Con un ritardo di più di trent’anni del mercato italiano, giunge in Italia un altro libro di Tana Hoban Giallo, rosso, blu, un piccolo libro fotografico di appena 12 pagine che appartiene alla produzione dell’artista e fotografa americana, dedicata ai bambini più piccoli, un libro che mantiene un’inaspettata freschezza e comunicatività anche nella contemporaneità.
La qualità dei libri per bambini più piccoli sta nei dettagli, notiamoli insieme.
Il libro è cartonato, con bordi arrotondati, di piccole dimensioni adatte alle mani esploratrici di bambini che abbiamo conquistato il controllo delle dita.
Gli oggetti che vengono fotografati appartengono alla sfera del quotidiano, senza però essere scontati (c’è una penna d’uccello, un’arancia e non la solita mela…), il numero stesso dei soggetti scelti non è casuale: 10 come le 10 dita di un bambino.
Se potessimo misurare esperienzialmente la capacità di attenzione di un bambino tra l’anno e i 2 anni, quale punto di riferimento potremmo usare? Le dita delle mani!
Un espediente molto banale ma che dà ragione e soprattutto rispetta le competenze di un bambino piccolo, la cui memoria e la cui capacità di gestire novità sono limitate.
Gli oggetti, fotografati chiaramente, spiccano su uno sfondo neutro, un bianco non uniforme e non candido che permette all’occhio del bambino di non stancarsi nell’atto di rimirare la pagina.
Sotto i protagonisti, si dispongono un pallino colorato e una parola, ed è nella relazione tra parola e immagine che capiamo il peso della sfida che l’autrice lancia a bambini che abbiano superato l’anno (non prima!).
La relazione che si instaura tra la parola e l’oggetto è infatti leggermente sfasata: sotto la sveglia noi troviamo la parola «rosso». Il bambino dunque è portato a fare un passaggio di slittamento di senso nella scoperta dell’oggetto, la parola infatti non descrive l’“essere” dell’oggetto, la sua identità - ovvero ciò che siamo portati a considerare come l’elemento principale -, ma un aspetto che lo caratterizza, una sua peculiarità, in questo caso la colorazione della sua superficie.
Sotto il guanto di lana, «blu».
Si invita quindi il bambino ad un gioco che non è solo l’abbinamento meccanico, lo si chiama ad un ragionamento che amplia il suo immaginario e permette, oltre al riconoscimento, uno sviluppo della categoria stereotipata con cui si approccia e conosce il mondo.
Il libro lascia la parola al bambino, fidandosi della sua lettura del mondo e gli suggerisce di notare i dettagli.
Un libro perfetto per bambini dall’anno ai 2 anni, senza aggiungere altro.