La tradizione europea e soprattutto quella francese è percorsa dalla dalle leggende legate alle corone dei re Magi che, il 6 gennaio, si ricordano nella grande festa dell’Epifania, cioè della manifestazione celebrata in tutto il mondo cristiano.
La galette des rois e tanti dolci della tradizione nostrana ci ricordano il valore e la nobiltà di quei grandi personaggi che arrivarono a rendere omaggio al piccolo bambino Gesù nato a Betlemme.
Con un lavoro filologico di recupero molto interessante («Zavřel l’aveva concepito già nel 1961 come “biglietto augurale illustrato” per la sorellina Ludmilla rimasta a Praga») la casa editrice Bohem porta alle stampe un testo celebre eppure dimenticato di Štěpán Zavřel che raccontò proprio la storia di questi sconosciuti e affascinanti personaggi che arrivarono dall’Oriente: Seguendo la stella.
La narrazione dell’artista ceco ripercorre le testimonianze apocrife, perché i Vangeli, anzi il solo Vangelo di Matteo ci tramanda pochissime informazioni sui Magi: «Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”».
Nonostante la stringatezza e il mistero che avvolge questi personaggi, le tradizioni orali e le devozioni particolari raccontano con grande ricchezza e coerenza il viaggio e l’arrivo di questi re e studiosi che attraversarono l’Oriente seguendo la stella cometa fino al Bambino Gesù. La storia dell’artista ceco ripercorre proprio questi passi dal fulgore spendente della stella cometa e dalla profonda provocazione che questi uomini ne ebbero, nella loro profonda stima e rispetto per i segni del cielo fino alle chiamate dei angeli.
«In questa notte scura e silenziosa, in questa notte in cui in cielo è apparsa una stella splendente, lontano lontano, in Oriente, dormono tre saggi, tre grandi re. La stella attraversa il cielo e si ferma sopra i loro palazzi. Il primo saggio si desta e ascolta il messaggio degli angeli: il giorno a lungo atteso è arrivato»
Il viaggio periglioso di questi tre re, attraverso chissà quali nazioni, i loro simbolici e preziosi doni (l’oro l’incenso e la mirra) costituiscono la traccia della storia, narrata con competenza e magia, ma a questa Zavřel aggiunge un elemento nuovo che mette al centro proprio le corone di questi tre.
Non sono riuscita a risalire a nessuna narrazione apocrifa che racconti di questo momento, forse inventato dall’autore o da lui conosciuto, un episodio che narra in modo efficace e quantomai simbolico il valore del viaggio di questi uomini:
«Hanno percorso tanta strada, hanno attraversato pianure, colline e montagne, e infine sono giunti al mare, il grande, sconfinato mare. Sulla riva c’è una sola nave, ma i denari che hanno portato con sé non sono sufficienti per la traversata. E allora, che fare? Il Re appena nato li sta aspettando, non possono fermarsi. Danno al capitano le loro corone ed egli, alla fine, li lascia salire. Il loro viaggio può proseguire»
Ecco dunque che i re si fanno uomini, si spogliano della loro regalità senza esitazione, cedono le loro corone come pegno per raggiungere l’amato Bambino, la meta del loro viaggio. Questo gesto così semplice diventa potentissima metafora e specchio di quello che il Re del mondo, Gesù, fece nascendo, spogliandosi di ogni regalità divina e facendosi carne, sangue, occhi e mani, bocca e capelli.
Lo stile celeberrimo dell’artista dona alle parole quello splendore etereo ed prezioso che rende le immagini iconiche ed eterne.
Seguite con noi i passi di questi uomini determinati e tenaci e ugualmente umili e grandi, in una storia di promesse, chiamate, fede e avventura.
Un gioiello finalmente riportato alla luce, da leggere dai 4 anni.