Per cui come non parlare di A cena della regina di Rutu Modan? Il fumetto dell’autrice israeliana è un incantevole concentrato di irriverenza, quella di chi non capisce le tradizioni fino in fondo e quindi, semplicemente, non le segue. Il fumetto non è uno dei miei medium preferiti, ma mio marito e mio figlio, dall’alto dei suoi 5 anni, ne sono invece grandissimi fan: per dire, sapete che noi abbiamo una “casella” in fumetteria in cui ogni mese, settimana, anno vengono depositati i numeri dei fumetti a cui siamo abbonati?!?! Sto pensando di proporre un corrispettivo per gli albi. Sto scherzando amore :D
Tornando a noi, Nina è una ragazzina che, nella selvatichezza dell’infanzia, mangia con le mani, si dondola sulla sedia, parla con la bocca piena, dà da mangiare al cane, piega le ginocchia sulla sedia… tutto nella norma insomma. E nei “canoni” della genitorialità la mamma e il papà insistono con i no. Ma quando di fronte all’ineccepibile opposizione di Nina il papà non sa offrire altro che una superficiale e debole opposizione «E se la regina ti invitasse a cena a Buckingham Palace, cosa faresti?», accade l’inevitabile, il colpo di scena: Nina viene effettivamente invitata a Palazzo dalla Regina.
La piccola, per niente intimorita e forte della sua ragionevole ed infantile visione del mondo (Per quale motivo non si possono mettere due calze di colori diversi? Perché devo mettere ai piedi delle scarpe? I denti si devono spazzolare? Davvero?) in due salti è pronta a partire. Il ricatto genitoriale emerge solo dopo un po’ («Non sono mai stata in un palazzo reale. Come farò a comportarmi bene?»), ma alla fine la gioventù ha la meglio e Nina si accomoda a tavola senza alcun pensiero. Dopodiché il problema principale sembra essere il menù: beccacce, quaglie, asparagi, soufflé, lumache… «Ci sarebbe della pasta con il ketchup?». Quando il piatto arriva, dopo che con candore disarmante Nina pensa che aver ringraziato il cameriere sia stato un sommo gesto di educazione («Ma quanto sono educata!»), si pone subito un dilemma: quale delle 18 posate?
«Fai come sei abituata a fare.» «Ah, allora è facile!»: mani. Gli altri invitati e il lettore per un momento sbarrano gli occhi esterrefatti e forse immaginano proprio la cella buia della prigione in cui Nina stessa teme di finire, tanto da fare dietrofront e afferrare immediatamente una forchetta :D
La regina offre però un ulteriore colpo di scena: «Allora devo provare anch’io». «Da ora in poi si mangerà così nel mio regno». Nina «promise che sarebbe tornata a trovarli durante le vacanze estive e gli [spero che l’errore grammaticale fosse voluto, vero?] avrebbe insegnato tante altre cose fantastiche…».
La storia è spiazzante, ironica, paradossale: Saverio si sbellica, esattamente come il bambino di fronte al re nudo. Rutu Modan fa leva sul ricatto del “convenzionale” e rivolge in fondo un interrogativo a tutti gli adulti: a cosa servono le buone maniere? Davvero l’invito di una regina è l’argomento più forte che riusciamo ad offrire?
La capacità illustrativa dell’artista israeliana è indubbia: l’uso del contorno come caratteristica prevalente della tavola, una precisione quasi fotografica nella riproduzione dello spazio, dei dettagli e dell’espressività dei persongagi. La piattezza del colore e l’assenza di scuri dona alle vignette una personalità unica e decisa. Le didascalie sono poche, la storia è affidata prevalentemente ai dialoghi e alle immagini.
Ad un bambino piccolo come Saverio (5 anni) il fumetto permette una lettura autonoma: la minuziosa riproduzione dei diversi passaggi della storia, fa sì che possa goderne in solitudine.
Una moderna paladina che smaschera i lettori “nudi”, ma che in fondo è talmente adorabile che la si saluta nel risguardo e si spera torni presto!
Consigliatissimo a tutti, per ritornare a prendersi con un po’ più di leggerezza.
A cena della regina
Rutu Modan - Shulim Vogelmann (traduttore)
32 pagine
Anno: 2014
Prezzo: 15,00 €
ISBN: 9788880575603
Giuntina editore
Anobii