L’espediente narrativo che immagina la scoperta di taccuini perduti, resoconti di spedizioni condotte verso luoghi “reali”, ma ancora inesplorati sta avendo in questo periodo un successo particolare (già un altro di questi resoconti è stato presentato nelle strenne!).
In effetti questo artificio ha in sé tutti i numeri per avvinghiare e affascinare il lettore: chi non desidererebbe essere l’unico esploratore di un mondo reale e quindi potenzialmente raggiungibile e ancora incontaminato?
Queste storie, in fondo, regalano ai lettori la pseudocertezza della presenza di luoghi inesplorati che chissà mai, in un futuro, potranno essere raggiunti dal lettore stesso.
Naturalmente perché questo, che è un semplice espediente, diventi poi una storia davvero ricca di fascino, richiede che parole e immagini si intreccino in modo sorprendente e sensato e Terra Ultima di Raoul Deleo ne è un esempio perfetto.
Quello che ci troviamo davanti è il resoconto di tre spedizioni che sono state attuate dall’autore, Raoul Deleo, che si immagina partito sulle orme di una nave, il Postiljon, «sparita nel Pacifico senza lasciare traccia nel 1599» e poi ritrovata, alla deriva, con mappe e disegni di un continente sconosciuto.
L’esploratore-autore parte dunque, in un tempo imprecisato, alla ricerca e alla scoperta di questo nuovo continente che in effetti troverà.
Quello che leggiamo e che vediamo, raccolto in questo volume meraviglioso, vuole essere l’organizzazione e la riscrittura dello studioso Noah J. Stern dei taccuini dell’esploratore Raoul Deleo, che proprio a lui ha consegnato «cinque massicci bauli», pieni di appunti, diari, disegni che vengono organizzati da Stern in una documentazione minuziosa delle prime tre spedizioni.
Dopo una breve parte introduttiva che contestualizza e costruisce la cornice narrativa, il testo alterna parti di commento del curatore a testi - segnalati in corsivo - tratti direttamente dagli appunti di viaggio dell’esploratore stesso. Intervallati a questi testi di impronta scientifica e divulgativa, vengono riprodotte grandi tavole tassonomiche che documentano le forme di vita di Terra Ultima, ma anche fotografie di reperti, giornali, riviste… che concorrono a rafforzare l’idea di veridicità del racconto.
«Dietro di me ho udito sbuffare e sguazzare. Mi sono voltato e mi sono sentito raggelare. Anche potendo scappare, non ne avrei avuto il coraggio. Sulla battigia una bestia gigantesca si scrollava l’acqua dal corpo con furia. Due enormi zampe oscillavano pericolosamente di qua e di là. Poi quel colosso si è accasciato sul fianco con un tonfo. Con calma, ha iniziato a lisciarsi i peli degli avambracci. Di sicuro era lungo due metri e mezzo, aveva delle zanne mastodontiche e gli occhi azzurro mare. Stava seduto lì come un principe: maestoso, sicuro di sé. Mi è venuto in mente l’altro re dei mari: Poseidone. Solo che lui, invece di due zanne, aveva un tridente»
Le descrizioni degli spazi, pur accennate nella flora e nella geografia, lasciano spazio però soprattutto alla documentazione della fauna di questo nuovo continente, che lasciano a bocca aperta per la precisione con cui viene immaginata e scientificamente descritta:
«GORILLRUS POSEIDONIDES Il trichegorilla vive solitario. Solo nella stagione della migrazione annuale delle topocarpe incontra i suoi simili. Essi si riuniscono vicino ai fiumi in cui passano le prede e ben presto vi è un grande assembramento. La soluzione del problema: una volta che è un trichegorilla prende cinque pesci, fa posto a un altro. Ciò dimostra che tale animale sa contare»
Tutta l’eccitazione, il brivido e il mistero che hanno accompagnato gli esploratori quando, centinaia di anni fa, hanno scoperto nuovi continenti accompagnano in queste pagine il protagonista con la medesima fremente aspettativa dei lettori.
Dove porta questa strada? Cosa ci sarà? Cosa riconoscerò come simile? Cosa troverò di inaspettato? Sono tutte tensioni narrative che creano la partecipazione del lettore, mantenendo un livello di pathos altissimo che non smette e non si placa fino alla conclusione del libro.
Inoltre, il fatto di non potersi aspettare un crescendo uniforme, ma dovendo navigare a vista - come in ogni esplorazione che si rispetti - fa sì che il lettore non smetta di aspettarsi sorprese.
La riproduzione dei diari di viaggio è precisa e mima perfettamente questo tipo di scrittura: il testo (al passato) ci fa immaginare Deleo riscrivere le impressioni del giorno, a riposo, dopo un giorno denso di osservazioni e incontri, ma anche seguire le ipotesi, annotarsi le nuove scoperte, i contrattempi…
«Ho capito come mai sono tanto attraente per la farfoglia. La settimana scorsa avevo ipotizzato e valutato delle possibili cause. Ho subito escluso il mio odore e non poteva essere nemmeno il calore. Stanotte, all’improvviso ho capito: era il sale»
Se lo stupore non avesse già raggiunto l’apice, con il tempo intuiamo che Terra Ultima non sembra essere regolata dalle stesse regole fisiche e ambientali che regolano il resto del mondo che abitiamo. Ad esempio, i fiumi si spostano contro la legge di gravità, sanno arrampicarsi sopra le montagne e gelarsi al bisogno.
«Prima spedizione, giorno 56. Non si vede più nessun torrente e niente fa pensare che qui ve ne sia mai stato uno!»
La fauna che viene descritta è accomunata dalla bellezza e dal fascino con cui l’illustratore mixa specie di animali che riconosciamo, dando vita a creature del tutto nuove: giraffa chiocciola, pinguiglio, elefenice, medusa testuggine…
Il libro è ricco di mistero e di un fascino unico. L’unica cosa che conforta, dopo aver chiuso l’ultima pagina di questo bellissimo volume è la promessa che non tutto è finito.
«La natura è troppo meravigliosa e misteriosa per finire in compartimenti e alberi della vita. […] Tanto tempo fa ho deciso ddi mostrare solo una parte di essa. Per il momento solo animali che avessero qualcosa di familiare fossero belli, piacevoli e tranquillizzanti. Avrei osservato come gli uomini reagivano a ciò, prima di svelare il continente in tutta la sua ampiezza e anche ricchezza. Non posso più girarci attorno, temo: l’archivio che ho ricevuto non era soltanto caotico, ma anche incompleto. Quando Deleo tornerà dalla quarta spedizione, potremo metterci subito all’opera»
Un libro imperdibile.
Ti ringrazio per avermi scritto la tua esperienza è per me ricchissimo leggere come gli altri leggono lo stesso libro! Grazie
È un libro estremamente interessante che permette di sognare con la propria di fantasia . Riempié gli occhi e lascia spazio alle proprie dimensioni . Ti porta a viaggiare insieme a Lui e cattura tutta l’attenzione . Finito di leggerlo e guardarlo ti senti trasportato nel Suo mondo e leggero nel Tuo . BELLISSIMO