Che valore ha l’istante, all’interno dei tanti istanti, dei secondi, dei minuti, delle ore, dei giorni di una vita? Che valore ha un istante? È a partire da questo pensiero o da un pensiero simile a questo che Rébecca Dautreemer crea Un attimo soltanto, un albo illustrato unico nel suo genere, davvero bellissimo.
La recensione di questo albo - silentbook - wimmelbuch - leporello che è quasi un oggetto d’arte è stata facilissima, perché le parole dell’autrice e illustratrice che si compongono nel Prologo del piccolo fascicoletto allegato dicono già tutto perfettamente:
«ti accorgerai presto che la storia di questo libro dura un attimo. Un attimo soltanto. Uno solo. COME? Un’unica immagine per raccontare un solo attimo senza importanza? Ma chi vogliono prendere in giro? Sarà davvero un libro?! Va bene, capisco che tu te lo chieda. Ma guarda quanta gente c’è in questa immagine. Tantissima. […] Ognuno di loro ha vissuto quest’attimo. E ognuno di loro meritava di farlo»
Il libro si apre come un grandissimo leporello di difficile maneggevolezza lo indica immediatamente l’autrice, ma anche la grande dimensione suggerisce una particolare lettura: l’ideale è di aprirlo facendolo scorrere lungo tutto il pavimento per poterlo ammirare, poi sedersi per terra e leggerlo, tranquilli, in silenzio.
Vi ritroverete catapultati in un mondo denso di riferimenti artistici: potrete rivedere i pittori fiamminghi Brugel su tutti.
Le capacità artistiche della Dautremer emergono evidenti nello spazio di queste sette tavole che si aprono lungamente: tutto è costruito e progettato alla perfezione, nella prospettiva, nell’animazione delle figure… tutto è vivo eppure immobile, nel primo, nel secondo, nel terzo piano prospettico. Dalle piccole figure sullo sfondo a le grandissime figure che sembrano venirci incontro in primo piano: la tridimensionalità è impressionante e ci si perde nella dinamicità di tante piccole scene che animano la scena.
Ma non è tutto. Se infatti guardiamo il retro di questa lunga striscia di immagini, scopriamo il negativo o meglio una riproduzione identica del recto, ma nella forma dello schizzo, l’abbozzo non ancora perfezionato dai colori e puntellato gentilmente da numeri (dall’1 al 100).
A questo si aggiunge un piccolo fascicoletto, di cui vi ho riportato sopra il prologo dell’autrice e che si offre come uno scorcio interpretativo di quest’attimo così finemente ritratto, attraverso la narrazione-descrizione di tutti e 100 i personaggi che animano questa lunga scena.
I protagonisti di quest’attimo infatti, colti in quel millesimo di secondo si è servito all’autrice per immaginarseli lì, hanno ciascuno una storia che li ha portati lì è una storia che li porterà via da lì.
L’autrice raccoglie queste schegge di storie e lo fa senza il desiderio di essere esaustiva, ma lo fa cercando di rimanere nel recinto di quell’attimo e lasciando che ognuno possa poi immaginare il prima e il dopo.
«Uno. Jan Gainsborough. Nella veranda la luce iniziava già a calare e Jan Gainsborough capì che aveva perso la partita. Amray Cherif gli aveva mangiato la torre e non c’era mossa che potesse salvarlo da quella brutta situazione. Tirarsi i baffi non gli sarebbe servito a niente, era bell’e fritto»
Questa sorta di legenda ritrae i personaggi con libertà, le immagini infatti - o meglio gli schizzi - non sono la mera riproduzione del personaggio nella posa della tavola illustrata, ma una serie di ritratti autonomi per cui - a meno di consultare il retro schizzato, dovrete ricercare bene il volto di ciascun nella folla brulicante. Vi anticipo, ad esempio, che la gatta Extravaganza con un bel volto grigio di gatta seducente, nel nostro attimo è addirittura travestita da un animale diverso ed è molto difficile riconoscerla, senza affidarsi all’indicazione del retro.
L’universo creato da Rebecca Dautremer non è tuttavia “inedito”, o meglio non è nuovo agli occhi attenti dei lettori, perché protagonista e conclusione del nostro viaggio attraverso i 100 personaggi non è nient’altro che Jacominus Gainsborough, protagonista amatissimo di un altro libro che certo conoscerete. Percorrendo questo spazio, ritroverete moltissimi se non tutti i personaggi che avete già incontrato nel romanzo originale della Dautremer e aggiungerete un altro tassello alla sua storia.
Questo libro si lascia leggere, dunque, in tanti modi: potete sedervi comodi e immaginare la storia dei personaggi, potete immaginare che cosa sta succedendo in quell’attimo preciso, potete con pazienza regalarvi un tempo lento cercare di ricostruire relazioni e azioni di tutti i personaggi, oppure ascoltarne le storie narrate dalla Dautremer e poi piano piano intrecciare le une alle altre per avere - dopo una lunga lettura - il quadro d’insieme.
Questo libro ha davvero in sé qualcosa di meraviglioso e unico: ci invita a scoprire il valore dell’istante che stiamo vivendo, ma non solo in un’ottica egocentrica (l’attimo per me), ma direi quasi teleologica, orientata al destino della vita di tutti, che si intreccia in modo misterioso e inevitabile. Un wimmelbuch che offre l’esperienza della portata infinita che ogni piccolo istante, ogni minutissimo gesto ha per l’universo intero.
«Se la signora Magloire non avesse perso l’ago e la tasca di Policarpo fosse stata ricucita, se Giusto Roy e non avesse dimenticato la scala e Amray Cherif avesse vinto più spesso agli scacchi, se la tortora avesse ritrovato il nido, se Policarpo non avesse sentito l’ala dell’uccello sbattere contro il vetro e avesse invece raccolto la biglia di vetro, forse Jacominus non ci avrebbe messo il piede sopra. […] Insomma, fu proprio un attimo soltanto, pieno di se e di ma, come ogni altro»
Un libro di una bellezza travolgente che lascia spazio all’immaginazione che chiede del tempo per essere letto. Che splendida richiesta!