I libri di Peter Sís sono vertiginosi, perché l’autore ceco-americano che spesso mette al centro dei suoi libri nient’altro che storie vere, ha la capacità di far sprofondare le parole nella sua rielaborazione illustrativa che testimonia l’abisso stratificato che compone ogni momento dell’esistenza.

Robinson è il racconto di un episodio autobiografico che riguarda l’infanzia dell’autore e che ha al centro una festa in maschera.

Se volessimo arrivare alla ossatura più scarna della storia, quello che è raccontato non è nient’altro che l’invito a una festa in maschera, la decisione di indossare un costume diverso dal solito, la delusione cocente di vedere gli amici ridere di sé, la rabbia e infine una scoperta.

L’autore racconta esplicitamente questo episodio, allegando anche una foto eloquente del costume “incriminato”.

Eppure nello sfogliare le pagine di questa storia i lettori percepiscono quanto ogni istante, ogni desiderio, ogni emozione, ogni gioco, ogni speranza, ogni euforia abbia una profondità che va ben oltre la semplice apparenza.

«Io e i miei amici amiamo l’avventura. Giochiamo sempre i pirati. Insieme, siamo i padroni del mare!»

In uno stile onirico stemperato da un’organizzazione della pagina che richiama le gabbie del fumetto, assistiamo ai giochi di questi cinque amici che appaiono nel mondo eppure al di fuori del mondo: i luoghi senza persone, i palazzi che sembrano poco più alti dei bambini, le statue immense costruite senza fatica, la zattera che naviga in mare…

In fondo il gioco è tutto questo: uscire dal mondo, per entrare nel proprio mondo.

Il testo non perde il suo essenziale piglio narrativo e racconta di come il gruppo di amici decida di andare alla festa in maschera della scuola: la loro passione piratesca diventa lo spunto per la decisione di un costume comune. 

Eppure, una volta a casa, Peter, il protagonista, viene invitato dalla mamma ad un’altra scelta:

«“Peter, perché non ti vesti da Robinson Crusoe visto che ami l’avventura?” dice. “Perché voglio essere un pirata come i miei amici” rispondo. “Ma Robinson Crusoe è il tuo eroe preferito”. La mamma ha ragione. Era un grande avventuriero, e molto più coraggioso dei pirati. “Va bene, allora farò Robinson!” dico»

Peter Sís ha una gestione dei ritmi narrativi e dei legami tra le pagine davvero impressionante: le pagine del romanzo di Defoe incorniciano il protagonista e la mamma mentre dialogano, ma si trasformano, nella pagina successiva, in un vortice di tessuti, libri e calzamaglie.

Nella pagina dopo, una serie di riquadri gioiosamente ritma il rito della vestizione e amplifica la vertigine gioiosa di essere al centro del mondo, ribadita nella pagina successiva con una prospettiva dall’alto davvero impressionante.

Anche solo in queste poche pagine, c’è molto: il gioco, lo spaesamento, la gioia, il ricordo intenso delle storie, la soddisfazione di poter raccontare qualcosa di sé…

La pagina dell’arrivo alla festa è altrettanto ricca di citazioni letterarie e artistiche (la balena di Moby dick? L’aereo del Piccolo principe? La mela di Magritte…), lo stesso brulicare di figure mascherate corrisponde a tanti altri universi letterari e non che si intrecciano nell’immaginario infantile.

In un cinematografico cambio di scena, quella che era una luce gialla, calda e avvolgente si trasforma nel cono di un riflettore che mette a nudo:

«quando mi vedono si mettono a ridere e mi prendono in giro. Mi sento morire»

Peter scappa, torna a casa, si chiude in camera a letto.

Abbiamo sfogliato solo 12 pagine: può la storia essere conclusa? Ne mancano 36!

In realtà è, in una doppia pagina azzurra, con una mamma che porta una zuppa calda (!) che incomincia la storia nella storia.

Un viaggio che è quello di Robinson, che è quello di Peter, ma che è anche quello di Max dei Mostri selvaggi è quello di Peter Pan è quello di tanti bambini e di tante storie.

Bellissima la sequenza che trasforma il libro aperto nelle vele di un veliero che trasportano Peter nei suoi sogni, su un’isola.

Naufrago come Robinson, Peter incomincia la sua avventura: 

«Tutto è sconosciuto. Come farò a sopravvivere da solo?»

Peter incomincia la vita sull’isola in un resa artistica impressionante che è onirica, precisa e spiazzante come i sogni.

Gli stili si alternano: dettagliate e minuziose tavole-mappa, onirici notti blu,  vorticosi e pulsanti vortici naturali, paesaggi come onde del mare, tane sotterranee, limpide sequenze verticali…

Ci si perde, sebbene ancoràti dalla limpida sinteticità delle parole, risucchiati dalla marea di citazioni e dettagli, dall’intuizione della stratificazione di mondi che appaiono in queste pagine.

Abitiamo l’isola con Peter, ma anche con tutti i protagonisti delle storie che costituiscono l’identità di Peter.

Il finale che segna un ricongiungimento con gli amici, lo fa nel nome di quello spazio condiviso dall’infanzia che l’esplorazione.

I libri di Peter Sís rischiano sempre di uscire fuori catalogo, vi auguro di non perdere Robinson. Leggetelo ai vostri bambini: si sentiranno compresi (anche voli farete questa esperienza) e riconosceranno in sé le risorse variopinte e uniche che caratterizzano i propri mondi interiori.

[shareaholic app="share_buttons" id="15118398"]
Robinson Peter Sís - Livia Signorini 48 pagine Anno 2018 Prezzo 22,00€ ISBN 9788845933271 Editore Adelphi
Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *