I festeggiamenti di Halloween non corrispondono, nella concezione contemporanea, ad una festa che mi sta particolarmente a cuore, inoltre la letteratura gotica o del terrore non ha mai fatto parte dei miei gusti letterari.
Dunque non sono la candidata migliore per offrirvi una selezione di testi realmente adeguati a questa festa, tuttavia non posso nascondervi che alcune narrazioni scherzose sul tema mi sono piaciute, tra queste Non guardare! Non toccare! di Steve Patschke e Roland Garrigue.
Quest’albo, arrivato proprio in questi giorni sulla mia scrivania, gioca con quelli che ho imparato a riconoscere come i topoi, tra il narrativo e il cinematografico, del filone dell’orrore, stravolgendoli secondo una chiave bambina, per poi sorprendere i lettori con un finale a sorpresa, in questo caso letteralmente “a sorpresa”.
Sarà capitato a tutti, guardando un film dell’orrore, di rimanere colpiti dalla stupidità o dalle scelte incoerenti che espongono i protagonisti a pericoli evitabili: non si capisce, ad esempio, perché spesso, mentre scappano da un mostro, salgano le scale infilandosi in vicoli ciechi da cui è sempre più difficile fuggire, oppure perché, stupidamente temerari, aprano porte o si dirigano in luoghi che li porteranno inevitabilmente verso guai irreparabili.
Il brivido, forse, sta proprio qui.
Proprio questi topoi vengono utilizzati nel nostro libro, per regalarci una narrazione allegra e divertente, ma innervata di brivido “spettracolare”, come già ci preannuncia il titolo: Non guardare! Non toccare!
Quante volte gli adulti offrono questo “suggerimento” ai bambini? Ne avete mai visto uno farne tesoro e obbedire? Avete, dunque, già capito quale sarà il meccanismo che caccerà i nostri protagonisti nei guai:
«In una notte di Halloween buia e spaventosa Sammy, Jenny, Sara e Pit trovano una strana cassa in giardino. Sul coperchi, a grandi lettere nere, c’è scritto NON GUARDATE! NON TOCCATE! NON APRITE!
“Non dovremmo guardarla” dice Sara. “Non dovremmo toccarla” dice Jenny. “Non dovremmo aprirla” aggiungono insieme Sammy e Pit. E indovina cosa fanno?
La guardano, la toccano, e decidono di aprire quella cassa misteriosa»
Il pathos segue il crescendo narrativo attraverso tappe che inviterebbero i nostri protagonisti a non guardare, non entrare, non toccare, non seguire… raccomandazioni che vengono naturalmente disattese cacciando i ragazzi sempre più (apparentemente) nei guai.
Aperta la cassa trovano una chiave a forma di teschio e una pergamena che sconsiglia di «prendere il sentiero serpeggiante» e indovina: che cosa fanno i ragazzi?
Poi giungono ad una casa stregata e sulla porta a grandi lettere c’è scritto «Non salite le scale! Non aprite la porta! Non entrate!» e indovina: cosa fanno?
All’interno della casa, poi, si aggiunge un altro elemento di pathos, perché i bambini uno a uno incominciano a sparire.
I bambini continuano tra corridoi fantasmi, ombre fruscianti e poi ancora scale scricchiolanti, scantinati bui e freddi, ombre minacciose, dispense zeppe di pozioni, veleni e animali sotto spirito…
Scompare Jenny, poi Sammy, poi Pit…
Sara rimarrà sola di fronte a una porta su su cui c’è scritto «Non lo fare! Non lo fare! Non aprire questa porta!» e indovina: cosa farà Sara?
Il finale - tranquilli - è un finale allegrissimo che festeggia Halloween, l’amicizia e quel brivido mostruoso a cui abbiamo ridotto un po’ questa festività.
Il libro è spassoso e gradevole e fa ridere il giusto, in un crescendo di tensione che però viene naturalmente stemperata sul finale. Le immagini sono semplici e costruite graficamente in modo che il buio, attraversato dai fasci di luce delle torce, crei l’atmosfera di pericolo che tutti si aspettano.
Divertente dai 5 anni.