Intorno al concetto di “casa” si avviluppano numerosissime questioni che vanno ben oltre il riconoscimento dei muri, del tetto, della porta e delle finestre… “casa” riguarda ciò che simbolicamente ogni essere vivente definisce come il luogo per sé.
È dalla conoscenza, dall’amore e dalla stima che una persona ha per la propria casa che trova poi la forza, nell’adolescenza, di partire e abbandonarla per trovare il proprio luogo.
Nella prima infanzia, invece, il concetto di casa che va costruendosi riguarda lo stare, il rimanere, riguarda la propria identità: i bambini abitano la propria casa e sono impegnati a conoscerla in ogni anfratto emotivo e reale che la costituisce, proprio come sono impegnati nella scoperta di sé.
Non stupisce dunque che la casa sia al centro di tanti libri dedicati ai più piccoli, come accade nell’ultimo libro di Philip Giordano Casa è…
La riflessione che l’autore e illustratore fa di questo concetto gioca sulla rappresentazione stereotipata della casa come di una forma quadrata con un triangolo sopra. Giordano se ne serve per declinare questa figura nelle diverse case.
«Casa è… il posto in cui abitiamo»
Si apre in questo modo il libro, evidenziando il primario concetto dell’abitare in qualche posto. Dalla pagina successiva la declinazione vede un mutare illustrativo della casa che, pur mostrando il medesimo scheletro originale, cambia, trasformandosi nella casa di tanti altri protagonisti animali.
«Una foglia Un pezzo di formaggio … Una cuccia Un guscio»
Questo catalogo faunistico-architettonico soddisfa le domande e le curiosità dei bambini che, nel parallelismo della propria identità con tante altre identità, rafforzano il concetto del bisogno che tutti gli esseri viventi hanno di una casa.
Il catalogo però non è semplicemente un percorso equivalente che riporta il lettore al punto iniziale, ma in un’ideale progressione offre un finale che evidenzia un passo ulteriore di riflessione sulla casa: la casa è il luogo dove stai bene, non solo dunque quattro mura in cui si abita, un domicilio.
Ciò che accomuna veramente il bambino a tutti gli altri protagonisti del libro e di cui lettore ha ammirato le case, non è tanto la forma, quanto piuttosto la sensazione di sentirsi a proprio agio, di sentirsi autorizzato ad essere semplicemente se stesso.
Le illustrazioni dei colori piatti, le forme geometriche che non diventano mai astratte sono estremamente leggibili dai bambini e anche la forma della casa, che si declina di pagina in pagina, diventa un elemento di riconoscimento celato che può diventare occasione, per i più grandicelli (dai 3 anni) di cogliere un elemento in più.
Una bella semplice storia, per bambini dai 2 anni.