Suzy Lee ci ha abituato al rigore perfetto dei suoi libri (andate a rileggervi l’intervista che ci ha concesso qualche tempo fa!). Le immagini e l’infanzia rappresentate nelle sue storie mostrano una gioia e una spontaneità vere, ma calibrate esattamente e orientate all’espressione di un pensiero molto chiaro. Nulla è lasciato al caso, ogni piccolo dettaglio parla, racconta una riflessione e offre un significato. Sì è dunque travolti dall’ultimo suo lavoro, un libro emozionale, disordinato, così intenso da far piangere e dove le doti illustrative dell’artista coreana emergono con una potenza dirompente forse proprio per la mancanza di argini coscientemente imposti. River è un racconto autobiografico, un’avventura così intima che non c’è spazio neppure per pensare ad un travestimento narrativo, i figli di Suzy appaiono infatti con i loro nomi veri così come il cane, il nonno, il gatto. River è un cane e questo libro racconta dell’amore incondizionato che alcune creature sanno donare agli uomini, un amore gratuito, fedele, ottusamente e magnificamente dedito fino alla morte. La dedica descrive esattamente e sinteticamente lo spunto da cui è germogliato questo libro: «ci sono dei momenti che devono essere catturati immediatamente». Mi immagino Suzy immersa nell’urgenza di schizzare, disegnare, ricordare, fermare… quegli attimi preziosi e così ricchi di pura felicità: chissà cosa pensava!
La storia di River ha un inizio infelice: la cagnolina nera vive rinchiusa in una gabbia, infelicemente ignorata. Un'ingiustizia che una vicina non riesce a tollerare e per cui si batterà, strappando quelle quattro ossa e quel muso triste ad un padrone che non ha nemmeno l’arroganza della malvagità, ma solo l’indifferenza anonima dell’ignoranza.
«Portò il cane nero via con lei. Il cane nero non stava bene». Non fa niente, non importa. Una telefonata, uno squillo, un’auto, due bambini.
«“Io sono Mountain” “Io sono Sea” … “Il gatto di nostro nonno è Cloud” “Quindi, tu sei River”». La rinascita del cane è stupefacente e la gioia di essere libero è così contagiosa che non si capisce chi tra i bambini e il cane sia la miccia dell’allegria costante che pervade le pagine e il tempo che scorre.
I bambini e River giocano, corrono, si bagnano, si rotolano, si rincorrono, si rubano i giochi… è un tempo che sembra non finire mai tra l’inverno, l’estate, l’autunno…
«River non voleva andarsene». Non credo che in queste parole ci sia un’indebita interpretazione: quando un cane non vuole andarsene è palese, così come è chiaro lo scoramento di River quando i ragazzi devono lasciarlo con il nonno.
Lo sguardo di River (magistralmente ritratto!) gela il cuore, per la tristezza profonda e totale che comunica.
«Non era più affamato, non era più assetato, ma a River mancavano loro».
Che mistero la vita! Si pensa che agli animali basti il soddisfacimento delle loro esigenze primarie (mangiare, bere, dormire, stare al sicuro, potersi muovere…) e invece chiunque abbia un cane, sa che non è così, che non basta: River come Taz (il nostro cane) vuole noi, vuole i suoi umani!
Chissà cosa successe, non possiamo saperlo perché la narrazione si silenzia, lasciando spazio alle immagini e ad un azzurro davvero significante. Intuiamo che River non sopportò la lontananza e quel male che all’inizio non importava, invece fece la differenza.
Ecco però che l’attesa si trasforma in una corsa felice nelle braccia di quei ragazzi che per River rappresentano il vero Paradiso.
Sfido chiunque abbia un cane e abbia sperimentato l’amore incondizionato che sanno offrire questi animali a non commuoversi.
I testi davvero sintetici, spesso limitati a battute di discorso diretto o a constatazioni lapidarie, corredano pagine schizzate in bianco e nero di rara bellezza. Il nero morbido che segna volumi e prospettiva ricorda in modo particolare la bellezza quotidiana dei lavori di Gabrielle Vincent, artista a cui Suzy Lee ha recentemente dichiarato di ispirarsi.
Un libro disordinatamente intenso, reale, vivido e pulsante, un’urgenza illustrativa che colpisce nella perspicacia e nella sua comunicazione emotiva, una storia drammaticamente vera e bella, sì bellissima.
Hai assolutamente ragione!
Un vero capolavoro poche righe ma di assoluta intensità
<3
Lo stesso è capitato a me oggi. Aperto per caso perché vi ho riconosciuto in copertina ma nostra randagia. Malata. Ma non importa.
Sono completamente in sintonia con te!
Ho acquistato il libro pochi giorni fa, il disegno in copertina mi ricordava il mio adorato Sam… non ho resistito e l’ho letto subito. Non mi sono vergognata quando le lacrime hanno iniziato a scorrere sulle mie guance all’interno della libreria..Le lievi illustrazioni rapiscono, le parole colpiscono. Un albo illustrato magistrale che tocca il cuore di chi ha avuto e ha la fortuna di condividere parte della vita con un amico speciale