Ci sono tanti modi per avvicinarsi alla storia della Natività e, dato il livello di celebrità della storia, quello che si predilige con maggior frequenza è il punto di vista diverso, originale, con esiti o geniali o terribilmente deludenti.
Silvia Vecchini imbocca invece con decisione la strada della tradizione, senza paura, forte - questo è evidente - di una conoscenza dei testi biblici non indifferente.
Natale notte di meraviglia, adatta un libro il cui testo in lingua inglese è Silent night (il famoso canto natalizio) ad un racconto nuovo di zecca di Silvia Vecchini capace di raccontare e dialogare con le immagini con levità ed emozione, senza che diventi sentimentalismo. Una storia di rara armonia.
«Dopo tanto cammino, eccomi di ritorno nel villaggio dove sono nato. L’imperatore ha ordinato un censimento e dovevo venire ad ogni costo. Tutta questa strada per scrivere il mio nome»
Silvia sceglie di dare voce al papà di questa storia, san Giuseppe, che con semplicità ci accompagna in questo viaggio. Non è un narratore dai grandi pensieri rimuginati, o dalle frasi teologiche colte, quest’uomo sta limpidamente davanti a ciò che succede e ce lo racconta, come se non avesse nulla da difendere e nulla da poterci offrire oltre a ciò che ha visto.
«Ma la mia sposa è stanca e il suo bambino sta per nascere. Come rifugio ho trovato solo una stalla. Dalle sue finestre entra la notte e anche i rami degli alberi. Gli animali aspettano con noi. Mansueti si fanno vicino alla mia sposa e trattengono il respiro insieme a me»
La dimensione di partecipazione del creato intero - che ricorda le profezie di Isaia - amplifica il senso di attesa e novità che la nascita di Gesù ha rappresentato nella storia. Autrice e illustratrice ci mostrano come anche le piante, il cielo, la terra, gli animali partecipino al miracolo di un Dio che si fa uomo e non in virtù di un’umanizzazione divertente che tanti scritti ha fatto nascere (il gatto che racconta, la pecora che ci offre il suo punto di vista, l’asinello che viene intervistato…): il mondo nella sua bellezza e armonia si ferma un attimo, in un attimo che ha cambiato la storia. Non può che essere stato così!
Gli animali trattengono il fiato, il battito dei cuori rallenta, e poi ballano («le pecore saltano, sento i loro zoccoli sui prati battere come cuori in festa»), le stelle precipitano sui prati, sull’albero maturano in un attimo rossi melograni cullati dall’ondeggiare del vento che poi invece tace per lasciare spazio a rumori di un altro mondo, le foglie degli alberi si aprono come a primavera…
Le figure bidimensionali si affollano con armonia come in un teatro di figurine di carta: tutto è bello e armonico. I colori e le geometrie giocano con il bianco e con il nero, il volto dei protagonisti è scuro e i capelli sono neri come la pece… sembra di trovarsi in Palestina! Ma sono protagonisti anche i cespugli, le palme, gli alberi, i gherpardi, le pecore, i cani...
Ciò che mette in moto i pastori sembra addirittura la conseguenza di un percepibile sobbalzare entusiasta della terra: «Dalla terra sembra alzarsi un “Oohh!” di mistero e per risposta il firmamento si china, fino a noi».
Questo stravolgimento festoso della vita non è raccontato da un punto di vista esterno e onnisciente, è proprio Giuseppe a cogliere questo trasfigurarsi del creato, come a dire: è vero, è percepibile, lo vedono anche i poveri occhi umani di un padre appena nato!
L’arrivo alla stalla, il riposo dopo il parto e poi l’avvicinarsi degli animali, gli angeli, i pastori, i Re Magi…
Tutti arrivano e Giuseppe nota: «vogliono solo guardarlo».
Anche lui chiude «gli occhi davanti al suo segreto […] troppe meraviglie in una notte sola».
I protagonista quasi spariscono nei festeggiamenti del mondo (bellissime anche le tavole brulicanti in cui la piccola stalla è un dettaglio unico e splendente, ma circondato dalla vita intorno!). Tutto il mondo lo cerca, tutto il mondo è felice.
«Non abbiamo niente per ricambiare, siamo di passaggio»
Eppure in tanti hanno intercettato questo passaggio.
«Al centro di questo abbraccio c’è un bambino che ancora non parla e già chiama tutti. […] Domani scriverò il suo nome accanto al mio. Inizia una storia nuova. Questa notte, nel mio villaggio, sono nato un’altra volta. Sono diventato papà»
Un bellissimo libro sul Natale.
Ottima scelta!!
Finalmente! Lo comprerò subito per i miei nipotini!