 anni fa come oggi. Tiffany, infatti, sola e senza genitori, nello scorgere il fucile a trombone vede solo la possibilità di una vita felice e quando uno dei tre briganti la avvolge nel suo pesante mantello, senza alcuna remora lei si abbandona ad un sonno tranquillo. Per la prima volta gli occhi fissi del brigante si chiudono e lì si capisce che la storia non sarà più la stessa. Tiffany infatti con inaspettato spirito imprenditoriale aiuta i tre banditi ad impiegare le casse d’oro che si ammonticchiavano senza investimento nell’antro scuro. Le gemme e le sonanti monete diventano in un attimo carretti per raccogliere gli orfani, mantelli e cappellini in feltro e castelli per accogliere creaturine senza famiglia
Ciò che colpisce è che la svolta avviene per amore e che, senza moralistiche pretese, il riscatto dei tre banditi avviene attraverso l’amore e l’attenzione al piccolo e al rifiutato. Gli abiti scuri e il cappellone non vengono dismessi, ma tutto è cambiato.
Le tavole colorate di Tomi Ungerer seguono la svolta: le prime scure, nere con la luna che sembra tremolare nel chiarore del cielo, lasciano, ad un certo punto, spazio al bianco del cielo, al rosso e al verde del prato. Le tavole piene di colore riproducono la luce lunare (seguite il giallo!) e ricreano l’atmosfera da brivido che si vorrebbe rievocare. Pur nella fissità delle espressioni i personaggi riescono ad evocare tutto grazie ai gesti. Le scarpette di feltro un po’ medievali dei briganti poi sono davvero simpatiche :) e la linea nera morbida e sinuosa come se fosse stata fatta a china (?), ma nello stesso tempo descrittiva di Tomi Ungerer è unica.
Il testo si inserisce nell’illustrazione o rimane sulla pagina bianca, a volte presente.
Io non ricordo di essermi mai spaventata per la storia, anzi ricordo di aver sempre invidiato la mantellina ai piccoli orfanelli e anche Saverio ama molto la storia: gli sono piaciute, in particolare, le torri finali, chissà perché! (I maschi sono strani!). E nonostante io mimi con voce cavernosa le malefatte dei banditi feroci, tutto passa e si raggiungono velocemente le torri, le casette e i bambini e tutto torna al suo posto.
Se 50 anni fa (I edizione 1963!) come oggi una storia di redenzione, ma anche di avventura e di paura, coinvolge con i suoi mantelli, le sue carrozze e i suoi forzieri, vuol dire che davvero, nella sua semplicità, c’è qualcosa che funziona!
P.S. ho notato che recentemente il libro si trova con un titolo diverso Tre briganti e ho intravisto la presenza di sovapposizioni di altre illustrazioni: non saprei parlarvene, ma se cercate una versione originale, andate sul sicuro!
#regalailtempoeunlibro #sololibribelli #unclassicopernatale