Una delle esperienze che definisce il tempo delle vacanze per me è la possibilità di fermarmi e godere di ciò che mi circonda: una miriade di oggetti, superfici, scorci… e poi il cielo, gli orizzonti, gli alberi, la grana della sabbia, il rumore del mare, il calore del sole, il silenzio chiassoso del bosco… Uno sguardo che cerca di recuperare quello stupore che nei bambini è innato, ma che con il tempo rischia di diventare miope.
Celebrano questa posizione tesa a riempiersi di tutto ciò che accade intorno due libri, apparentemente diversi, ma che ho sentito profondamente fratelli: Laudato si’. Il Cantico delle creature a cura di Chiara Frugoni e Tutto intorno a me di Shirley Hughes.
Quest’ultimo, è il secondo volume di Shirley Hughes che Pulce editore porta in Italia e raccoglie al suo interno 5 piccoli capitoli (inizialmente stampati come libriccini singoli) dedicati all’esplorazione dello spazio quotidiano.
Katie e il suo fratellino Olly, che già abbiamo incontrato nella raccolta di filastrocche dedicate alle stagioni (Tutti a spasso), tornano a raccontarci del loro mondo attraverso: Opposti, Numeri, Colori, Forme e grandezze, Suoni.
Anche in questo caso sono testi in rima ad accompagnare i lettori, insieme a vivide immagini di un’infanzia inglese scapigliata e gaia, familiare e spensieratamente vissuta all’esterno tra parchi, giardini e spiagge oceaniche.
Non immaginatevi pagine contrapposte o sequenziali decise a tavolino su argomenti e temi standard (alto/basso, rosso/verde/blu…), al centro di questi capitoletti c’è la vita, non pianificata e spettacolarmente eloquente.
«Calda è l’acqua del bagno, fredda è quella del mare
i gattini di Ginger sono appena nati e Buster comincia ad invecchiare»
«È bello essere gentili, è brutto stuzzicare;
sei scortese se spingi e strappi, sei educato se sai aspettare»
«Io e il nonno ci siamo messi il giubbotto
per andare al parco a fare un giretto.
Abbiamo visto un gatto spelacchiato,
due bambine grandi che mangiavano il gelato»
«Albicocche e mandarini,
vasi arancioni di fiorellini,
io e la gatta arancione tigrata
mangiamo il pane e la marmellata»
Sfogliare queste pagine riempie gli occhi con ritratti pennellati di scene quotidiane e familiari e ci accorgiamo di quanta bellezza si celi in quella che potrebbe sembrare una semplice giornata. Il fatto, poi, che le stagioni non siano separate in capitoli netti ma mischiate in un susseguirsi di giorni e accadimenti crea un’armonia, a mio avviso, ancora più piacevole del primo volume.
Niente di più lontano da una raccolta di libri “educativi” queste filastrocche giocano con la giornata e ci restituiscono l’allegria perfetta della piccola quotidianità: un libro da avere sempre sottomano!
Ha un tono diverso e una storia ben più rinomata, ma Laudato si’. Il cantico delle creature di Francesco d’Assisi mantiene una freschezza giovane che è data dal medesimo sguardo sul mondo, stupito e grato. La professoressa Chiara Frugoni rimette mano all’italiano antico del primo testo letterario italiano della nostra storia (lo sapevate?!), mantenendone il cuore.
«Voglio lodarti, mio Signore, insieme a tutte le creature e specialmente con il signor fratello Sole che ogni giorno brilla e tu attraverso di lui ci dai luce»
Il ritmo della composizione, ormai desueto alle nostre orecchie, segue un andamento, dettato dalle splendide illustrazioni di Serena Viola, che è pura armonia.
Un bambino in controluce esprime lo spirito della parole e poi una doppia pagina di colori dona un riflesso dell’esperienza del sole, del vento, dell’acqua…
Modugno cantava:
«Ma come non ti accorgi
Di quanto il mondo sia
(Meraviglioso)
Meraviglioso
Perfino il tuo dolore
Potrà apparire poi
Meraviglioso
Ma guarda intorno a te
Che doni ti hanno fatto
(Ti hanno inventato il) mare
Tu dici: “Non ho niente”
Ti sembra niente il sole?
La vita, l’amore»
Ecco San Francesco esprime esattamente questa stupita gratitudine per un mondo e una vita grondanti meraviglie, dove anche «sorella morte» non fa paura, perché parte di una vita che è luci e ombre, ma che è anche ritorno alla casa di un Padre che tutta questa bellezza ha creato.
Questa dimensione che trasforma l’osservazione in gratitudine penso sia l’esplicitazione di ciò che colpisce anche nel primo testo della Hughes: perché dire grazie è accorgersi che quella bellezza (dei suoni, dei colori, delle forme, della vita…) è per noi e non solo estraneamente fuori da noi.
Due libri, due volti per guardare il mondo felici.