Mi fa sempre sorridere pensare che, tra tutti gli stati degli immensi Stati Uniti in cui potevo capitare, sono finita proprio nel più piccolo, il minuscolo Rhode Island (RI), che per darvi un’idea si estende su una superficie poco più grande di quella della mia provincia d’origine, Bergamo. 

Nonostante le dimensioni ridotte, i “Rhode-Islander” sono molto fieri di “Little Rhody” e molto attivi in campo artistico e letterario. Una delle piccole perle locali è il Festival dei libri e degli autori per bambini (il Rhode Island Festival of Children’s Books and Authors), che si svolge ogni anno ad ottobre presso una scuola privata di Providence. Quest’anno il festival è tornato in presenza, e con grande gioia ho avuto modo di parteciparvi.

Al festival, una quindicina di autori e/o illustratori (no agenti o editori) sono raccolti in un salone, ognuno con il proprio stand, e a turno si recano in un vicino auditorium per un incontro o la presentazione di un libro, per poi tornare al salone principale e incontrare bambini e bambine, genitori e insegnanti, bibliotecari e interessati, e per chiacchierare tra loro. L’atmosfera è intima e amichevole, i bambini hanno modo di associare un volto e una voce alla persona che ha scritto e/o illustrato alcuni dei libri preferiti, ricevere copie autografate, accoccolarsi sui divani a sfogliare i nuovi albi. 

Tra gli autori e le autrici intervenute quest’anno c’erano Chris Van Allsburg, l’autore di Jumanji e di Polar Express, Mary Jane Begin, docente al Rhode Island Institute of Design (RISD) e autrice di libri sulla cultura locale quali R Is for Rhode Island Red (la “rossa del Rhode Island” è la simpatica gallina autoctona), Gaia Cornwall, Juana Martinez-Neal, e molti e molte altre.

Tra tutti i libri bellissimi che ho visto, ne ho selezionati tre, non (ancora) giunti in Italia, che mi hanno particolarmente colpito.

Saturday, di Oge Mora (Little, Brown Books, 2019). Oge Mora è un orgoglio locale. Quando era ancora una studentessa a RISD, alcune delle sue illustrazioni hanno colpito un editore, che l’ha ingaggiata con un contratto per due libri. Ne sono nati il best-seller Thank you, Omu, libro d’esordio pluripremiato, e Saturday, di cui vi parlo oggi (ad ora, questi sono gli unici due albi scritti e illustrati da Oge, che poi si è dedicata soprattutto all’illustrazione di storie altrui). 

Ava è una bambina che, deduciamo dal testo, vive con una mamma single. Per tutta la settimana, Ava attende il sabato con grande trepidazione: «la madre di Ava lavorava domenica, lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì. Sabato era il giorno che amavano»

Il sabato, Ava e la mamma vanno alla lettura di storie in biblioteca, si fanno i capelli, fanno un pic-nic al parco…e questo sabato in particolare andranno a uno spettacolo di burattini! Ma – oh no! Va tutto storto! La lettura è stata annullata, i capelli rovinati, il parco è affollato e rumoroso, i biglietti dello spettacolo sono rimasti a casa. A questo punto persino la mamma, che per tutta la giornata è riuscita a risollevare il morale disastro dopo disastro, getta la spugna e sbotta, affranta: «I’ve had it!» (Mi sono stufata!). 

Dolcemente, dopo aver fatto un respiro profondo, è ora la piccola Ava a consolare la mamma, dicendo che nonostante tutto «Oggi è stato speciale. Oggi è stato fantastico. I sabati sono meravigliosi…perché li passo con te». Quella che potrebbe sembrare una chiusura sdolcinata contiene una semplice, grande verità, che i bambini non “sanno” intellettualmente ma certamente sentono profondamente: non importa quello che facciamo, l’importante è stare con te. Saturday ce lo racconta con una storia incalzante e illustrazioni accattivanti e ricche di dettagli, che i bambini non si stancano di osservare.

E per quanto riguarda Ava e la sua mamma…beh, il sabato non è ancora finito!

I Am a Baby, di Bob Shea (Candlewick Press, 2022)

Questo albo racconta in modo divertente lo sconvolgimento della vita portato dall’arrivo di un neonato. È costruito sulla formula del «Qualcosa è così…perché sono un bebè»:

«La mamma ha sonno»

«La mamma ha sonno perché sono un bebè»

«Il cane è cicciotto»

«Il cane è cicciotto perché sono un bebè»

Implicita è la domanda tra i due enunciati: «Perché la mamma ha sonno?» «Perché il cane è cicciotto?», e via di seguito.

La risposta è, ovviamente: «perché sono un bebè», ma le immagini integrano il testo in modo indispensabile e spesso esilarante, colmando la distanza tra il secco «perché sono un bebè» e le situazioni evocate: la mamma acchiappa per il piede il bambino che sta per cadere dal lettone mentre ride, il cagnolino ingrassa perché si accaparra la pappa che cade (o viene lanciata) dal seggiolone. Scene intime, quotidiane, in cui è facile ritrovarsi . 

Il libro è pensato per i neogenitori, ma è fruibile anche dai bambini. Noi, ad esempio (che abbiamo un ultimo nato di sette mesi), lo leggiamo utilizzando i nostri nomi «La mamma ha sonno perché Ezechiele è un bebè», «Cassia è cicciotta perché Ezechiele è un bebè». Oppure lo volgiamo al passato per raccontare con i più grandi di quando loro erano piccoli: «La mamma era stanca perché Giobi era un bebè» (il mio cinquenne è nella fase in cui chiede spesso di quando era piccolo). Le risate sono assicurate.

Verso la fine della storia arriva la nonna che, riposata e sorridente, ha ancora le energie per giocare col piccolo, mentre i genitori esausti e con le occhiaie fino a terra si accoccolano sul divano con un bicchiere di vino.

«Tutti sono felici»

«Tutti sono felici perché sono un bebè»

Attenzione, però, il giorno non è ancora finito…e le notti sono lunghe.

Alma Presses Play, di Tina Cane (Make Me a World, 2021)

Questo è un libro per giovani adulti che mi ha molto sorpreso. Conoscevo Tina Cane come poetessa (è la poeta laureata del Rhode Island), ma non sapevo che scrivesse libri per ragazzi e ragazze (questa è infatti la sua prima opera per questa fascia d’età). 

Quando ho visto il tomo, mi aspettavo un romanzo tradizionale. Alma Presses Play è, invece, un romanzo in versi. Inizialmente la scelta di scrivere un romanzo in versi per ragazze e ragazzi mi era sembrata audace, addirittura folle a dire la verità. Poi ho cominciato a leggerlo e mi sono completamente ricreduta. 

Dal punto di vista della forma, ogni componimento può essere letto come testo a sé stante. In sequenza, invece, le poesie raccontano la storia di Alma, dodicenne nella New York degli anni Ottanta e di famiglia quanto mai “mista”: ebrea da parte di padre, cinese da parte di madre. Alma cresce nel Village insieme a un gruppo di amiche e amici dello stesso isolato: 

Clarissa («Si stenta a credere che Clarissa sia tutta cinese»), Miguel («Miguel mangia una Sugar Daddy   mentre lucida la testa d’oro di Gesù»), Marta («Marta è bellissima   coi cerchiolini d’oro alle orecchie»), Maureen («Maureen = 100 per cento irlandese + tranquilla e leale e intelligente»), Faith («Faith con la gonna di plaid e la camicia bianca»).

Va spesso a trovare i nonni a Chinatown, sentendosi un po’ a disagio per non essere completamente cinese:

percorsi l’intera

Mulberry Street   stringendo le mani dei miei genitori

e strizzando gli occhi   non superforte   ma

dolcemente   per sembrare più naturalmente cinese

e riflette sulle grandi questioni della vita, a volte sola, a volte discutendone coi genitori: perché alcune sue amiche sono povere? Perché i suoi nonni cinesi che si sono sposati a sedici anni con un matrimonio combinato vanno d’accordo, mentre i suoi genitori che si sono scelti non fanno altro che litigare? Cos’è il socialismo? Esiste Dio?

Il libro affronta una serie infinita di tematiche – quante pensieri ronzano nella testa di un’adolescente? – in modo serio ma anche ironico, come quando Alma travolge la psicologa scolastica con una valanga di preoccupazioni e la psicologa risponde: «Ok Alma   sei viva in questo mondo | e provi tutte queste emozioni   il che è bellissimo da vedere […] Perché non mi fai una lista?». Alma reagisce con un: «Fantastico, altri compiti». Le liste però le fa, liste come: «Cose che mi piacciono di me stessa», «Libri che amo», «Cose che vorrei poter cambiare», «Cose per cui sono grata»…Insomma, i pensieri di Alma spaziano tra gli argomenti più disparati. La lettura del romanzo, però, non risulta confusa; i molti fili si tengono insieme.

Nonostante alcuni riferimenti culturali specifici alla New York degli anni Ottanta possano risultare oscuri (niente che una veloce ricerca su Google non possa chiarire), l’inglese non è troppo complesso e un’adolescente appassionata d’inglese che voglia cimentarsi con questo libro troverà sicuramente pane per i propri denti. Nell’attesa che, chissà, ne esca anche una traduzione italiana!

P.S. [a cura di Maria] Insieme ad Anna stiamo preparando una sorpresa di cui parleremo ampiamente nei prossimi giorni, se volete iniziare a sbirciare….


*Anna Aresi è traduttrice, insegnante e mamma di figli trilingui. Per Scaffale Basso cura Parole in ridda, una rubrica dedicata alla traduzione dei libri per l’infanzia. Residente da tempo negli Stati Uniti, lavora da anni con famiglie plurilingui e segue bambine e bambini
nell’apprendimento dell’italiano fuori dall’Italia.

 

➡️ https://aresitranslation.com

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Saturday Oge Mora 40 pagine Anno 2019 Prezzo 15,43€ ISBN 9780316431279 Editore Little, Brown books
I am a baby Bob Shea 40 pagine Anno 2022 Prezzo 15,86€ ISBN 9781536218329 Editore Candlewick
Alma Presses Play Tina Cane 336 pagine Anno 2021 Prezzo 13,98€ ISBN 9780593121146 Editore Make Me a World
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