Avete in mente quelle sere euforiche, magari in mezzo all’estate, in cui il fermento di tutto il giorno non riesce a trovare pace e i bambini saltano da un letto all’altro, non perché non siano stanchi, ma perché lo sono troppo?
In due delle novità per primi lettori proposte da Sinnos l’aria che si respira è proprio questa: sto parlando di Solo una storia e poi a letto! e La grande rapina al treno.
Il primo testo firmato da Marion Gandon e Laurent Simon è una esilarante piccola raccolta di storie (3 per la precisione): pochi ingredienti che tornano e ritornano nelle storie, protagonisti scelti direttamente tra gli ascoltatori (in questo caso l’intero gruppo di bambine amiche), intrecci esilaranti che giocano sul filo del possibile e dell'assurdo… insomma risate assicurate.
Questa la cornice: Flavia, Noemi, Carlotta e Bianca sono quattro amiche, molto probabilmente in vacanza insieme, che in una calda serata estiva, ammassate sul materasso basso di un letto a castello chiedono a Marianna (l’animatrice?) di raccontare loro una storia. «“E va bene, ma una sola però!”».
In un gioco letterario che cerca di riprodurre l’improvvisazione del momento, le storie partono da esperienze reali, forse proprio momenti trascorsi insieme nella giornata ormai volta al termine, ma poi si aggrovigliano - attraverso procedimenti disordinati e imprevedibili - grazie a immaginazione e magia, in risultati esilaranti e pieni di allegria.
Nella prima storia le bambine fanno un giro in bici, Bianca è un po’ lenta così Carlotta «che pedala forte», la lega alla sua bici con un grosso elastico per aiutarla a non rimanere indietro. Chi avrebbe immaginato però che alla prima svolta le corna di una mucca si sarebbero impigliate nella bici di Bianca? E chi avrebbe potuto prevedere che una lumaca avrebbe causato un incidente ciclistico, lanciando Bianca direttamente sulla groppa di una mucca? E chi allora si sarebbe aspettato che Flavia sarebbe tornata indietro e sarebbe salita in groppa ad una pecora? E poi e poi… come si concluderà la storia?
Le illustrazioni ci riportano sul letto a castello, ma il primo racconto è stato talmente divertente che naturalmente la bambine ne pretendono un altro che partirà da Carlotta e dalle sue ciabatte non proprio profumate, e poi naturalmente un altro che parlerà di letti a castello.
Le storie sono assurde e semplici (ma non banali!) in un mix davvero godibile. Le azioni partono da un una base costituita dall’amicizia cordiale e sorridente di queste quattro bambine e si dipanano in snodi imprevedibili ed esilaranti. La font è maiuscola e questo rende il libro una proposta perfetta per i lettori che alla fine della prima elementare vogliano leggere da soli un libro tutto da ridere.
La seconda proposta invece riprende un tema topico dei canovacci d’avventura: la rapina al treno.
La storia è costruita in modo scenografico, quasi stessimo assistendo ad una rappresentazione teatrale. In apertura i personaggi vengono anticipati e descritti, come in un copione, da quel momento in poi il protagonista, un bimbetto con paglietta e papillon, incomincerà il suo viaggio in compagnia della bisbetica zia.
Le doppie pagine sono pensate per dare l’impressione dello scorrere del treno: i vagoni in primo piano (che cambiano se i personaggi si spostano all’interno), uno sfondo quasi impercettibile che cambia continuamente e grandi finestroni che ci fanno sbirciare tra gli scompartimenti. Il testo riporta semplicemente i dialoghi che i personaggi inquadrati pronunciano. I discorsi diretti sono incalzanti, disordinati, accavallati (in ogni scompartimento è possibile ci siano voci che si intrecciano, sovrastano o che portano avanti discorsi autonomi…), nonostante questa confusione (alla prima lettura può capitare di non capire chi sta parlando a chi), la vicenda segue incalzante il suo svolgimento, guidata prevalentemente dal protagonista che tiene gli occhi bene aperti:
«“Guarda là” “Bello. Fai il bravo però” “E guarda laggiù” “Stai seduto” “Cosa sono quelle cose all’orizzonte?” “NON TI ALLONTANARE! Non è buona educazione andarsene in giro per gli scompartimenti!” “Full d’assi!”». Tra pellerossa che fanno gli insegnanti elementari, bande di banditi famigerati, robot accompagnatori, venditori di pentole, sceriffi messi fuori gioco da sottovesti volanti, maiali e struzzi che fungono da cavalcature, orsi ammaestrati, fionde, rapimenti, pistole… l’avventura è assicurata e le svolte narrative si legano ai personaggi meno prevedibili! Il treno arriverà in stazione e il viaggio rimarrà indimenticabile.
I dialoghi sono frenetici e il fatto che non siano chiaramente ricondotti a chi li pronuncia, può in un primo momento lasciare straniati, tuttavia è questo un libro che chiede di essere riletto e riguardato, perché le vicende dei protagonisti seguono vie indipendenti ed intrecciate e tornare a ritroso nelle pagine è un piacere fa parte della narrazione stessa.
Il turbinio dell’avventura che avanza nonostante non si capisca tutto fino in fondo è il vero sapore di questa storia e invita, ancora una volta, a non sottovalutare il potere delle immagini: guardate, imparate a guardare le illustrazioni senza superficialità, capirete certamente meglio il testo! E in questo le illustrazioni di Federico Appel si prestano con calore e chiarezza: le espressioni e le sequenze sono infatti chiaramente segnate, secondo una tecnica più affine al fumetto che alla narrativa illustrata. Un libro turbinante e frenetico come solo le grandi avventure sanno essere.
Dai 7 anni.