Silvia Vecchini scrive per Lapis 24 racconti che idealmente possono guidarci al Natale nei 24 giorni che lo precedono. 24 passi a Natale è il titolo e, sebbene le storie non siano scandite da un tradizionale riferimento numerico, sono un viaggio perfetto per gli occhi ed il cuore per arrivare a quel momento più felici e con la testa resa desta da qualche invito non così scontato.
I racconti non sono di carattere esplicitamente religioso - sebbene l’ultimo di concluda accanto ad un’inequivocabile grotta su cui sfavilla una stella cometa -, ma affondano le proprie radici nelle fiabe e nella condivisa spiritualità che appartiene all’essere umano.
La matrice fiabesca è evidente nella capacità sintetica che hanno queste storie di arrivare metaforicamente al cuore di tante questioni umane: il dolore, l’attesa, la giustizia, l’amore, l’amicizia, il bene, il male… In fondo ad ogni racconto c’è un invito che non scade mai nella retorica o nella pedagogia buonista, ma spalanca una finestra sulle parole appena ascoltate, lasciando che la storia, possa, se il lettore lo vorrà, diventare un passo, un cambiamento, una riflessione... in fondo l’attesa non è mai un non far niente, no?!
«Aspettando il Natale, impariamo a riconoscere l’attimo in cui un pezzetto di cielo si fa trovare sui nostri passi»
«Aspettando il Natale, ripariamo quello che si è rotto per tornare più forti e felici»
Non immaginatevi però racconti pedagogici o pesanti pseudosermoncini che desiderano egocentricamente insegnarci qualcosa sull’onda del superficiale ed emozionale spirito natalizio, Silvia Vecchini ha la capacità di andare al cuore di molte questioni e di saperle raccontare con molta levità, ma soprattutto con una libertà letteraria che vale, perché è assolutamente centrata sulla narrazione: è sempre un piacere ascoltarla raccontare!
Le sue parole particolari e universali, come le fiabe sanno essere, raccontano di piccoli eventi quotidiani e straordinari che si trasformano in un invito personale al lettore, senza che questo diventi mai invadente o prevaricatore sulla bellezza di una storia raccontata con parole scelte e intessute con sapienza.
24 storie che intrecciano uomini che vagano per il paese alla ricerca di una sedia e che invitano le persone a raccontare e ad ascoltare a frutti rossi unici che sbocciano per andare lontano, che narrano di nuvole irrigidite dalla testardaggine che si sciolgono in calde lacrime, di fiori che sembrano unici ma solo perché nessuno dà loro l’occasione di moltiplicarsi, di pesci che diventano principi e poi amici, di bambini che uccidono uccelli con le fionde ma che accettano di essere guardati amorevolmente da qualcuno di inaspettato, di chiavi che non aprivano alcuna porta o forse tutte…
Le illustrazioni di Lucia de Marco sono perfette nella sua scelta di una palette quanto mai lontana dal Natale: nessun rosso sfavillante, nessun giallo abbagliante…ma tanti terrei marroni, verdi terrosi, bianchi ristoratori, in tante scene comuni e inaspettate, al cui centro spesso troviamo anziani, bambini e animali, protagonisti silenziosi della storia del mondo.
Il racconto finale di Natale è un tripudio di auguri, o meglio è la celebrazione di un miracolo che avviene ogni anno a prescindere dai passi fatti, qualcosa che accade gratuitamente sotto gli occhi di tutti, se si è bravi a non dimenticare le storie ascoltate!
«Ma qualche notte dopo, quando gli animali della locanda videro passare la stella nel cielo, si ricordarono delle parole dell'asino e un brivido scosse il bosco e accese tutto il sentiero, arrivò sulla cima della montagna spazzata dal vento, fece zampillare la sorgente e increspò l'acqua del fiume, quella del pozzo e quella del mare, fece gioire le pietre preziose nella miniera e suonare il flauto d’argento, svegliò gli uccelli che dormivano sui rami, fece saltare le caprette e i cavalli nei recinti, maturò il frutto più rosso e spinse l'altalena, fece cadere le armi ai soldati che montavano la guardia e rotolare dai cuscini le corone dei re, battere il cuore degli innamorati e degli sposi, toccò quello delle persone sole ed entrò come una carezza nel sonno dei bambini e delle bambine, e tutti loro sognarono un giorno di doni e dolcezze, amore, pace e gioia. E così avvenne»