Un paio di mesi fa mi sono occupata dell’enorme successo di Gianni Rodari nell’allora Unione Sovietica e attuale Russia. Oggi ci occupiamo invece della fortuna di Rodari negli Stati Uniti. In realtà, fino a poco tempo fa non ci sarebbe stato molto da dire su Rodari nel mondo anglofono in generale, inclusi gli Stati Uniti. Ma le cose stanno cambiando, grazie soprattutto al lavoro di un’ottima casa editrice indipendente di Brooklyn, Enchanted Lion, e alla visione della sua editrice Claudia Bedrick.
Enchanted Lion pubblica libri per l’infanzia di grande qualità, la maggior parte di essi in traduzione (cosa non scontata nel panorama statunitense, dove si traduce ben poco). Nel 2020 è uscito Telephone Tales (Favole al telefono), attentamente tradotto da Antony Shugaar e mirabilmente illustrato da Valerio Vidali. Claudia è stata così gentile da ricavare uno spazio nelle sue giornate frenetiche per rispondere alle mie domande. Di seguito l’intervista con lei, che condivido con grande entusiasmo! L’intervista si è svolta su Zoom, in inglese ovviamente, il 19 maggio 2021.
Anna Aresi: Come mai avete deciso di pubblicare Rodari, visto che in passato non aveva avuto successo negli Stati Uniti, o comunque non un successo paragonabile a quello avuto in altre parti del mondo? Ovviamente c’è stato l’anniversario. Ma forse ora i lettori sono in qualche modo più pronti? Telephone Tales ha avuto un grande successo!
Claudia Bedrick: Sì, forse. In realtà è stata una coincidenza che Telephone Tales sia uscito in occasione dell’anniversario, non era nostra intenzione farlo uscire nel 2020. Io e il traduttore avevamo cominciato a parlarne già sette anni fa e pensavamo che sarebbe uscito prima, ma ci sono stati dei ritardi ed è uscito quest’anno [nel 2020, NdT]. Il mio interesse per Rodari deriva dalla Grammatica della fantasia, che esiste in inglese in una specie di piccola edizione pedagogica [The Grammar of Fantasy, NdT], tradotta da Jack Zipes. Quello è un libro che conosco da molto tempo, un libro che avevo scoperto all’università, che ho letto e su cui mi sono basata per la creazione di Enchanted Lion. Così, quando il traduttore mi ha contattato a proposito di Rodari e di Telephone Tales, avevo già familiarità con l’autore. Probabilmente questa è stata una differenza fondamentale tra me e gli altri editori con cui il traduttore aveva parlato, che io già conoscevo Rodari, perché, come hai detto tu, molte persone nel mondo anglofono non lo conoscono, nonostante si potrebbe dire che sia il più grande scrittore per bambini nella cultura italiana, o comunque uno dei più grandi. Quando Tony mi ha contattato, l’idea di portare Rodari in inglese mi ha molto entusiasmata.
A.A.: Pensando alla mia esperienza personale di lettura di Rodari coi miei figli, mi è capitato di spiegare, ad esempio, com’era fatto il telefono di cui si parla. Come vi siete posti di fronte alla presenza di elementi datati o particolarmente propri di quella cultura e di quel periodo storico?
C.B.: È vero, in un certo senso Telephone Tales appartiene al suo tempo, al ventesimo secolo, così come all’Italia e alla cultura italiana di quel tempo, è un’opera radicata nel suo tempo. Ma non penso che questo sia un argomento contro la sua trasmissione ora, in questo momento storico. Sì, molte persone, o meglio molte persone giovani, non coglieranno necessariamente tutti i riferimenti, ma a noi questo non è sembrato un ostacolo alla comprensione del progetto più vasto di Rodari, che è un modo di parlare, di condividere l’immaginazione, l’interazione tra immaginazione e mondo, che non è cambiato. Infatti non mi stupisce il fatto che l’entusiasmo per la pubblicazione in inglese sia venuto da lettori più anziani: la maggior parte delle persone che hanno cominciato a scrivere recensioni, a entusiasmarsi, e a condividere l’opera non erano ventenni, erano critici, lettori, scrittori più vecchi. E anche questo è bello: voglio che ci sia trasmissione di pensiero e immaginazione da momenti storici diversi, da culture e da storie diverse, e non voglio perdere questo aspetto solo perché ora ci troviamo in un altro momento storico, in cui ad esempio un telefono non è uguale a com’era negli anni ‘50, o ‘60 o ‘80. E quindi vogliamo mantenere questo aspetto, questa memoria. Se l’opera di Rodari fosse stata preponderantemente datata, irrilevante, allora non sarei stata interessata. Ma la natura della sua opera davvero non risiede nei dettagli specifici: la vera natura del suo lavoro sta altrove, e rimane assolutamente rilevante per noi.
A.A.: Sono d’accordo. Io stessa mi rendo conto che nella relazione quotidiana coi miei figli non sempre do loro la fiducia che si meritano. In quanto genitori, ogni tanto siamo iperprotettivi e dovremmo invece fare un passo indietro e riconoscere che i nostri figli sono in grado di comprendere e fare cose che noi reputiamo troppo difficili; ci viene la tentazione di semplificare le cose, quando in realtà i bambini sono perfettamente in grado di sbrigarsela da soli.
C.B.: Esatto, è vero. Ed è proprio una parte importante della visione di Rodari, il suo rispetto incredibile per l’intelligenza dei bambini e la descrizione dell’assurdità di quando gli adulti si comportano nel modo che hai appena descritto. Una cosa è voler proteggere i bambini dal pericolo, ovviamente chiunque e dovunque dovrebbe voler proteggere i bambini dal pericolo. Ma quest’altra mentalità, che in qualche modo i bambini non sono in grado di apprezzare la complicatezza e la varietà dell’esperienza umana, è un’idea strampalata.
A.A.: Quali mercati tenete particolarmente d’occhio? Ci sono opere recenti che hanno attirato la vostra attenzione?
C.B.: Beh, abbiamo occhi praticamente dappertutto! Ma siamo una piccola casa editrice e c’è un limite a quello che possiamo pubblicare ogni anno. Da un lato vogliamo mantenere una certa coerenza, non scegliere un libro qua, uno là, e così via. E quindi il fatto che abbiamo intrapreso la strada di pubblicare Rodari significa che continueremo a pubblicare Rodari, e infatti abbiamo già in cantiere alcuni suoi libri. Quindi abbiamo già preventivato di dedicare tempo e risorse a questi libri, il che che significa che anche se pensassimo che quello che sta accadendo in Corea del Sud o Cina o qualche altro posto sia interessante–e lo pensiamo–non avremmo al momento il tempo e i soldi da investire in altri progetti.
A.A.: Può dirci su quali libri di Rodari state lavorando al momento?
C.B.: Sì, certo, volentieri! L’idea ovviamente è quella di fare edizioni illustrate. Stiamo facendo una versione illustrata di Grammatica della fantasia, che sarà illustrata da Matthew Forsythe. La traduzione sarà sempre quella di Jack Zipes, ma riveduta. Quindi sì, stiamo lavorando con Jack, stiamo lavorando con Matt, che ha già cominciato a fare delle illustrazioni meravigliose. Poi c’è un libro che è stato pubblicato in Italia dopo la morte di Rodari, una raccolta di domande che gli avevano fatto i bambini [Il libro dei perché, NdT]. Lo pubblicheremo con illustrazioni di JooHee Yoon, e per questo libro siamo anche lavorando con un designer incredibile, in modo che il libro sia proprio pensato bene in quanto all’impaginazione, per dare un senso di fluidità ma anche di struttura. Questo ad esempio è un caso interessante, perché alcune delle domande sono molto datate, oppure rispecchiano una visione del mondo tipica di quel periodo, ad esempio riguardo all’ambiente, al riscaldamento globale, agli animali o a persone di culture differenti, insomma domande limitate, evidentemente superate. Quindi il libro che pubblicheremo è una selezione di circa l’80% delle domande, forse quasi il 90%, ma il 10% l’abbiamo scartato perché non aveva alcun senso in questo momento storico. JooHee ha proprio voluto fare questo libro: quando le ho fatto vedere i libri che avevamo scelto, lei ha subito scelto questo, si è sentita attratta dall’incredibile combinazione di fatti e fantasia, dal modo in cui [Rodari] tratta le cose in modo fantasioso e giocoso, ma allo stesso tempo radicato nei fatti. E poi stiamo lavorando con l’illustratrice Dasha Tolstikova, che illustrerà Cipollino, Le avventure di Cipollino. Dasha è russa…
A.A.: Ah, quindi probabilmente è cresciuta con Cipollino!
C.B.: Esatto! È cresciuta con Cipollino e lo adora, quindi non vedo l’ora di vedere che illustrazioni preparerà per questa edizione.
Effettivamente, Enchanted Lion lavora con illustratori e illustratrici fenomenali, come potete vedere dalle foto dell’edizione di Telephone Tales (guardate in che modo fantasioso dialogano con il testo e tra di loro! È una sorpresa ad ogni pagina). A parte la Grammatica della fantasia, nessuna delle opere citate da Claudia è mai stata tradotta in inglese (quantomeno, non integralmente), quindi aspettiamo trepidanti il loro ingresso nel mercato americano.
Per chi volesse approfondire, vi lascio alcuni link ad articoli e video (in inglese):
Un’intervista molto approfondita al traduttore, Antony Shugaar, che ci apre la porta della sua officina e discute anche alcune singole scelte. In questi articoli potete inoltre ammirare molte delle illustrazioni.
L’animazione di dodici Favole, sul canale Youtube dell’Ambasciata italiana a Washington.
Una recensione del New York Times.
Alla prossima Ridda!
** Parole in ridda ** Una rubrica sulla traduzione a cura di Anna Aresi. Ogni mese, Anna affronta un tema legato alla traduzione nell’ambito della letteratura per l’infanzia, con un’attenzione particolare ai libri illustrati.
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