I bambini radice arrivano da lontano e, come è accaduto per i bambini di neve, incantano grazie alla metafora naturalistica che li rende trasparenti personaggi dell’esperienza infantile.
Sono i fiori, in questo caso, a diventare bambini in un gioco che è personificazione, ma che è anche semplice storia magico-naturalistica.
Si avvicina la primavera e Madre terra sveglia i suoi piccini, spiriti bambini che nel fondo riparato e accogliente della terra, preparano in un lavorio febbrile lo sbocciare e rinascere dall’inverno.
«“Dai alzati , bambino. Su svegliati, piccina!
Inverno è già finito. Primavera si avvicina!”
Il piccolo gregge si stira e si sgranchisce.
Nel nido di capelli vanno dita come bisce»
Insetti e bambini lavorano instancabili, riparati nel mondo del sottosuolo e delle radici, appunto: cucire pitturare, spazzolare, rinfrescare, lavare, aggiustare.
E poi finalmente ecco giungere la primavera: i piccoli bambini, vestiti ognuno dei propri abiti colorati, fanno capolino tra i prati. In una sorta di processione i piccoli sorreggono i fiori di cui sono personificazione ed in quel momento il gruppo si disperde.
Le tavole che avevano descritto uno spazio comunitario si fanno quadri e istantanee (notate l’apparire delle cornici floreali!) delle avventure che i fiori bambini vivono ora nel bosco ora al ruscello ora al campo.
In una sorta di rituale i bambini sfilano animando la primavera, il mondo fiorisce in forme, colori e profumi. La vita animosa della primavera è specchio delle stagioni calde, ma si trascina fino all’autunno: sono i primi venti freddi a richiamare i piccoli al calore accogliente della terra.
«Ed ecco, viene autunno, vento di tempesta,
tornano alla madre, finisce la festa.
“Bambini radice, vi attende il vostro sonno.
Dormite, sognate, fino al prossimo anno»
I fiori, grandi protagonisti dell’arte nouveau, mostrano il loro fascino in cornici che sembrano modellate a incastonare le diverse tavole illustrate, ma ugualmente prendono vita nella storia e nella varietà di volti dei bambini.
Il ritorno alla natura di cui gli artisti primonovecenteschi ammirano la perfezione formale, l’energia vitale e la dinamicità, si trasformano e si confondono con l’umano. La natura, di cui l’uomo fa parte, mostra la sua ciclicità e la sua bellezza che si ripete miracolosamente sempre uguale e impercettibilmente diversa stagione dopo stagione.
Le illustrazioni di Sibylle von Olfers restituiscono con precisione e incanto questo pensiero in un accostamento di disegni naturalistici dettagliati con precisione e nella costruzione di un mondo magico dove la natura prende vita in piccole anime o spiriti.
La storia in rima, impreziosita da parole antiche di un altro secolo, accompagnano i piccoli lettori in una storia di stupore quasi magica ma che è anche semplice scoperta della bellezza del mondo che li circonda.
Una stupenda storia per i più piccoli! (dai 3 anni)