Può sembrare semplice parlare dei libri dedicati ai bambini più piccoli, anzi spesso si ha quasi la tentazione di dire: “è tutto qui?”. Eppure, come ho più volte ribadito, essere capaci di interessare un bambino piccolo, tenere desta la sua attenzione, considerando le sue competenze e i suoi interessi, affrancandosi da secondi fini pedagogici, è tutt’altro che semplice.

Una prova eccellente ci viene offerta da Sesyle Joslin, autrice americana colonna della storia della letteratura per l’infanzia. La Joslin collaborò negli anni ’60 con le figure più importanti nel panorama letterario statunitense da Maurice Sendak a Leonard Weisgard fino a John Alcorn, celeberrimo designer, con cui firma il libro in uscita in questi giorni per Kalandraka, La piccola famiglia.

Questo volume raccoglie quattro piccole storie e corrispondenti a quello che in origine – probabilmente – era un progetto dell’editore americano mirato all’ampliamento del lessico e della sintassi, rivolto ai bambini più piccoli o non anglofoni (sono comuni progetti di questo tipo, in quegli anni).

La genialità di questa autrice – che abbiamo già imparato a conoscere in libri simili come Piccolo Elefante va in Cina – sta nel riuscire ad innervare le sue narrazioni di una gioia spontanea e una sottile ironia che le rende lontanissime dal tono educativo che ci si aspetterebbe in testi di questo genere. E queste quattro piccole avventure, certo, offrono la possibilità di imparare nuove parole, ma essenzialmente sono delle piccole perfette storie per bambini piccoli.

Il procedimento che viene utilizzato nella narrazione è un procedimento cumulativo che corrisponde a note strategie glottodidattiche di apprendimento del lessico: la ripetizione di elementi, a cui si aggiungono progressivamente piccoli dettagli nuovi, favorisce comprensione e segmentazione semantica, ma questo andamento narrativo coincide felicemente con quello che i bambini più piccoli (dai 2 anni) amano di più. 

«La casa. Nella casa c’è un salotto. Nella casa c’è un salotto, e nel salotto c’è il papà. Nella casa c’è il salotto, e nel salotto ci sono il papà e la mamma. Nella casa c’è salotto e nel salotto ci sono il papà la mamma e il bimbo. Nella casa c’è un salotto, e nel salotto ci sono il papà la mamma il bimbo e il coccodrillo. Addio, piccola famiglia!»

La genialità delle immagini di John Alcorn che si pongono appena sopra le parole non si limitano a descrivere le parole, ma offrono ai bambini un teatro illustrato in cui perdersi (non a caso, la famiglia è incorniciata da un tendaggio, come su un palcoscenico!). Uno spazio da scoprire e da esplorare – anche grazie ai piatti sfondi bianchi – e per cui ridere dei colpi di scena, animando quella che senza l’innesco finale sarebbe stata una statica carrellata di nomenclature e immagini. Nell’arte grafica di Alcorn tutto è movimento anche se apparentemente fermo. Ne è testimonianza la scelta precisa dei diversi font (che inspiegabilmente sono stati rispettati solo nella metà dei casi), ma anche piccoli dettagli illustrativi, come il fumo della pipa del papà, le ombreggiature dei tendaggi, la bordatura della tovaglia, l’apparire sommesso del coccodrillo, la scelta di mostrarci la sirena a bagno di spalle, riflessa nello specchio...

I contatti con il pop floreale, il talento per la decorazione e per la costruzione di cornici, una bidimensionalità formale che dialoga con la tridimensionalità delle ombreggiature (bellissima la sequenza del pagliaccio!) è evidente, eppure tutto è perfettamente accordato alla comprensione dei bambini.

I lettori possono soffermarsi ad osservare le immagini: i fiori, gli interni del bagno, il ricco e rigoglioso comporsi dell’insalata, possono ammirare la tappezzeria della poltrona in salotto o il cappello piumato della mamma. La prima parte della storia permette queste lente ricerche del bambino, mentre l’elemento dinamico finale sbaraglia la staticità descrittiva (la famiglia corre via rincorsa da un coccodrillo…), rendendo le parole, una vera e propria storia.

Questo semplice meccanismo ritorna spesso nelle narrazioni della Joslin – pensate a E allora tu che cosa fai? E allora tu che cosa dici? illustrati da Sendak – e offre ai bambini il brivido dell’inaspettato, oltre ogni retorica didascalica. Succede così che, nell’episodio dedicato al banchetto, il protagonista si rivelerà un personaggio inaspettato, tanto quanto la bella bionda signora che si sta godendo il bagno tra le bolle...

È molto interessante vedere come quest’operazione, mirata ad arricchimento lessicale, non si limiti ad offrire una serie di parole del lessico di base, ma preferisca la precisione di un lessico “gustoso” e particolare: sul tavolo del banchetto accanto al pane c’è il «rosbif» e nel numero circense accanto al pagliaccio abbiamo un «elefante».

Perché, dunque, queste sono storie perfette per i bambini piccoli? Il processo cumulativo e non sottrattivo rende la storia comprensibile, anche visivamente, e rassicura i piccoli. La semplice tensione narrativa del finale rende la lettura non un mero esercizio, ma un godimento per l’ascolto. La sinteticità e la brevità rende queste storie godibilissime e della durata consona all’attenzione di un bambino piccolo.

Evviva, dunque!

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La piccola famiglia Sesyle Joslin - John Alcorn - Marta Bono (traduttrice) 48 pagine Anno 2023 Prezzo 16,00€ ISBN 9788413432014 Editore Kalandraka
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