In questi giorni tutti parlano di Beatrice Alemagna. È uscito il suo nuovo libro Buon viaggio piccolino! che ha suscitato concordi approvazioni, tanto che Nati per leggere lo ha già inserito nelle sue liste e il Comics and games, a Lucca, ha dedicato una mostra a lei e alla sua carriera.Io avrei voluto andare a Lucca, avevo già pronta la mia pila di libri da farmi firmare e avrei voluto godermi la sua mostra, ma come ogni madre sa, basta che un giorno di festa si avvicini che il pargolo o il marito o entrambi (come nel mio caso) incapperanno di certo nella peggiore delle influenze in circolazione, e così è stato! Così invece di parlarvi della straordinarietà di Beatrice Alemagna, dal vivo, mi accontenterò di parlarvi di un altro straordinario libro: Un leone a Parigi.
Questo libro sono andata a cercarmelo in biblioteca, perché negli scaffalini della sezione bimbi, evidentemente, il libro di dimensioni giganti non riesce ad essere molto valorizzato infatti l’ho trovato riposto in orizzontale in uno scaffale bassissimo, invisibile agli occhi di tutti. Ma questo non ha placato il mio entusiasmo e neanche quello di Saverio che ha subito trovato impieghi interessanti per il suddetto, come tunnel per il trenino di Duplo, hangar degli aerei…. Magie dei libri.
Insomma, dopo aver valorizzato anche la dimensione superscomoda (cara Beatrice così sembrano davvero libri d’arte, quali sono, però mi rendi davvero difficile portarmeli in giro, facci un pensierino!) siamo rimasti incantati dalla storia.
Un leone stufo della sua savana africana decide di partire per un viaggio e dove va? A Parigi! Mica scemo! Arriva e teme un po’ le reazioni dei parigini (chi non le temerebbe) così si siede in un caffè a mangiare un croissant (questo lo dico io perché non si vede, ma per meno di quello non val la pena fermarsi!), ma ben presto si rende conto che i parigini sono da temere più per la loro indifferenza che per le loro spade-baguette. Così il leone cerca di farsi notare, ruggisce, ma niente. Poi la svolta: piove e Parigi mostra una bellezza inaspettata. Una bellezza fatta di palazzi, muri, finestre (io adoro le finestre di Parigi!), quadri … Insomma tutto incomincia a sorridergli: è la bellezza che colma il cuore tanto che il leone decide di prendere pianta stabile proprio in piazza Denfert-Rochereau dove potete ancora trovarlo.
Arrivare in un posto nuovo, che sia Parigi, che sia la scuola materna, che sia un altro continente fa paura e mette tristezza, inevitabilmente, però se si porta pazienza, dopo qualche ruggito ci si accorgerà del bello, che c’è. Dappertutto.
L’autrice sembra fare tutto il percorso, ma non solo, perché l’idea di inventare la storia di un luogo, la possibilità di offrire una fiaba su di uno spazio vuol dire che il posto nuovo è diventato amato.
Ecco questo dono di Parigi che Beatrice Alemagna fa a tutti noi dovrebbe poter esserci per ogni luogo e per ogni posto. Vi immaginate che pace e sicurezza poter andare in un luogo amandolo già così? Bisognerebbe fare una collana di fiabe sui monumenti nascosti di ogni luogo: le rane nel cortile di Santa Maria delle grazie a Milano, quel bambino che proprio non riesce a tenere la pipì in piazza del Duomo a Carrara, il gancio-cavallino di Bergamo alta, etc.
Si amerebbe di più lo spazio e si vedrebbe meglio il bello.
Il libro si legge in orizzontale: nella pagina in alto troviamo il testo, solo, su sfondo bianco, nella pagina inferiore le tavole illustrate.
Le illustrazioni-collage confermano la passione che ho per questa illustratrice: significative nella loro imperfezione. I grandi e i piccoli, i vicini e i lontani, gli a fuoco e non a fuoco si mescolano e si affiancano in uno spazio illustrativo unico e molto infantile: come i disegni dei bambini dove i significati non sono affidati alle dimensioni delle cose, ma alle forme che prendono e comunque a codici non sempre intellegibili. Bisogna avere occhi nuovi. La linea nera, i colori sui toni del marrone e del grigio, gli inserti fotografici in bianco e nero creano un mondo bello, ma non per questo brillante o acceso, come Parigi.
Temevo, per questo, che Saverio non amasse il libro, invece questo libro gli è piaciuto eccome! Le facce e le orecchie del leone lo fanno sorridere e anche le spade-baguette: «Mamma ma è pane! Ma non lo vede?!». Il disagio iniziale del felino ha destato la sua empatia e tra le due signorine sorridenti che occhieggiano al nostro eroe ha deciso che è proprio la Gioconda quella che ha fatto la differenza.
Se fosse stato a Parigi penso che si sarebbe esaltato ancor di più: è l’occasione per fare le valigie. Speriamo che come scusa valga anche per mio marito! :)
Un leone a Parigi
Beatrice Alemagna
24 pagine
Anno: 2009
Prezzo: 24,00 €
ISBN: 9788860363794
Nooo davvero non è scoccata la scintilla con Parigi? Devi tornarci 😉
P.S. ma il tuo blog è in sciopero, è un po’ d’ giorni che non riesco a vederlo…
Quel formato enorme aveva destabilizzato un po’ anche me; odio i libri che non entrano nello scaffale e finiscono di piatto sopra agli altri!
Delizioso per il resto, anche se tra me e Paris non è mai scoccato l’amour…
Forse non è una città che si concede subito, come del resto ci insegna anche il leone del libro.