Tutto fa sembrare Papà-isola un albo per bambini, ma non è così. Dovete trovare un papà, o meglio un futuro papà, perché quest'albo possa essere apprezzato veramente. Io avrei voluto averlo tra le mani qualche anno fa, quando forse non avrei avuto la prontezza di rispondere a mio marito con la tenerezza certa dell’orsa Betty. «Sarò un bravo papà?», si domanda l’orso Gigi, futuro papà, con il mantello da supereroe. Cinque anni or sono mio marito mio diceva: «Finché non sarà interattivo, dovrai occupartene tu, io non saprei farci niente». Questa sensazione di inadeguatezza, la percezione di essere di fronte ad un cambiamento molto più grande di sé, di fronte ad un accadimento che è un dono che, pur desiderato, arriva sempre inaspettato, è un sommovimento degli animi di ogni futuro genitore, ma in questo le madri sono avvantaggiate. Io non avevo idea di cosa avrebbe significato diventare mamma, ma nel momento stesso in cui ho saputo che Saverio era lì, aveva già iniziato a diventare familiarmente amato. Per un papà è diverso, inevitabilmente. È segno di un animo desto e intelligente farsi delle domande (di chi si ferma a sorridere agli uccellini, come ci dice il frontespizio), l’attesa, però, rischia di ingigantire domande e aspettative che vengono proiettate su sé stessi: «Un super papà gioca a calcio. Mentre a me non piace per niente», «Un super papà sa nuotare come un pesce. Mentre io non so neanche nuotare».
Invece i bambini dettano il passo ed è su questo argomento che mamma Betty si fa forte con il preoccupato papà Gigi. «Tu sarai un papà-capanna e proteggerai il nostro piccolo dalla pioggia e dal vento», come a dire “vedrai che quando avrà bisogno di essere riparato saprai essere riparo”, «Tu sarai un papà-isola dove il nostro piccolo potrà riposare», ovvero “gli piacerai vedrai, adorerà la tua pancia e guarderà paziente le partite di calcio spaparanzato su di te".
Non ci sarà bisogno di stravolgere niente, perché questo bambino sarà tuo figlio, dovrai solo fargli spazio, ci penserà lui a trasformarti quel tanto che gli serve e tu nemmeno te ne accorgerai, anzi te ne sorprenderai. Betty è lungimirante sull'argomento, perché conclude la sua previsione con uno sguardo lontano che è un po’ una tacita richiesta d’aiuto: «E quando il nostro cucciolo partirà per esplorare questo grande mondo, tu non sarai mai troppo lontano», cioè quando sarà più grande e io, mamma, fremerò per impedire che possa ferirsi, misurarsi, perdersi, ecco allora ci sarai tu che gli starai dietro con un po’ di distanza e io potrò stare alle tue spalle.
I colori pastosi, incisi e stesi non uniformemente dell’illustratore belga spiccano sul bianco acceso dei non-sfondi, i contorni lievemente accennati, irregolarmente, i particolari curati (le piccole gote rosse, il cappello e il casco dell’orsetto), gli occhietti sorridenti… tutto familiarizza con i bambini, che ritroveranno nelle immagini i loro papà che con un martello in mano sapranno solo colpirsi allegramente le dita. In questo modo il testo dubbioso spesso non trova alcuna corrispondenza con le gioiose tavole di Èmile Jadoul, ma questo forse permette una lettura “superficiale” rivolta anche ai bambini, anche se devo dire che con il mio Saverio non ha avuto molto successo.
Trovate un futuro papà, ripeto, o una mamma ansiosa sull'argomento, e fate leggere loro questo libro: li conforterete e li farete sorridere. Perché i bambini hanno bisogno di un super papà? No, hanno bisogno del loro.
P.S. credete che mio marito abbia aspettato l’età dell’interattività del godersi il suo Saverio?!
Papà isola
Èmile Jadoul - Federica Rocca (traduttore)
32 pagine
Anno: 2014
Prezzo: 12,50 €
ISBN: 9788883623226