Ruth Krauss - Maurice Sendak - Scaffala Basso

Ruth Krauss – Maurice Sendak – Scaffala Basso

Dopo anni e anni di assenza arrivano finalmente in Italia alcuni libri attesissimi della coppia Ruth Krauss e Maurice Sendak, una delle coppie artistiche più interessanti della seconda metà del Novecento che, tra il 1952 e il 1960, realizzò 8 libri, uno più bello dell’altro. Ad inaugurare questa felice collaborazione fu Un buco è per scavare (A hole is to dig) e a chiuderla fu Una casa per le farfalle (Open house for butterflies): due libri apparentemente gemelli che arrivano per la prima volta sugli scaffali italiani, per i tipi di Adelphi, nella traduzione di Sergio Ruzzier.

Non è difficile immaginare perché queste due grandi personalità andassero d’accordo e collaborassero proficuamente. Entrambi condividevano un’idea di infanzia schietta e rispettosa e furono tra i primi ad aprire la strada a libri veramente pensati per i bambini, al di là di ogni pregiudizio formale di adulti ed editori.

«Ruth was way ahead of women’s lib. She wouldn’t let me get away with any myths about what little boys did and what little girls did»

[Ruth era molto più avanti del movimento di liberazione femminile. Non mi permetteva di credere a nessun mito su cosa facessero i bambini e cosa facessero le bambine]

Un buco è per scavare e Una casa per le farfalle sono esempi perfetti di cosa significhi prendere sul serio il pensiero infantile, senza scimmiottamenti: due piccole guide per leggere il mondo a misura di bambino.

L’impressione di straniamento che i testi di questi libri producono nel lettore adulto è ben documentata dalla loro storia editoriale: 

«The well-known children’s-book artist Nicolas Mordvinoff (winner of the Caldecott Medal in 1951) was offered the assignment first, but had turned it down. He felt that there was no book to be made from-and certainly no coherent illustrations possible for so fragmentary and elusive a text

[Il noto artista di libri per bambini Nicolas Mordvinoff (vincitore della Caldecott Medal nel 1951) ricevette per primo l’incarico, ma lo rifiutò. Riteneva che non si potesse ricavare un libro – e tantomeno delle illustrazioni coerenti – da un testo così frammentario e sfuggente»

È facile immaginare come molti lettori e genitori rimangano anche oggi ugualmente sfidati dal fatto che questi due libri raccolgono all’apparenza solo una serie di massime che possono sembrare poco interessanti per dei bambini. Mi immagino le reazioni: Non c’è nessuna storia! Non insegnano niente! Cosa mai contengono questi libri?

Per comprenderne il valore è richiesto – agli adulti – un esercizio di immedesimazione nei bambini più piccoli, nei loro bisogni, nello sguardo che hanno sul mondo.

I bambini hanno bisogno di imparare a leggere il mondo, non lo conoscono e vivono in quell’invidiabile stato in cui ogni cosa è da collocare nel grande universo della conoscenza e dell’identità. Questa non è solo una spinta ingenua legata ad una fase particolare della vita, come si potrebbe pensare, riduttivamente, ma è un bisogno: il bambino ha bisogno di comprendere il mondo che lo circonda e le cose che gli si affiancano, e ha bisogno di ordinarle in una personale enciclopedia che via via costituirà la sua persona, poiché l’identità si costruisce anche grazie alle relazioni che si instaurano con l’altro da sé.

Ci si appropria delle cose non solo quando si è in grado di dare loro un nome, ma anche quando se ne percepisce l’utilità o il loro nesso con noi, come ci hanno ricordato molto bene José Maria Vieira Mendes e Madalena Matoso in A cosa serve?

In questa grande e affascinante conquista della conoscenza, i bambini sono struggentemente ed egoticamente relazionali: tutto è fatto “per”, tutto riguarda il sé, tutto è fatto “per sé”. Le cose che accadono, gli oggetti, le relazioni, le persone sono definite teleologicamente, cioè per la finalità che il bambino identifica come la ragione del loro esistere.

La sintesi delle intuizioni che il bambino enuclea nell’incontro con le cose è spesso lapidaria e netta, e questa è esattamente la forma che la Krauss riproduce nel testo (eccellente la traduzione di Ruzzier!). La forma sintattica è marcata e legata all’oralità: il soggetto consiste («è») nella sua definizione, espressa attraverso proposizioni finali.

«Il purè è per darne un po’ a tutti»

«Un castello è per costruire nella sabbia»

«Un maestro è per togliere le schegge»

«Un bambino e per volergli bene»

«I topi ci sono per mangiarsi il tuo formaggio»

«Un pavimento è per non cadere nel buco sotto casa tua»

Un brulichìo di definizioni si rincorre nelle 48 pagine di questo libretto – progettato per le mani dei bambini anche grazie ad un suggerimento del marito dalla Krauss, Crocket Johnson – ed è come se non ammettesse nessuna obiezione o variazione, a parte proprio il buco del titolo che torna nelle pagine più volte, offrendo diverse opzioni.

«Un buco è per piantarci un fiore»

«Un buco è per starci seduto»

«Un buco è così un topo ci vive dentro»

Questo testo, che, nei fatti, non è né elusivo né frammentario, correva però il rischio di risultare statico, poiché le definizioni, per loro natura, sono ferme e inappellabili. Illustrare un testo di questo tipo era dunque molto difficile, ma fu perfetto per Maurice Sendak che, fin dai primi suoi esercizi illustrativi, ricercò la musicalità e il movimento come cifra della sua arte.

Il successo di questo libro sta proprio in questo felice connubio: Sendak ha creato un formicolio disinvolto e spontaneo di bambini che giocano, saltano, corrono, cantano, fanno rumore… che sono impegnati a fare i bambini. L’impaginazione si frantuma e le figurine si dispongono in un disordine armonico in ogni apertura, lasciando che anche il testo si rimpicciolisca o si ingrandisca a seconda del momento.

Una casa per le farfalle mostra la medesima struttura interna: moltissimi bambini saltellanti, festosi, impegnati… accompagnati da brevi frasi appuntate dalla Krauss. Se però Un buco è per scavare è un’enciclopedia del mondo bambino, Una casa per le farfalle è un quaderno che custodisce la saggezza infantile, documentata attraverso frasi sintetiche e riflessioni che ogni bambino potrebbe fare anche oggi per spiegare il suo pensiero. La struttura linguistica aggiunge ai dati di fatto anche svolte condizionali o temporali («quando…», «se…») in cui i bambini riconosceranno la descrizione di ciò che accade nel mondo intorno a loro.

«Una casa per le farfalle è una cosa bella da vedere»

«Vado sempre a letto dopo l’ora di andare a letto»

«Si capisce che nevica quando tutti corrono fuori e lanciano cappelli in aria»

«Grande vuol dire che vai all’asilo»

«Se sei un cavallo una bella cosa a cui pensare è un castello di zuccherini»

Allergici ad ogni ricatto didatticistico, questi libri chiedono di arrivare nelle mani dei bambini più piccoli, proprio perché riguardano ciò che ai bambini più piccoli interessa: capire il mondo intorno a loro, capirne la relazione con loro, concepire l’impossibile come possibile.

Allergici ad ogni ricatto di didatticistico questi libri chiedono di arrivare nelle mani dei bambini più piccoli, proprio perché riguardano ciò che ai bambini più piccoli interessa: capire il mondo intorno a loro, capirne la relazione con loro, concepire l’impossibile come possibile.

«Devi fare una faccia triste quando incontri un coccodrillo»

Occorre abbandonare ogni pregiudizio e seguire l’indicazione degli autori: «un libro è per guardarlo» e, aggiungo io, questi vanno guardati e letti bene e a lungo!

Un buco è per scavare Ruth Krauss - Maurice Sendak - Sergio Ruzzier (traduzione) 48 pagine Anno 2025 Prezzo 16,50€ ISBN 9788845939969 Editore Adelphi
Una casa per le farfalle Ruth Krauss - Maurice Sendak 48 pagine Anno 2025 Prezzo 16,50€ ISBN 9788845939952 Editore Adelphi
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