Amo quel cane. Odio quel gatto è un romanzo in versi, o meglio è la raccolta di due racconti in versi, nati a 7 anni di distanza e finalmente riuniti insieme, quest’anno, anche in edizione italiana.
Sharon Creech dà voce a Jack e al suo incontro a scuola con la poesia, lo fa attraverso una serie di composizioni poetiche eccentriche e narrative che possiamo immaginare raccolte in un diario o scritte disordinatamente in foglietti e pagine. Due anni di scuola raccontati indirettamente attraverso le sue parole e i suoi pensieri, in versi in un dialogo immaginario e interlocutorio con la sua insegnante, Miss Stretchberry.
Jack dà la possibilità di ascoltare in prima persona, attraverso le parole di un ragazzino di 9-10 anni (?), che cosa significhi incontrare la poesia.
Una sorta di resoconto in prima persona che, proprio perché affidato ad un ragazzino, non verte sui grandi sistemi e sui benefici didattici, ma con schiettezza e intraprendenza testimonia qualcosa che evidentemente ha aperto un piccolo varco nel suo sentire, come possibilità.
«Non mi va proprio
i ragazzi
non scrivono poesie.
È una cosa da ragazze»
Le storie celate dietro le poesie emergono come una serie di episodi, di ricordi, di sensazioni che il protagonista sente di poter esprimere e riesce ad esprimere proprio grazie all’incontro che la sua insegnante ha permesso con la poesia. È infatti il rapporto e la reazione a testi scelti della tradizione poetica americana (che trovate raccolti alla fine dei due racconti) a suscitare in Jack collegamenti e pensieri che gli permettono di capire cosa gli succede e cosa gli è successo.
«Io davvero davvero davvero
NON l’ho capita
la poesia sul pascolo che hai letto oggi.
Voglio dire:
qualcuno sta andando
al pascolo
a pulire la fonte
e a prendere
il vitellino malfermo
che sta là fuori
e non ci metterà molto
e vuole che TU
(chi è questo TU?) vada con lui.
Voglio dire DAVVERO.
E tu dici che
Mr Robert Frost
che ha scritto del pascolo
era anche quello
che ha scritto
di quei boschi di neve
e delle miglia da fare
prima di dormire -
bene!
Penso che Mr Robert Frost
ha un po’
troppo
tempo
per le
mani»
L’atto stesso di mettersi a scrivere poesia per gioco diventa la possibilità per Jack di ricordare, intrecciare e comprendere di più la sua esistenza, che riesce ad emergere nel suo significato proprio grazie alla poesia.
Questo è evidente, ad esempio, nel correre e ricorrere di versi come quelli dedicati alla strada, ai giochi e alle auto che alla fine del primo racconto (Io amo quel cane) dipingono il dramma della morte dell’adorato cane giallo di Jack, permettendogli forse di riconoscere quel dolore.
«Alla fine della nostra strada
c’è un cartello
che dice
ATTENZIONE! BAMBINI GIOCANO!
ma qualche volta
le macchine
non fanno attenzione
e accelerano
come quando
vanno di GRAN fretta
con tante miglia da fare
prima di dormire»
Non aspettatevi endecasillabi o sonetti, quella cui siamo di fronte è una poesia libera, certo più affine al lettore non italofono, ma forse più necessaria a questi ultimi per percepire le potenzialità di questo genere. Con la poesia si può ridere, si può scherzare, accusare, piangere, raccontare… Jack non fa altro che parlare di sé, ma indirettamente ci regala un trattato spontaneo e veritiero sulla poesia: il peso della parole, la non necessità di capire, il ruolo del ritmo e del suono (che sua mamma sorda percepisce appoggiando le mani sul suo petto), il ricatto dei grandi temi….
Nel secondo racconto (Io odio quel gatto), sarà sempre la poesia a dare l’occasione a Jack di scoprire un affetto inaspettato per … un gatto, ma anche il ruolo dei suoni, la bellezza della retorica...
Ho amato molto queste pagine che raccontano schiettamente la vita di un ragazzo, attraverso il suo rapporto con le letteratura.
Così tanto dipende… Questo verso torna e ritorna nelle poesie di Jack, con profetica verità.
«Così tanto dipende
da un postino dai
capelli rossi
che risale il vialetto
con in mano una cartolina azzurra»
Così tanto dipende dagli adulti illuminati che abbiano voglia di donare gratuitamente la poesia ai ragazzi.
Speriamo che possa essere così per molti anche quest’anno.