Quante cose è una casa! In questi mesi ho avuto la fortuna di poter riflettere intorno al tema della casa negli albi illustrati, per una serie di conferenze, e ho potuto addentrarmi nella ricchezza simbolica che questo luogo rappresenta: una porzione di mondo che ogni personaggio letterario, che ogni persona, sceglie e delimita per coltivare e custodire la propria identità.

Tanti sono gli esempi di albi e romanzi che narrano questo valore incommensurabile e Canto per una casa ritrovata di Sophie Blackall sintetizza in modo lirico e commovente questa intuizione.

Grazie a una contestualizzazione che ci catapulta nella campagna americana, con un accento ottocentesco, scorgiamo da lontano una casa in legno (le finestre illuminate sono testimonianza evidente di una vita che la abita!) con il fienile in legno rosso e grandi silos, appoggiati accanto al ruscello che serpenteggia tra i prati.

L’autrice e illustratrice australiana (naturalizzata americana) ha una capacità impressionante di rendere iconici (attraverso linee grafiche regolari) e contemporaneamente vivi e mossi gli scorci che illustra e questo libro non fa eccezione.

Dalla pagina successiva veniamo accolti dentro la casa stessa, che “perde” una parete per accoglierci, come osservatori, dell’interno.

Lo stile illustrativo è particolarissimo ed è evidente la materialità degli elementi usati nella composizione della pagina: i collage sovrappongono diversi livelli materici (tessuti, ritagli di giornale e riviste, carte, fotografie…), gli acquerelli si aggiungono, dialogando con le matite colorate e la china, il cui tratto inconfondibile dona quelli sguardi così espressivi ai personaggi. Questa scelta “multistrato” dà l’impressione di trovarsi di fronte a un teatrino di figure di carta, anche se l’illustrazione non perde mai in tridimensionalità, grazie ad un brulicare di dettagli “inutili”, disseminati sulla tavola e - soprattutto - al limitare di ogni confine della pagina, come a suggerirci un oltre che vive a dispetto della coscienza dello sguardo del lettore.

Il testo, tradotto da Chiara Carminati, appare per l’andamento ritmico e non rimico simile ad un canto: un inno che basa la sua potenza sulla cadenza della voce e sui suoni interni e che nel suo variare squinternato (l’andamento settenario si allunga e poi si accorcia) si accorda all’imperfezione dei giorni. La scelta del tempo passato, infine, acuisce la sensazione di una celebrazione di qualcosa che fu.

«In cima a una collina 

in fondo a una strada 

accanto a un ruscello 

che svolta e risvolta, 

c’è una casa 

dove dodici bimbi 

sono nati e cresciuti 

andando a gattoni 

nell’atrio accogliente 

mettendosi in posa 

sui gradini di legno 

e segnando ogni anno 

i centimetri in più»

È proprio nella vita di questa famiglia che seguiamo e ricostruiamo un crescere e conformarsi della casa che si lega alla loro vita. Ci sono i muri che vengono decorati con le patate incise e forse un po’ pasticciati dai piccoli di casa, le trapunte, i tappeti sbattuti, gli stracci ad asciugare sopra la stufa, i poster appesi in camera, le scatole di tesori nascoste sotto i letti…

In ogni doppia pagina viene raccontata una scena quotidiana, ma quello che vediamo animarsi è molto di più perché ogni protagonista all’interno dello stesso evento vive la propria vita.

Così in un salotto c’è chi suona l’organo, chi gioca, chi si fa coccolare dalla mamma, chi fa la maglia, chi si annoia, chi fa i capricci…Le stanze da letto e i letti condivisi tra i tanti fratelli testimoniano un’intimità unica, ma anche la multiformità imperfetta di una famiglia numerosa: le trapunte tutte diverse, i comodini da cui spuntano vestiti infilati a forza, c’è chi legge, c’è chi sogna, c’è chi dorme, c’è chi ripiega perfettamente le proprie cose… Quante parole, quanti sogni, quanti segreti raccolgono generosamente e custodiscono le mura di una casa!

«e hanno munto le mucche due volte ogni giorno 

all’alba al tramonto, un turno ciascuno 

col sole o la pioggia, col muso imbronciato 

oppure con gioia e con larghi sorrisi 

secondo l’umore del bimbo e del cielo 

hanno allattato i vitelli 

hanno pulito la stalla 

hanno ammucchiato la paglia 

sul carro legato al cavallo 

poi sono andati a pescare 

trote guizzanti al ruscello 

che cambia di forma ogni anno»

La vita di 100, 200 anni fa si svolge sotto i nostri occhi con un fascino che è dato da un’esistenza forse più strettamente legata e basata sui legami familiari.

Ci sono giorni belli e giorni brutti giorni, giorni di preoccupazione e giorni di divertimento, feste per le mele, pianti per le malattie, lume ad olio sopra il lavello per vegliare in notti di preoccupazione e pentole utilizzate per raccogliere l’acqua che cade dal soffitto.

Potremmo restare una vita in questa casa, eppure da una pagina all’altra tutto si interrompe: i dodici bambini sono cresciuti, ognuno ha trovato la sua strada e anche l’ultima piccina sta per congedarsi da questa casa, lasciando alle spalle molte tracce di sé. La casa per un lungo tratto della sua vita si lascia abitare dalla natura, fino a che la nostra autrice non arriva per conoscerla, decisa a farsi raccontare la sua storia.

Nella postfazione Sophie Blackall racconta la storia di questa casa, realmente esistita, che lei ha comprato e che prima di abbattere ha voluto scoprire, documentando tutto ciò che ancora vi era custodito e ricercando tra le voci dei vicini racconti della vita di chi quella casa, prima di lei, aveva abitato.

Questa riscoperta, questo viaggio nel passato, trova una perfetta resa nella sedimentazione di queste tracce a livello illustrativo che si armonizzano con l’illustrazione in modo unico come unica è la casa che l’autrice ha voluto raccontare.

Il libro ha diversi livelli di lettura che possono rivolgersi a bambini di diverse età: i più piccoli coglieranno la bellezza del racconto quotidiano, della vita di una famiglia numerosa e potranno perdersi nello scorgere e nel riconoscere i dettagli di questo brulichio di vita, i più grandi potranno cogliere l’intuizione di un luogo che è fonte privilegiata nel raccontarci l’identità di qualcuno.

Un libro molto bello.

P.S. suggestiva la scelta del titolo che supera l’asettico Farmhouse originale.

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Canto per una casa ritrovata Sophie Blackall - Chiara Carminati (traduttrice) 48 pagine Anno 2023 Prezzo 16,00€ ISBN 9791259961150 Editore Terreddimezzo
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