Aiutiamoli a fare da soli è un volume che si inserisce in una collana da me molto amata, Donne nella scienza (qui trovate Mary Anning, Sylvia Earle, Temple Grandin), ed ha come protagonista Maria Montessori, raccontata dalla penna di Teresa Porcella.
La storia di Maria Montessori sembra essere nota a tutti e la sua figura e il suo pensiero sembrano largamente sdoganati, nel mondo editoriale, tanto che gli scaffali si riempioni di libri, etichettati come “montessoriani”.
Ma chi veramente conosce questa donna e il ruolo che ebbe nella storia italiana, nel mondo della medicina e della storia dell’educazione? Chi ha letto i suoi libri? Ieri abbiamo affrontato l’argomento con Giulia Consalvo, oggi lo facciamo attraverso questa biografia.
Teresa Porcella scrive un testo - a mio avviso - più complesso dei volumi precedenti, ripercorrendo la biografia di Maria Montessori dall’infanzia fino alla fondazione de La casa dei bambini che sancirà il compimento del suo percorso professionale, ma anche della sua scelta di vita.
Il testo - dicevo - è narrativamente più complesso, ricco di dati e di riferimenti a personaggi, medici e studiosi, con una ricostruzione accurata del contesto storico e dello sviluppo del pensiero fine ottocentesco, con una particolare attenzione alle fonti che formarono il pensiero di Maria Montessori.
Ne emerge la figura di una donna molto forte, consapevole, tenace e si scoprono o ne si ritrovano - a seconda di quanto si conosca questa figura - elementi della vita forse poco noti: conoscevate la sua passione giovanile per il teatro e la dizione? Sapete che fu la prima donna a frequentare un Istituto tecnico? Sapete che esercitò come pediatra per anni? Ad un certo punto le fu affidata una classe con 50 bambini trasferiti dal manicomio!
Questa biografia credo sia importante e interessante soprattutto perché restituisce la vera statura di questa studiosa che non fu solo un’appassionata di bambini, non solo una brava maestra…
Ho apprezzato come l’autrice sia riuscita a presentare le figure maschili non in contrapposizione alla Montessori, ma con una onestà che evidenzia come il contributo e la stima, inseriti in un preciso contesto culturale, abbiano contribuito alla formazione del pensiero montessoriano che non nacque dal nulla, ma fu invece plasmato da tanti uomini (Jacob Moleschott, Giuseppe Sergi, Angelo Celli, Clodomiro Bonfigli, Édouard Séguin…) e anche tante donne (Anna Fraentzel, Ersilia Bronzini Majno, Anna Kuliscioff…) che la resero capace di essere una vera e originale Maestra.
«Questo è per me un maestro: uno che ti mostra che la parte migliore di te è possibile»
Maria Montessori fu una donna indomita, dedita, tenace, si laureò in psichiatria nel 1896 con una tesi legata sulle allucinazioni.
Si legò poi a doppio filo al movimento femminista che in quegli anni ferveva in Europa, e progressivamente fece sua la missione di assistere, valorizzare ed educare quei bambini che all’epoca erano liquidati sotto l’etichetta di “deficienti”, “problematici” o “frenastenici”.
Tanti gli spunti di riflessione che rivivono in queste pagine come osservazioni e certezze che si costruiscono nel percorso di Maria Montessori:
«bisogna soprattutto indagare come ciascun uomo , ciascuna donna, ciascun bambino o bambina fa risuonare il dolore dentro di sé, a modo suo»
«bisogna non solo consentire queste esperienze, ma anche lasciare ai bambini il tempo di crearsi un’idea di ciò che hanno sperimentato»
Più volte discriminata, ostacolata, a volte lasciata ai margini, Maria Montessori lavorerà instancabilmente alla definizione e alla costruzione di un metodo per l’educazione dei bambini, basato sul rispetto, l’osservazione e la cura dei bisogni del singolo bambino. I dialoghi arricchiscono la storia, la animano: la famiglia, i colleghi, gli amici, anche i piccoli pazienti… La vita scorre, così come la storia.
«Ogni bambino mi insegnò quanto diversi siano i percorsi di ogni mente, di ogni cuore. […] I bambini vanno guardati, ascoltati, assecondati, uno per uno perché sono loro i nostri veri maestri»
Con il 6 gennaio del 1907 e l’apertura della prima “Casa dei bambini” si conclude il romanzo.
Un primo interessante passo perché i ragazzi di oggi (dai 9-10 anni) possano conoscere una grande donna.
Sì, sono d’accordo. Utile anche per mettere qualche puntino sulle “i”.
mi sembrava una relazione preziosa, da evidenziare!
Grazie anche per aver parlato del libro dopo l’intervista a Giulia Consalvo, che ha proposto stimoli importanti.
Libro interessante e ricco di riflessioni٠
Grazie a te! Il tema mi sta molto a cuore
Grazie per questa bellissima lettura di “Aiutiamoli a fare da soli!”.