Ai tedeschi avevo dedicato un intero mese di riflessioni e interviste, alla scoperta di un Paese che era ospite d’onore alla fiera di Bologna, tuttavia nel preparare l’incontro di Scoprirsi Bambini, proprio dedicato alla Germania, gli spunti che mi frullavano in testa erano tutt’altro che sopiti. La grande domanda era: tutti gli illustratori intervistati (con la sola eccezione di Alioscha Blau) hanno dichiarato che non ci fosse nulla ad unire il mondo dell'illustrazione tedesca, tuttavia - mi dicevo - tutte queste persone probabilmente sono cresciute nutrendosi di uno stesso immaginario fatto di storie e letture ascoltate da bambini e a scuola. I bambini italiani, volenti o nolenti, si scontreranno sempre con Pinocchio, Gianburrasca e con Dante, Manzoni, Tasso… e, se penso alla mia età, anche con certi libri illustrati, dal momento che solo 30 anni fa la letteratura per l’infanzia non era poi così vasta. Così mi sono messa in mente di cercare fili conduttori, arrivando a identificarne 3.

  • Il mondo tedesco mi sembra abbia una maggior consuetudine con la follia, l’aspetto cupo della personalità di ciascuno. Da questo deriva anche uno strano senso dell’ironia che, a dirla tutta, a volte lascia un po’ impietriti noi italiani.
  • Il bosco, la Foresta Nera - se vogliamo - è una delle maggiori fonti di ispirazione. Per la stessa ragione gli animali sono spesso protagonisti e più di una volta queste figure si contaminano con l’umano, forse proprio per l'inclinazione un po' folle.
  • In generale gli autori si prendono meno sul serio e anche se i toni sono spesso cupi (io credo fermamente che la ragione sia il mondo creato dai fratelli Grimm!), i tedeschi hanno una noncuranza capace di alleggerire anche alcuni "macigni" tematici.

A sostegno delle mie tesi avevo portato i libri che mi avevano accompagnato nel mese oltre ad altri che non avevano trovato spazio: Christine Henkel, Guido Wandrey…

Virginia si era preparata e aveva saccheggiato la libreria di una sua amica tedesca. Ci siamo persi in altri (ennesimi) wimmelbuch, notando come il nudo - ad esempio - non sia per nulla un problema per il mondo tedesco, infatti spiccava la spiaggia per nudisti in una tavola estiva. I tedeschi non hanno la preoccupazione di insegnare, ci dicevamo. A questo punto ci siamo domandati il perché della progressiva scomparsa in Italia del genere brulicante. Fabiola, aspirante illustratrice, ci ha fornito una spiegazione a cui non avevo pensato: il problema è la pervasione della tecnologia. Un tempo la palude e lo stagno potevi esplorarli perdendoti nelle pagine di un libro di questo tipo, oggi basta prendere un ipad e cercare su google: che senso ha dunque ancora il wimmelbuch? Effettivamente se ripenso alle ultime edizioni di questo tipo, il libro brulicante si sta trasformando sempre di più in un gioco meccanico ("cerca questo personaggio", "trova la forma nascosta"): la pazienza e l’immaginazione cedono il passo all'atto meccanico.

Il bosco e gli animali sono tornati al centro nei libri di Helme Heine (Amici amici) e Miriam Koch (che edizioni panoramiche quelle tedesche di Bice!) e poi ci siamo lanciati in grandi disquisizioni filosofiche, ma con un realismo che ce le ha fatte gustare grazie a La grande domanda.

Silvia, la nostra ospite da Aribac, ha tirato fuori, dai magici scaffali che conoscono solo le libraie, alcuni libri naturalmente sconosciuti a tutti noi: uno più bello dell’altro.

Abbiamo rivisto la pazzia nei giochi di colori di Jutta Bauer, ci siamo stupiti del cambio di tono che si avverte nella sua serie per piccini Emma e ci siamo onestamente tutte inquietate davanti alle tavole di Nikolaus Heidelbach Cosa fanno le bambine e Cosa fanno i bambini.

Io mi sono innamorata di Kristina Digman :D

Insomma un incontro come al solito denso di immagini e domande interessanti.

Ricordo a tutti che se siete di Milano e volete partecipare agli incontri potete iscrivervi al gruppo Facebook Scoprirsi Bambini per rimanere aggiornati sulle date e sugli argomenti e anche per visionare contenuti esclusivi (come i video del gruppo :)).

Vi aspettiamo a braccia aperte: il prossimo mese si parla di abbracci!

 

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