Whooo are you? who who who who … who are you? who who who who I really want to know…

Sì, lo ammetto, io sono una fan di CSI. Non so se dipenda dal fatto che il mio nonno Gildo era poliziotto e che alcuni dei ricordi più affettuosi che ho di lui mi vedono posizionata accanto a lui su un divano a vedere Hunter e McCall (tra l’altro avevo una cotta per Hunter, che è identico a mio padre!), ma quando CSI approdò in Italia nel 2001 io, i miei genitori e i miei fratelli diventammo subito appassionati.

Con il tempo e gli spin-off ci siamo adattati, preferendo alcune serie piuttosto che altre, ma tuttora, all’alba della quindicesima stagione, non riesco (la mia famiglia onestamente non so) a perdermi un cadavere. Per questo vi stupirò solo fino ad un certo punto, quando vi dirò di aver trovato la versione albo illustrato di CSI: The great paper caper di Oliver Jeffers.

Questa la scena del delitto: in una foresta meravigliosa con case sotterranee sotto le radici, a cui si accede, attraverso i tronchi, da memorabili porte color pastello con pomelli e scale, iniziano a sparire rami. La situazione è grave e la comunità si mobilita. Dopo una fase iniziale di accuse vicendevoli e pronte giustificazioni, la situazione degenera all’improvviso quando il ramo “preferito” di gufo scompare con esiti davvero esilaranti. A questo punto la zona del delitto viene delimitata e gli animali si spartiscono i ruoli «I’ll be the detective and you can  be the judge» … «Why not him?» «I’m the prosecutor, that’s why» mailino dixit. Il castoro-detective scatta foto, prende appunti, osserva con l’immancabile lente di ingrandimento, «But no matter how hard they investigated, no clues could be found». Fino a che, come succede in CSI, la scientifica offre il dettaglio della svolta e grazie al "luminol" – no scherzo, ma sarebbe stato perfetto – , grazie alla scansione di un’impronta parziale, «they had found their culprit». L’orso viene trascinato in Centrale, interrogato e schedato e poi, con una celerità invidiabile, giudicato (qui forse c’è un po’ di Law and Order, ma non mi sono mai appassionata…) e condannato a ripiantare gli alberi abbattuti.

La capacità narrativa di Oliver Jeffers è incredibile e il talento di riuscire e rendere esilaranti le tavole innato: il “colpevole” è palesemente evidente da subito, sotto gli occhi di tutti e questo, come ogni appassionato di polizieschi sa, rende il tutto assai coinvolgente. Gli spettatori più svegli mangiano la foglia dopo poche pagine e lottano contro la cecità dei personaggi coinvolti che evidentemente non vedono l’ovvio. L’orso che taglia, trascina tronchi, sparge fogli bianchi, lancia aereoplanini è onnipresente, sullo fondo ma anche in primo piano, e prosegue per la sua storia con testardaggine ignorando il caos creato nel boschetto: l’orso si sta allenando per la 112esima competizione di aereoplanini di carta, vinta con grande studio e fatica dagli antenati del nostro eroe, che deve perpetuare questa tradizione familiare. Saranno il tribunale e il giudizo finale a rendere unico il gruppo prima diviso, sarà un aereoplanino speciale: «they put them all together and make a new one [paper planes]».

La storia è spassosa, l’uso dei dialoghi muti illustrati strappa regolarmente le risate di Saverio, così come l’assurdità di alcune situazioni (l’atterraggio del gufo sul ramo immaginato, la torre vivente a mo' di musicanti di Brema nel box o il Teddybear nella stanza dei riconoscimenti). Altre immagini invece sono semplicemente grandiose, così come le immagina-desidera un bambino: parliamo dell’aereoplanino vincente e della macchina tritura-alberi. Oliver ci ha abituati alle linee nette tra bianchi e colori inaspettati (fuxia, verdi acidi, rossi…), e ai collage talmente ben acclimatati nelle tavole che appena si notano. Solo il bosco sfuma leggermente queste linee di demarcazione (un bosco memorabile, per la cronaca) che sono narrative, a pieno titolo. Le tavole seguono la narrazione sottolineando con riquadri e baloon le sequenze narrative. Bellissimo il font e amatissima la calligrafia di Oliver, che mostra pienamente la sua passione per la grafica.

L’ennesimo esempio di genialità e compiutezza di Oliver Jeffers: mai scontato, mai banale, sempre divertente e mai ripetitivo. Successo a pieni voti presso il pargolo, dunque cosa manca a questo libro per l’edizione italiana?!

Non sto a dirvi che il testo è elementare e che val la pena procurarselo anche in inglese ;)

The great paper caper
Oliver Jeffers 

40 pagine
Anno: 2008

Prezzo: 12,05 €
ISBN: 9780007182299

Haper Collins Children’s Books editore
Anobii

Commenti
23 Febbraio 2015
Maria

Grazie Suster! Sì, si può iniziare anche perché al contrario si rischia di perdersi dei gioielli!

23 Febbraio 2015
suster

Che bei disegni! Ma è meraviglioso!
Devi smetterla di segnalare tutti questi libri fantastici. E io come faccio adesso?
Ora che mi hai messo la pulce nell’ orecchio però ci faccio un pensierino sul procurarmelo in lingua originale, cosa a cui non sono avvezza, ma… Uno può sempre iniziare.
Grazie per le tue recensioni sempre impeccabili, appassionate e divertenti.

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