Il libro di oggi è per i “grandoni” e infatti anche il formato gigante, che forse non ci si aspetta (almeno io non me lo immaginavo così!), si adatta alle mani ormai attente e avide di particolari di chi incomincia a guardare i libri con interesse. La storia de Il pinguino che aveva freddo di Philip Giordano racconta infatti la storia di un pinguino, Milo, che vive al Polo sud, ma che un giorno si accorge «di avere freddo»!!!
Capite anche voi che la situazione è abbastanza tragica e altrettanto bizzarra, infatti «la sua mamma e il suo papà non avevano freddo… [e] nemmeno gli altri pinguini sentivano freddo». La situazione prende una piega drammatica durlante lo scorrere della mattina, perché dovete sapere che i pinguini tutte le mattine «raggiungevano il bordo della banchisa.. [e] si tuffavano nell’oceano gelato a caccia di pesciolini». Milo rimase solo sulla banchisa quella mattina, in preda alla paura e al gelo, finché il mare «iniziò a ribollire» e un’imponente balena balzò fuori offrendo a Milo un passaggio verso più caldi lidi. Riecheggiando una simile avventura balenosa (la chiocciolina di Axel Scheffler ha aperto la strada!), Milo parte per un’avventura indimenticabile. I personaggi che incontra lungo il viaggio sono esotici e particolari e ciò che vede nell’isola di approdo della balena è ancora più stupefacente: uccelli di ogni foggia e colore che brulicano festanti. Forse che l’isola sia la nuova casa di Milo? La luna che torreggia sulla linea dell’orizzonte ricorda a Milo il tetto tondo del suo freddo igloo, che chiamava casa. La nostalgia punge, ma l’amico pappagallo ha un’idea e tutta notte lavora instancabile per confezionare a Milo… una sciarpa!
«“Ricorda che qui sarai sempre il benvenuto” gli disse il pappagallo bianco salutandolo dalla spiaggia». Il giorno dopo, mentre i pinguini «si tuffavano nell’oceano gelato a caccia di pesciolini», Milo rimase sulla banchisa, avvolto nella sua sciarpa calda, «quel giorno, [però] un altro pinguino si rifiutò di saltare… Allora Milo capì che non era rimasto solo. C’erano altri pinguini che non amavano il freddo proprio come lui».
La storia racconta di viaggi che devono essere fatti, di diversità che deve essere accolta e di amicizia che nasce dalla condivisione di una paura. Il testo è breve, intervallato frequentemente da dialoghi e distribuito, quasi ai margini delle tavole.
Ciò che fa la differenza infatti sono le immagini originalissime di Philip Giordano che nel grande formato vengono molto valorizzate. La capacità di utilizzare volumi geometrici e nello stesso tempo di non renderli statici, ma fluidamente in movimento è davvero una peculiarità, dell'illustratore, nello stesso tempo lo studio dei pattern e dei dettagli rende estremamente realistici tutti personaggi (gli uccelli sono meravigliosi!), pur nella loro modernissima veste a due dimensioni. Il gioco del pieno del vuoto, del grande e del piccolo viene amplificato su queste tavole di grandi dimensioni e la paura si concretizza nella linea vertiginosa che taglia inesorabilmente l’illustrazione: deve essere spaventoso lanciarsi dalla banchisa! Le tavole sono prevalentemente piatte per comunicare il senso di affollamento o di vuoto, l’illustratore però gioca anche con la prospettiva, grazie allo slittamento dei piani dove vicinissimo è grande e lontanissimo piccolo, ma anche tramite i riflessi. La scelta dei colori, mai prepotenti, testimonia una sensibilità cromatica che io amo molto per la sua delicatezza e particolarità.
Una storia solida e chiara che racconta ai piccoli (dai 3 anni) delle prime sfide della vita e che raccomanda loro di essere fedeli a se stessi, perché la conquista è essere se stessi. Il tutto corredato da immagini incantevoli nella loro asciutta e curata contemporaneità che vi lasceranno sicuramente affascinati!
Il pinguino che aveva freddo
Philip Giordano
48 pagine
Anno: 2016
Prezzo: 14,50 €
ISBN: 9788878745100
Lapis editore
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Ciao (e scusa il super ritardo!!) Uno stile davvero unico!
Bellissimo libro! Questo stile di illustrazione lo adoro 🙂
Consigliatissimo