«Quando ero piccolo e malato
dovevo stare a letto sdraiato
con due cuscini dietro la testa
e i giochi sul letto per fare un po’ festa.
E a volte stavo per ore a guardare
i miei soldatini marciare e marciare
armi e uniformi in avanscoperta
sulle colline della coperta.
Spedivo flotte di navi armate
fra le lenzuola stropicciate
o tiravo fuori alberi e case
per far sul letto un intero paese.
Ero il tranquillo gigante bambino
seduto sulla collina-cuscino
davanti a me, al mio cospetto
il mio paese del copriletto»
A child’s garden of verses, Felice come un re di Robert Louis Stevenson è una raccolta di poesie sull’infanzia davvero meravigliosa, edita già in parte da Rizzoli nella sua originale collana poetica e oggi riunite insieme nella loro totalità in questa bellissima edizione di Pulce, che recupera le illustrazioni di Jessie Willcox Smith che accompagnarono questi versi nella prima edizione del 1905.
La scrittura dell’autore scozzese ha un fascino e una limpidezza inconfondibili per chi si è perso nell’Isola del tesoro e tra i vicoli de Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde , ma le immagini intrecciate a questi versi sono davvero incantevoli e vivide, perché l’autore riesce a riportarci nel mondo dell’infanzia senza idealizzazioni e filtri adulti.
Le 64 poesie per bambini (!) e sui bambini che ci catapultano nei giorni di un Robert Louis bambino, che è il centro e la voce della narrazione. Non siamo di fronte ad una raccolta adulto-centrica, la mamma appare un’unica volta, le figure affettive e che incuriosiscono il protagonista sono invece persone a volte considerate marginali (ma è veramente così?): l’amatissima tata (che è la destinataria ideale di questo scrigno in versi), la zia, lo zio, i cugini, il giardiniere…
Al centro i giochi dei bambini di 200 anni fa, ma che in fondo non si allontanano poi così tanto da quelli che si svolgono anche oggi in giardino con un aquilone, nelle pozze con le barchette di carta o tra le pieghe delle lenzuola.
Sono cristalline la sensazioni provate: la paura, il tremore, la felicità, la gioia, l’attesa la frustrazione, la noia, l’entusiasmo … Sebbene gli sfondi siano dinamici queste non sono poesie dell’azione, ma del pensiero, cioè di tutti quei preziosi pensieri che nascono nei bambini mentre accade il momento del gioco.
«Ti ho visto scuotere gli aquiloni
mandar gli uccelli tra i nuvoloni
e ti ho sentito, tu sei passato
come una gonna strisciata sul prato
vento che soffi la notte e il dì
vento, tu canti sempre così!
…»
Tante le immagini (sempre comprensibili e quotidiane) che sorgono sul limitare del passaggio dalla veglia al sonno e dal sonno alla veglia, tante le poesie che raccontano di quei pensieri che nascono i bambini proprio in queste terre di mezzo, in cui la pace, parzialmente imposta, lascia un silenzio necessario per immaginare.
«Il mio letto è come una piccola nave
e la mia tata mi aiuta a imbarcarmi
mi veste come un uomo di mare
così nel buio io posso inoltrarmi.
…
Tutta la notte poi veleggiamo
ma quando il mattino il sole è risorto
nella mia stanza ci ritroviamo
salvi e ormeggiati, al sicuro, nel porto»
La struttura rimica, spesso baciata, ma anche alternata, coinvolge i lettori in un ritmo che non lascia pause, ma nello stesso tempo fa sì che la lettura segua il filo completo della storia (un plauso alla traduttrice!).
Velieri di pirati, soldati in uniforme, ma anche cavalieri, giganti, re, cavalcate, boschi incanti… l’immaginazione è intrecciata strettamente con la natura che spesso fa da sfondo ad avventure e giochi, ma che è anche solo osservazione stupita, magica.
«In quella foresta posso viaggiare,
esplorare, immaginare
la mosca, il ragno, la ragnatela,
e le formiche tutte in fila
vedo che portano con le zampine
cose preziose in erbose stradine»
«Invece noi bambini umani intelligenti
che non siamo uccellini andiamo un po’ più lenti»
È stupefacente come anche la letteratura ascoltata e osservata (si parla proprio di libri illustrati!) si riversi nelle immagini e nelle storie che animano lo spazio quotidiano di questo bambino.
Le poesie si gustano e si vedono riflesse nelle illustrazioni di Jessie Willcox Smith, la cui cifra è senza dubbio il rispetto curioso e attento del bambino, sempre ritratto con serietà nelle sue occupazioni quotidiane, con un calore intimo e dettagliato che annulla ogni distanza temporale.
Una raccolta che credo dovrebbe accompagnare ogni bambino, un classico scritto per loro che dovrebbe essere considerato tale.
«Il mondo è così bello che secondo me
dovremmo essere tutti felici come un re»