Non ho mai avuto intenzione di precorrere i tempi con i miei figli, ho capito – per fortuna – quasi immediatamente che mi interessava godermi ogni momento presente, valorizzandolo. In questo senso le attività di pregrafismo, precalcolo e prelettura le ho sempre percepite come un “pre”, appunto, poco necessario, anche se il mio primogenito ha seguito regolarmente le proposte della sua scuola dell’infanzia che all’ultimo anno le prevede. Non ho mai incentivato che mio figlio leggesse PRIMA di arrivare a scuola, non ero preoccupata che contasse fluidamente o sapesse scrivere prima di incontrare la maestra alla primaria.
Con il nostro secondogenito, abbiamo dovuto tenere in considerazione il suo deficit uditivo e il suo ritardo nel linguaggio e di questo invece abbiamo dovuto preoccuparci.
Nell’interfacciarsi con molti specialisti (neuropsichiatri, logopedisti, otorini etc.), una ha colpito la mia attenzione: una logopedista che a differenza di altri suoi colleghi ha rifiutato di lavorare esclusivamente sulla lingua. Un paradosso direte. Sì.
Claudia – questo il suo nome – ha infatti cercato di spiegarci come lo sviluppo del linguaggio (dalla fonetica alla sintassi), vada di pari passo con lo sviluppo armonico della persona: il pensiero, il racconto, l’uso delle mani e dei piedi, la mobilità della testa e delle dita… scorrono parallelamente alla progettazione dei suoni, alla scorrevolezza del lessico, all’agilità della sintassi. Da qui dopo un accurato lavoro di valutazione (che è necessario e che non si deve trascurare né banalizzare), Claudia ha impostato con Hutai, nostro figlio, una serie di giochi sui suoni, ma gli ha anche affidato tutta una serie di attività da svolgere a ruota libera: impastare il pane e la pasta frolla, ricamare, dipingere, disegnare, montare, ritagliare, strappare, rammendare, fare la maglia, saltare, leggere libri, raccontare, fare puzzle, riordinare, colorare… Le regole per ogni attività sono precise, ma lasciano anche moltissimo spazio perché l’individualità di Hutai emerga in tutta la sua unicità.
Così, dunque, quasi senza accorgermene, ora che siamo all’ultimo anno di scuola materna e che siamo a casa con tanto tempo a disposizione, in casa stiamo facendo moltissimi esercizi che potrebbero sembrare di addestramento alla scuola primaria.
Attività simili, ma con un orizzonte che Claudia ci ha mostrato come molto più che interessante: l’occasione di sostenere Hutai nel suo sviluppo linguistico, scoprendolo e conoscendolo nel fare con lui.
A supporto di questo lavoro alcuni libri si sono rivelati davvero preziosi e ben fatti e vorrei suggerirveli (in questo sono riuscita a restituire in parte il favore a Claudia, segnalandoglieli!), soprattutto perché possono essere un utile passatempo per queste giornate in casa, a condizione che vi mettiate nella prospettiva di un lavoro e non di un addestramento.
L’orizzonte in cui mi sono mossa nel ricercare libri adatti a noi è quello dell’educazione montessoriana e in parte steineriana che rappresentano gli approcci che più ho trovato affini al mio sentire.
Sandrine Andrews e Mizuho Fujisawa hanno firmato due bellissimi album di attività editi dall’Ippocampo. Il primo Tocco, osservo, dipingo con le mani è stato il primo da cui siamo partiti. L’album è organizzato in diverse sezioni uguali a loro stesse (tocco, imito, osservo e invento) per diversi argomenti (mano, cerchio, quadrato, triangolo, rombo, ovale, cuore). All’inizio troviamo una forma smerigliata che si può seguire con il dito, invitando il bambino ad immaginare la forma, poi una serie di proposte per la pittura con le dita (segui il contorno, colora dentro, colora fuori…), infine una attività libera legata alla riflessione su un’opera d’arte.
Le attenzioni sia grafiche che testuali di queste proposte mostrano un’impostazione metodologica interessante e non improvvisata. Ogni attività è preceduta da pagine dove l’esercizio è già stato svolto: questo permette al bambino di immaginare la richiesta, senza per forza dovere aspettare che l’adulto intervenga. L’aspetto con cui gli esempi svolti si mostrano è, poi, proprio quello di una pittura svolta con le imperfezioni e gli sbavamenti inevitabili della tempera: questo conforta il bambino sul risultato che non sarà (e non deve essere) perfetto, come una stampa uniforme!
Il quaderno però non è pensato perché il bambino sia solo: il cerchio deve essere segnato in una certa direzione, se devo cambiare colore devo sciacquare il dito per non sporcare il colore successivo… In questo l’adulto è necessario per spiegare e mostrare l’ordinato svolgersi del lavoro.
Bellissimo l’aggancio artistico finale che mostra come qualsiasi segno può diventare arte: dalle impronte di mani sulle pareti di una grotta in Patagonia (10.000 anni fa) alle geometrie che giocano con i rombi su un vaso di 6.000 anni fa, da Joan Mirò e le sue fantasie di ovali, ai dipinti a cerchi di Vasilij Kandinskij. Al bambino è affidata la libertà di creare la sua opera d’arte.
Il secondo volume Strappo taglio incollo è molto simile al primo come cura e attenzione (non marginale è il fatto che il materiale da tagliare e strappare sia fornito a fine quaderno in agili, resistenti e accattivanti fogli da strappare!). In questo volume sono meno evidenti delle sezioni precise ma il lavoro proposto stimola la manualità fine in molti modi: dall’allenamento dei muscoli nell’atto di strappare, alla coordinazione occhio-mano nel maneggiare le forbici in linee dritte e poi curve. Non immaginatevi una raccolta casuale di esercizi (strappa un po’ e taglia là): è evidente una progressione studiata dall’autrice nel dosare e controllare il movimento della mano, nel richiedere una precisione sempre maggiore. Straordinarie le opere d’arte proposte da Kurt Schwitters a Ljubov’ Popova.
In questo volume sarà ancora più necessaria una cura per l’ordine dei materiali, utilissimo esercizio per l’organizzazione “pulita” anche del pensiero e della parola.
Un altro volume utilissimo e maggiormente variato nelle proposte è quello di Isabelle Huiban (di cui ho parlato diffusamente qui) e che offre spunti per numerose attività che rientrano in quelle classicamente considerate pregrafiche, ma lo fa ancorandole ad un’esperienza del bambino: non i soliti zig zag, ma un orizzonte di montagne innevate! E poi maglia, mandala (preziosi per la programmazione, anche linguistica!), vetrate, intrecci…
Se poi come me, in questi giorni di reclusione, avete riscoperto la panificazione e il piacere di impastare crostate tutti i giorni… siete a posto (qui un libro con spunti per vivere la cucina)!
Non mettetevi al lavoro con la prospettiva di addestrare i vostri figli, ma guardateli fiorire, scoprite le loro preferenze inaspettate, guardateli crescere e imparare a fare: lo si può fare ben prima dei 5 anni!
P.S. un grande impegno di selezione è stato fatto anche nelle letture da fare insieme, come supporto alla logopedia, ma dedicherò a questo un articolo specifico.
Arriveranno presto, anche se i consigli sulle letture sono da calare sul progetto di ciascuno e non è detto che possano essere ugualmente utili a tutti. Ma ne riparleremo!
prego!
Grazie mille mi è stato utile per Giacomo 5anni emmezzo .. settembre inizieremo la scuola..noi stiamo lavorando con psicomotricità fine e logopedia.. aspetto tuoi consigli su l’argomento logopedia… grazie
Grazie! Molto interessante. Io sono una maestra nella scuola materna. Leggerò i libri per offrire I miei bimbi un’alternativa al solito scheda, sperando presto.
Tra non molto!
Sì lo smartworking da casa è davvero faticoso. Sì può proporre Dipingo con le mani per giocare insieme con la sorella!
Vanno benissimo ben prima dei 5 anni!
Sono contenta di esserti stata utile!
Grazie, sono molto contenta di sapere che hai capito. In effetti il tema è davvero scabroso!
Grazie, Maria. L’argomento potrebbe risultare “scabroso” ma tu hai reso comprensibili (e condivisibili) le sue motivazioni fino a rendere “accettabili” le sue varie e divertenti applicazioni. Sei veramente preziosa. Un abbraccio a te e ai bambini.
Grazie per gli.spunti! Anche noi cinque anni e mezzo, in prima il prossimo anno, e seguito da neuropsicomotrice, seoour abbiamo dovuto sospendere in.questo periodo! Aspetto tuo altro articolo per spunti logopedici!
Anche io ho una secondogenita di sei anni che andrà in prima elementare a settembre in trattamento logopedico da tre anni.
Sono a casa da quasi due mesi ormai e mi sto ponendo il problema di fare un po’ di preparazione alla scuola. Sto lavorando e fatico a dedicarle più di un’ora, massimo due in esclusiva, ho altre due bambine. In quell’ora sto cercando di seguire il metodo Venturelli (che è abbastanza strutturato e noioso se dato ad un bambino da solo) e ho preso ispirazione dai contenuti sul sito della Raffaello per i prerequisiti.
Ho acquistato il gioco “Sillabandia” della creativamente.
Ho proposto senza successo alcuni di quei libretti che si trovano anche in edicola mentre ha avuto grande successo “pronti per la scuola con i cuccioli ” di Daniela Lucangeli.
Dipingo con le mani mi sembra molto interessante e può piacere anche alla sorellina più piccola.
Grazie, stavo cercando anch’io un metodo alternativo di fare pregrafismo (abbiamo lettere e numeri smerigliati, mi invento giochi…).
Sai se ci sono libri su questo stile per bimbi di 5 anni o dici che questi vanno già bene anche se l’età consigliata è 4 anni? Grazie!
Vedrò di recuperare questi libri perché ad oggi per colpa del corona virus le scuole sono state chiuse e nessuno si è preoccupato di darci dei consigli sulla didattica! Emiliano forse inizierà la prima elementare non si sa quando e come e io ti ringrazio!