Sara Pennypacker scrive una storia intensa, dolorosa e dura con Pax. I due volumi che costituiscono la grande avventura di una volpe e del suo bambino devono essere letti insieme, uno dopo l’altro, per non rimanere nella tristezza della fine della prima storia; i due romanzi gemelli percorrono, infatti, una strada speculare di abbandono, ricerca e poi ritorno che merita una lettura unitaria.
Quella che ci troviamo ad affrontare in questo dittico è una storia che si apre con un abbandono straziante, uno strappo che un padre attua con violenza nei confronti del figlio, Peter, e della sua volpe.
«Ogni tanto, per la verità, Peter aveva avuto la strana sensazione di essere fuso con Pax. […] Quel pomeriggio era successo di nuovo. Aveva sentito la macchina a fare inversione allontanarsi come se fosse lui quello abbandonato. Il cuore aveva iniziato a battere all’impazzata, colto dal panico»
Questo incipit in media res è segnato indelebilmente dal rumore della macchina che sfreccia via sullo sterrato, abbandonando una volpe, Pax, ma in realtà abbandonando una parte del cuore del protagonista, Peter, di dodici anni.
Quello che nasce in quell'attimo è una storia di ricerca di identità, di amicizia, di famiglia.
Un viaggio che Peter compirà per ricucire questo rapporto, per scoprire chi è e che cosa rappresenta Pax nella sua vita, ma anche per comprendere un po’ di più il mondo (adulto) che gli sta intorno.
Il romanzo è raccontato attraverso il punto di vista alternato di Peter e di Pax: un occhio diverso su gli stessi eventi, due storie che si allontanano per poi riunirsi.
È molto interessante seguire i pensieri di Peter ed è molto bello leggere di Pax, la cui caratterizzazione inevitabilmente si appropria del filtro umano, tuttavia l’autrice cerca di equilibrare questa lettura umana del mondo attraverso una pertinente descrizione dei comportamenti che appartengono veramente alle volpi.
«Pax amava il ragazzo, ma soprattutto si sentiva responsabile di Peter, della sua sicurezza. Quando non poteva svolgere questo compito soffriva.»
L’avventura di Peter e di Pax si svolge all’interno di un contesto difficilmente collocabile nella storia, dove l’America e il piccolo paese dove vive Peter si preparano alla guerra. Peter, già orfano di madre, vede suo padre partire come volontario subito dopo aver abbandonato Pax; la scelta dunque di lasciare la casa del nonno e di ritornare dalla sua famiglia, cioè da Pax, è una scelta inevitabile.
Peter prepara il suo zaino e parte per attraversare quasi 500 km, tra città evacuate e boschi verso il luogo dove Pax è stato abbandonato: non c’è nulla che possa distoglierlo da questa impresa.
Il viaggio in solitudine è pieno di pericoli, ma è anche lo spazio del pensiero di Peter che fa di questa solitudine e di questo silenzio la possibilità di ripensare alla sua vita, alla morte della sua mamma, alla rabbia, al padre violento, all’incontro con Pax e a cosa ha significato per lui.
Dall’altra parte Pax è alle prese con la necessità di sopravvivere in un mondo selvatico che non conosce, di cui ignora le regole e nel quale non sa neanche procacciarsi da vivere senza incorrere in molti pericoli.
Il viaggio di Peter si interrompe quasi subito, poiché un imprevisto fa sì che gli si rompa un piede. Viene soccorso da una donna, Vola, all’apparenza stramba e quasi pericolosa, eppure questa donna, ferita tanto quanto Peter, diventa compagna al suo dolore.
Ex militare, schiacciata dal peso delle atrocità compiute in guerra, Vola accoglie Peter e lo rimette in sesto, affinché possa riprendere il viaggio di ritorno verso Pax, ma anche Peter aiuterà Vola a rimettersi in sesto!
Nel suo cammino Peter farà i conti con il pensiero che ha su di sé, con l’idea dell’adulto che non vuole diventare e con le possibilità che, a volte, non sente di avere per essere se stesso. L’incontro con Vola è un incontro determinante.
«Durante la guerra mi ero dimenticata tutto ciò che era vero di me stessa. Ero così persa che dovetti ritrovare tutte le cose vere di me. Da quelle piccole alle più grandi: a che cosa credevo nel profondo dell’anima?» (p. 135)
«La pura verità può essere la cosa più difficile da vedere, quando riguarda te stesso. Se non vuoi sapere la verità fai di tutto per nasconderla» (p. 192)
Quello a cui assistiamo nel primo volume è un viaggio che rimane però incompiuto: Peter troverà Pax, ma entrambi si troveranno molto cambiati. Il finale che trancia il primo volume lascia con il fiato sospeso, in una situazione incompiuta e triste.
«Pax aveva provato enorme sollievo e gioia per aver ritrovato Peter, e sapeva che anche il ragazzo sentiva lo stesso. Ma era confuso. Peter a volte portava in sé uno strano dolore-desiderio, e quel giorno era forte quanto la sua gioia. Pax aveva capito che il suo ragazzo voleva separarsi da lui, e così si era gettato nella boscaglia» (II p. 73)
La storia di questi due ragazzi (Peter e Pax) trova il suo compimento nel secondo volume, in un cammino di ritorno, dove le vite che si erano reintrecciate per un attimo si separano, ma con una nuova consapevolezza.
Peter, che ha perso anche il padre nella guerra, deve fare i conti con un’idea di suo padre da riscrivere: allontanato dall’esercito con disonore, violento nell’immaginario di Peter… è mai possibile una redenzione per un uomo di questo tipo?
Parallelamente Pax si è costruito una famiglia e deve fare i conti con il suo far parte del mondo selvatico, anche se il suo legame con gli umani, dato l’affetto profondo che prova per Peter, non può essere dimenticato.
In un mondo, uscito avvelenato e rovinato dalla guerra, Peter non smetterà di camminare alla ricerca di se stesso: la strada che percorrerà, questa volta, è il tentativo di superare il dolore, tranciando ogni relazione, nell’utopia che l’assenza di legami significativi possa essere per lui un sollievo.
«Non sarebbe più tornato» (II p. 68)
Ancora una volta, in questo passaggio necessario alla definizione di sé, Vola sarà compagna discreta, spronante, accogliente:
«Magari tu non mi vedi come la tua famiglia, Peter, ma io sento che tu sei la mia. È un fatto che non puoi cambiare, quindi faresti meglio ad accettarlo, capito?» (II p. 77)
Peter partirà per un progetto (I soldati dell’acqua) che lo porterà a cercare di risanare le ferite che la guerra ha inflitto al suo territorio e, in modo del tutto inaspettato, la sua strada lo riporterà da Pax.
Il finale è efficace nel raccogliere la complessità dei temi e dei fili narrativi senza che questo risulti scontato. Una saga che racconta una grande storia di dolore, perdono, scoperta di se stessi, libertà.
«A volte le mele cadono molto lontano dall’albero»
Certamente il peso della guerra rende il libro inadatto a lettori troppo piccoli, poiché il filo del viaggio d’identità di Peter si intreccia a un contesto bellico crudo e doloroso che deve poter essere compreso dai lettori.
Inoltre è necessario avere una coscienza fine anche per cogliere alcune sfumature e alcuni pensieri importanti che questa storia ci offre: cosa è giusto? Cosa è giusto per te?
Una dilogia per lettori sopra i 10 anni.
P.S. sembra quasi scontato aggiungerlo, ma le illustrazioni di Jon Klassen sono perfette.