Quando ero piccola mi perdevo nelle storie de Le ore del giorno di Anne-Marie Dalmais e Annie Bonhomme. Seguivo con passione le consegne della pasticceria del commendator Pandoro: il filoncino dalla crosta abbrustolita per mastro Gagliardo, i cornetti al burro per la signorina Modesta, le tartine al limone soffici soffici per la comare Salgrosso… E cosa dire dei riti del risveglio di compare Belgallo e delle colazioni speciali nella cucina di nonna Gattaiola? In un mondo dove l’orizzonte è limitato al borgo, il pane viene consegnato a casa premurosamente, la colazione si può gustare lentamente, la giornata è scandita dalle campane e la spesa si fa al mercato da qualche commerciante di fiducia. Le persone e le cose forse avevano un diverso peso e valore, le brioches erano fatte di burro profumato, la spesa si faceva con cestini di vimini e il pesce si avvolgeva nella carta, il pavimento di pietra alla mattina era gelato e le tovaglie ricamate e inamidate scendevano rigorose e solenni intorno ai tavoli di legno tornito. In un mondo meno connesso e globale, forse il tempo aveva un peso differente e la quotidianità un gusto da assaporare più intenso: se volete immergervi in questo mondo, il vostro libro è Un giorno nella vita di Dorotea Sgrunf, un libro che dopo quarant’anni torna in Italia grazie al nuovo marchio editoriale Lupo Guido.
Un grande albo silenzioso, con fustellature che aprono varchi scenografici, come quinte teatrali e che circondano il lettore attraendolo letteralmente all’interno della giornata di Dorotea. Suonato il campanello, la pingue maialina ci apre la sua porta: anche se è al telefono possiamo entrare. Introdotti dentro lo spazio quotidiano e casalingo di Dorotea, siamo spettatori delle piccole e grandi avventure di una mamma e del suo figlio maialino ma siamo anche invitati e co-protagonisti di una illustrazione che chiama costantemente il lettore dentro la dimensione narrativa. In questo senso le fustellature sono scorci che invitano il lettore a guardare, scorgere, a toccare, scostare la tenda, varcare la soglia, entrare nella stanza successiva. È un incalzare quasi inconsapevole (avete notato il pendolo che si riflette nella seconda pagina? Deve trovarsi proprio dietro alle nostre spalle!) che rende questo silentbook un’esperienza sotto tutti i punti di vista.
Lo spettacolo a cui assistiamo è la vita vera, fatta di maialini che accorciano le frange dei tappeti e di mamme in vestaglia con i fazzoletti moccicosi appollottolati in tasca, ma anche la vita di chi ha il tempo di indossare un grembiulino a quadri e fare una torta, mentre sotto la credenza un topino aspetta il suo turno per godere del dolce. Nel frattempo il rumore dalla porta che dà sull’altra stanza chiama, la cena è pronta, gli ospiti pingui ed allegri si godono la cena, maialino è irrequieto e travolge il tappeto… i saluti, gli sguardi lieti, i capelli sfatti, i baci odiati. E poi le lampade ad olio e i puntaspilli a forma di riccio, le vasche da bagno con i piedini di porco e il pavimento con le piastrelle che sembrano sempre storte, la caldaia a legna e i mutandoni orgogliosi e lindi, le maniche a sbuffo e i colletti di pizzo… tutto si svolge con molle e tranquilla pazienza, con la sapienza serena di chi attraversa la giornata semplicemente lieto di essere lì, dove deve essere. La notte finalmente giunge, con le sue cuffie, i vasi da letto e le coltri pesanti, chiusura goduta di una giornata pesantemente intesa, mentre il riflesso lieve della luna oltre la finestra, sul recinto irregolare, ribadisce la sua genuina e intensa bellezza.
Lo stile della autrice e illustratrice tedesca, fatto di ombreggiature a china, fitte e profonde, e di dettagli perfetti e imperfetti nella loro autenticità, echeggia quello di Sendak. Le tinte pastello tenui e curate (guardate la palette dell’orto di notte!), la casuale disposizione di elementi armonici ed esatti riesce a rendere partecipe il lettore di una vita lontana eppure così desiderabile e vera. Si sentono gli odori, si tocca la pesantezza delle tende che si scostano e il freddo del pavimento che il piede tocca prima di entrare in vasca.
Un silentbook davvero ricchissimo e coinvolgente che regalerà ai suoi lettori un’esperienza davvero singolare, ma soprattutto sconvolgentemente vera e quotidiana: è una storia che per me sa di torta, cavolo, pesce e formaggio. Un ottimo biglietto da visita per un nuovo marchio che osserveremo con attenzione!
P.S. unica nota che posso avanzare è che accanto al più che giusto recupero del bel nome originale della maialina, Dorotea, il cognome Sgrunf potrebbe far pensare a un aspetto di insofferenza completamente assente nel roseo e placido mondo maialesco (somiglia all’onomatopea “Sgrunt” di molti fumetti), mentre il cognome Lardò, della prima edizione italiana, mi fa sorridere di più!
Un giorno nella vita di Dorotea Sgrunf
Tatjana Hauptmann
20 pagine
Anno: 2018
Prezzo: 22,00 €
ISBN: 9788885810020
Lupo Guido editore