Certamente Joan non aveva potuto leggere storie di donne scienziate, men che meno storie di donne erpetologhe, probabilmente avevo letto solo storie di uomini scienziati, ma questo non scalfì neanche per un attimo la sua volontà di essere una scienziata.

Probabilmente essere nata nel 1897 avrebbe potuto essere un’indicazione bastevole a non farle venire in mente di poter fare la scienziata: semplicemente non l’avrebbe ascoltata nessuno. Una malattia cronica all’intestino poi avrebbe dovuto relegarla ad una vita sedentaria e protetta.

Invece Joan Procter ha deciso di non ignorare la sua passione, una passione per nulla femminile (almeno nel sentire comune), la passione per i rettili e gli anfibi. Patricia Valdez sceglie questa storia vera e particolare e, grazie alle immagini di Felicita Sala, dà vita ad una storia che sembra nata per essere raccolta in un libro di avventure. 

Joan Procter, infatti, era una bambina particolare, nata a Londra si dilettava a giocare con lucertole, serpenti e tartarughe. Addirittura, per il suo sedicesimo compleanno, ricevette in regalo un cucciolo di coccodrillo.

La biografia di questa studiosa è raccontata in modo scorrevole e gustoso, attraverso episodi veri, pescati tra i più particolari della sua vita: come quando portò il suo coccodrillino a scuola. Joan cresceva e, sebbene limitata da una dolorosa malattia all’intestino, non si preoccupò di prepararsi un destino quieto e tranquillo, ogni sua curiosità cercava un interlocutore per essere saziata. Joan frequentò il Museo di storia naturale e lo zoo di Londra e non si stancò di chiedere, disegnare, studiare, descrivere ogni particolare che riguardava i suoi amati rettili e anfibi. La guerra che allontanò e sacrificò molti uomini fu l’occasione per lei di diventare curatrice e studiosa a tempo pieno del Museo di Storia naturale di Londra. Quello che colpisce di questa donna è - a miei occhi - il suo interesse specifico ma a 360° gradi. Joan era un’erpetologa, ma per il benessere dei suoi animali si interessava ai loro habitat alla struttura delle loro gabbie, si concentrò sui colori e il calore delle teche, disegnava sfondi che potessero rassicurarli nello zoo, li curava con competenza come se fosse un veterinario, si preoccupava della loro alimentazione ed era profondamente interessata a comunicare la sua passione al pubblico attraverso articoli e manifestazioni anche rivolte ai più piccoli (come la colazione insieme al drago di Komodo!). Le parole dell’autrice americana riescono a comunicare questa attenzione di Joan attaverso episodi come, ad esempio, il rapporto incredibile della scienziata con il “suo” drago di Komodo Sumbawa. Grande pubblico, ma anche platee di scienziati (uomini): sembra che Joan non sentisse differenza nel lavorare con l’uno o con gli altri. 

Una vita che si immagina lunga un eternità e, invece, Joan morì giovanissima a 34 anni, per la malattia cronica che mai l’aveva abbandonata.

Che vita! Che passione contagiosa! 

Il lavoro di Felicita Sala, che ha uno stile molto riconoscibile, si plasma intorno alla reale figura di Joan Procter con un’attenzione particolare ai tratti del suo volto, ai vestiti, ai spazi e agli oggetti primonovecenteschi, il che rende questo libro davvero bello.

La storia di Joan Procter è un esempio, per me emblematico, di come la letteratura non sia un modello in cui identificarsi, ma un universo in cui immedesimarsi. Non leggete quindi questa bella storia solo alle femmine che amano i rettili, ad aspiranti erpetologhe. Regalate questa storia a chiunque, maschio o femmina che sia, appassionato di scienze o letteratura, amante dei pizzi o delle automobili: leggerà che né un’epoca, né una malattia, né i pregiudizi possono impedire di fare ciò che si ama.

Dai 4 anni.

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Joan Procter, la dottoressa dei draghi Patricia Valdez - Felicita Sala 40 pagine Anno 2019 Prezzo 15€ ISBN 9788899268749 Editore Splen
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