Quando penso e progetto gli incontri del gruppo di lettura non pianifico mai nessuna attività correlata alla lettura. Credo che sia svilente per la narrazione e che sostanzialmente non abbia alcun valore all’interno del percorso ideale che voglio fare con i ragazzi.
Tuttavia, alcuni libri destano all’interno dei gruppi numerose domande e ci impegnano in attività di approfondimento molto interessanti.
Un appuntamento imprescindibile con le classi di seconda elementare è quello con gli immaginari, genere illustrato sconosciuto alla quasi totalità dei ragazzi ma che scatena numerose reazioni.
Durante la lettura di Stagioni di Blexbolex, ad esempio, è immediatamente chiaro ai ragazzi che non conoscere alcune parole pregiudica la comprensione delle immagini e dei giochi di relazione che la parole instaurano con il testo. E se alle prime parole i ragazzi sorvolano, dopo un po’ la domanda diventa pressante: cosa significa?
Il valore delle parole emerge prepotentemente, il lessico nella sua ricchezza appare coma un bene di cui appropriarsi.
Insieme ad alcuni gruppi abbiamo dunque deciso di annotarci tutte le parole di cui non conoscevano il significato per poterci riflettere su. La prima scrematura è avvenuta attraverso l’apprendimento comunitario: se qualcuno conosceva il significato della parola lo spiegava agli amici che lo ignoravano, tutte quelle che invece rimanevano senza spiegazione le abbiamo segnate insieme su un cartellone.
A questo punto ho chiesto ai ragazzi di scegliere una parola e di immaginarsi il significato, utilizzando l’immagine e la parola (il suono e le assonanze che coglievano).
Ne sono nate riflessioni e immagini bellissime, soprattutto di chi ha osato allontanarsi dalla raffigurazione originale.
Alla fine abbiamo guardato i nostri disegni, mentre io spiegavo il significato reale e riguardato i disegni di Blexbolex cercando e trovando giustificazione alla descrizione letta sul dizionario.
Cosa abbiamo ricevuto da questo lavoro?
Abbiamo quasi inconsapevolmente approfondito e ampliato il lessico di ciascuno, arricchendolo di parole preziose che nessuno perderà più (non vi dico con quale frequenza adesso si sente nominare l’ebbrezza o la contemplazione!) e abbiamo fatto un passo importante nella lettura delle immagini.
Grazie Catiuscia!
Ciao! Da volontaria bibliotecaria spesso mi trovo anche io a decidere come presentare un libro ai bambini (collaboriamo con tutti e tre gli ordini dall’infanzia alla secondaria) e se collegare o meno un’attività o un laboratorio pratico. Se con i più grandi non è automatico, con i piccolini è impossibile non farlo: vengono in biblioteca da 4 anni ormai e se lo aspettano. Da quest’anno ho deciso però di indirizzare il momento “pratico”
sulla comprensione e l’approfondimento del
testo proprio perché, come scrivi tu, trovavo svilente limitare il valore della lettura appena fatta ad un laboratorio pratico. Trovo bellissimo il lavoro che hai fatto con la seconda e penso proprio che ti limiterò appena se ne presenterà l’occasione! Grazie!