Oggi siamo molto onorati di ospitare qui su Scaffala Basso Lucia, studentessa di Mediazione linguistica presso l'Università degli studi di Milano, originaria di Shaoxing e soprattutto grande amica! Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza di racconto e di ascolto infantile di fiabe e letture. Lei ci ha regalato una fiaba orale così bella e neanche così lontana dal nostro mondo occidentale. Grazie!
Quando eri piccola qualcuno ti raccontava delle storie?
Si, mia madre.
Te ne ricordi qualcuna?
Sì, me ne ricordo due, una si chiama Nonna tigre e l’altra si chiama I tre porcellini.
La storia della nonna tigre è anche conosciuta come Storia della lupa nonna ed è una versione conosciuta anche in Corea del Nord, Giappone e Vietnam ed è simile alla storia europea di Cappuccetto rosso.
La storia è una fiaba popolare, quindi ci sono diverse versioni diverse cha la raccontano. La trama principale è circa questa: la madre è uscita, i bambini sono andati con la coscia del maiale a casa della nonna, dove la tigre o la strega vestita da donna ha ingannato i bambini per mangiarli. La notte i bambini dormono con la nonna tigre che nel cuore della notte mangia il figlio minore. La sorella maggiore invece si salva usando uno stratagemma e riesce a fare morire o a far scappare la tigre cattiva.
Questa invece è la versione che mi ha raccontato la mia mamma.
In passato c’erano due bambini, una sorella maggiore e un fratello minore, che partirono per portare una coscia di maiale alla nonna. Per raggiungere la casa della nonna i nipoti dovevano attraversare un bosco dove abitava una tigre che si trasformava, assumendo sembianze umane, per mangiarsi le persone che lo attraversavano. Mentre erano nel mezzo del bosco i bambini si imbatterono improvvisamente nella tigre, che aveva assunto le sembianze della nonna e che con un sorriso chiese loro: “Dove andate?”. La sorella rispose: “Andiamo a casa della nonna e le portiamo una coscia di maiale” la tigre rispose: “eh, nipoti cari, fortunatamente sono io vostra nonna, temo che vi smarrirete soli nel bosco, vi accompagnerò io”. I due bambini la guardavano attentamente e dicevano: “Tu non sei la nostra nonna, la mamma ci ha detto che sul mento della nonna c’è una talpa” la tigre afferrò rapidamente un po’ di terreno, se lo attaccò al mento e disse: “Guardate! Ecco la talpa. Bravi nipoti, sono davvero la vostra nonna, sarete al sicuro con me”. Così la tigre prese con una mano la coscia di maiale e con l’altra la mano del fratello minore. Ma la sorella continuava ad essere sospettosa. Giunta la notte, coricatisi nel letto, il fratello minore si mise con la nonna nella stessa parte, invece la sorella si addormentò dall’altra parte del letto. A mezzanotte, nel buio pesto della stanza la sorella maggiore fu svegliata dal suono di qualcuno che mangiava “zhika zhika”. Così la bambina chiese: “Nonna , cosa stai mangiando? Voglio anch’io qualcosa!”. La nonna tigre rispose: “Questo sto mangiando” e le lanciò un pezzetto di carne. Ma appena la bambina guardò meglio, si rese conto che quello che le aveva lanciato la nonna tigre era un dito del fratello e fu presa da una terribile paura. Le venne un’idea e disse: “Nonna, devo uscire a fare la pipì”. E la nonna rispose: “Cara, non puoi uscire, fuori c’è una tigre che mangia i bambini”. La bambina rispose: “Nonna, non voglio fare la pipì nella stanza, legami i piedi con una corda spessa, se fossi in pericolo, tirerò forte la corda e tu potrai venire a salvarmi subito”. La nonna tigre acconsentì, così la bambina uscì e svelta si liberò dalla corda e si arrampicò su un albero per nascondersi. Dopo un po’ di tempo, la tigre chiamò bambina, ma non ricevendo risposta, uscì a guardare. Non appena la tigre vide che la bambina stava sull’albero iniziò a chiamarla: “Vieni giù mia cara”. Ma la bambina le rispose: “Sei una tigre, hai mangiato mio fratello, sei cattiva”. La tigre si arrabbiò terribilmente e cercò di salire sull’albero, ma non ci riusciva, così si allontanò in cerca di qualcosa che la aiutasse a salire. Nel frattempo, passò un giovane con un fagotto, appena la bambina lo vide urlò e il giovane riuscì a farla scendere e a salvarla. Così, quando la tigre ritornò, sull’albero trovò solo i vestiti della bambina.
C’erano libri illustrati che giravano per casa tu: te ne ricordi qualcuno?
In casa, c’erano alcuni libri illustrati: libro de I tre porcellini, un libro di Doraemon, un libro intitolato Al lupo! al lupo!.
C’è qualche aspetto della cultura cinese che pensi sarebbe bello regalare al mondo occidentale?
La cultura cinese è ricca, sia materialmente che immaterialmente. Penso che l’opera di Pechino, la carta tagliata cinese, il pensiero del Daoismo e il Confucianesimo potrebbero essere degli aspetti da regalare al mondo occidentale. Per esempio nel Confucianesimo la pietà filiale è una delle idee principali che rafforza il legame tra i genitori e i figli; o l’astrologia cinese che spiega l’origini e simboli dello Zodiaco.