Affrontare temi contemporanei e drammatici come un terremoto che rade al suolo intere cittadine italiane nel Centro Italia non è facile, perché cadere nella retorica è una tentazione reale, sebbene poco fertile, e raffazzonare testi che narrino senza raccontare nulla di particolare sull’onda di emozioni che si considerano condivise è purtroppo un modus operandi che conta sempre più esempi ultimamente.

Silvia Vecchini e Sualzo invece con La zona rossa firmano una storia capace di camminare con le proprie gambe - a prescindere dai tragici momenti che innescano la vicenda e che tutti abbiamo impressi nella mente - e lo fanno rivolgendosi ai ragazzi, impresa forse ancora più ardua, con nessuna apparente preoccupazione di insegnare, far empatizzare con persone in difficoltà, ma semplicemente raccontando una storia di paura, rabbia, dolore, ma anche di amicizia e soprattutto di speranza, pervadente ed ostinata speranza.

È una sera come ce ne si aspettano, giorno dopo giorno, e invece è una sera che cambia tutto e distrugge quasi tutto.

La zona rossa è un fumetto organizzato in 8 capitoli che segue le vicende di un ragazzo, Matteo, della sua famiglia e dei suoi amici a partire dalle ore immediatamente successive al terremoto che rade al suolo quasi completamente il paese in cui vivono. I capitoli raccontano brevi episodi cronologicamente ordinati, ma non per forza temporalmente contigui. Silvia Vecchini apre degli squarci per narrarci la vita di chi è stato travolto dal terremoto attraverso le parole, gli incontri e i dialoghi tra i personaggi: l’autrice sceglie di non inserire alcuna didascalia e questo amplia l’effetto “voci” ed elimina ogni possibilità di commento esterno. Siamo spettatori silenziosi di una vicenda che non vuole essere spiegata da nessun altro se non dai protagonisti. Ciò che immediatamente colpisce è che l’evento sismico travolge delle vite, delle vite che vanno avanti: relazioni, legami, interessi, scuola, cibo, sonno… la drammaticità del momento però svela forse più in profondità l’umanità e il cuore di ciascuna persona coinvolta. La rabbia, la paura sono emozioni che investono tutti, bambini anziani, uomini e donne, ma ognuno ha il suo particolare modo di ripartire, di ricominciare, di ribadire a se stesso cosa vale nella vita e a chi ci si aggrappa quando non si ha più niente. È sempre davvero miracoloso vedere come gli uomini si guardino più umanamente nelle tragedie, condividendo il bisogno, e come l’amicizia aiuti a spogliarsi della paura e della rabbia. C’è tutto questo in La zona rossa, ma c’è soprattutto la storia del protagonista Matteo: i suoi amici, la sua ragazza, il suo papà  e il suo patrigno, la nonna, la sorella, i compaesani, la maestra…

Gli incontri narrati appaiono preziosi: nel tempo sospeso del post terremoto dove nessuno è nel posto in cui vorrebbe o dovrebbe essere, si scoprono i dettagli che nella vita contano. L’orto è l’occasione della condivisione con persone che magari hanno sempre vissuto accanto a te, ma che non hai mai visto, le debolezze dell’amico diventano l’occasione per essere coraggiosi insieme, ma anche per piangere insieme: chi si lascia sfidare cambia in meglio e i momenti acquistano il loro peso, perché si fa «quello che c’è da fare», senza pretese.

Alla fine non si nega la rabbia né la paura, ma la scoperta che la propria fragilità non è una debolezza, ma che se innervata d’oro (bellissima e funzionale la citazione della pratica giapponese del kintsugi) è la preziosa statura del proprio essere non è scontata eppure gronda speranza.

I disegni di Sualzo sono capaci con la medesima discrezione dei testi di mostrare con pudore e rispetto, senza chiose, le debolezze dei protagonisti e ugualmente senza falsa enfasi la grandezza statuaria di gesti e scelte quotidiane.

Un fumetto che si divora in poco tempo, capace di parlare ai ragazzi (dai 9 anni, ma mio figlio di 8 anni lo ha molto apprezzato) di scelte e di speranza, perché nella vita di ciascuno c’è una zona rossa e un terremoto, ciò che fa la differenza è il passo che si fa il momento immediatamente successivo e la disponibilità a sperare.

«C’è chi si lascia chiudere nella tristezza e chi si apre alla speranza. C’è chi resta intrappolato nelle macerie della vita e che, con l’aiuto di Dio solleva le macerie e ricostruisce con paziente speranza». Papa Francesco.

P.S. come se non bastasse una parte dei proventi del libro sono stati destinati ad un progetto che sostiene alcune iniziative per i ragazzi di Montefortino, uno dei comuni più colpiti dal terremoto del Centro Italia. E neanche a farlo apposta proprio oggi sono state pubblicate le foto del concretizzarsi dei primi aiuti.

La zona rossa
Silvia Vecchini - Sualzo

135 pagine
Anno: 2017

Prezzo: 14,50 €
ISBN: 9788869662287

Il castoro editore

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