Penso idealmente a Un cuore di Noemí Fabra, come un volume da appoggiare accanto a La mano, così da creare una collana che dà spazio a protagonisti che spesso vengono considerati collettivamente, nel caso specifico all’interno di apparati come quello circolatorio, muscolare, scheletrico… , dando ragione della ricchezza di parti specifiche del corpo.
Tra questi, il cuore ha sempre avuto un posto privilegiato: è sempre stato il centro di tante riflessioni, perché sede culturalmente identificata delle emozioni e simbolo universale dell’amore.
L’albo parte da una panoramica di tipo fisiologico, raccontando le meraviglie della formazione di quest’organo che, già dopo pochissime settimane dal concepimento, segna in modo indelebile una nuova vita: il battito è la prima cosa che si identifica di un bambino vitale in grembo!
Da una spiegazione che riguarda peso, dimensioni, funzionamento si passa poi a tutta una serie di spunti di tipo storico e culturale.
Gli egizi, ad esempio, nelle pratiche di mummificazione non estraevano il cuore dai corpi perché ritenevano che fosse l’organo più importante, protagonista di un rito particolare durante il quale Anubi lo pesava per vedere se fosse o meno più leggero di una piuma e quindi degno dell’Aldilà.
I cinesi secoli secoli prima della civiltà occidentale avevano capito che il cuore era la pompa del sangue, e fu un medico francese a inventare lo stetoscopio, perché era timido.
La trattazione avanza e affronta argomenti quali i cuori dei diversi animali, il ritmo, la narrazione letteraria, la forma, l'influenza su particolari espressioni linguistiche…
Il testo rimane un invito, poiché molti degli argomenti sono accennati con precisione, ma non approfonditi e chiedono al lettore di avviarsi verso altre strade.
In questo, a mio avviso, si evidenzia la capacità prevalentemente illustrativa dell’autrice, poiché i testi avrebbero potuto essere più accattivanti e, a volte, più chiari (io stessa non ho molto capito né contestualizzato la storia proibita di Liu e Xu).
Le illustrazioni appaiono pertinenti e chiare, anche se rimangono e parlano ad un livello simbolico e stratificato.
A questo riguardo mi permetto di evidenziare una piccola asincronia: i contenuti nella loro semplicità potrebbero rivolgersi tranquillamente a bambini della scuola primaria che affrontino per la prima volta il tema dell’apparato circolatorio, tuttavia le immagini, lontane dalla precisione fotografica e ricche di riferimenti vasti, ammiccano ad un fascino adulto e spostano il lettore ideale verso fasce d’età più alte.
Un volume sul cuore che, aldilà di ogni credenza, rimane il motore che ci muove nel mondo e che quindi muove anche il grande viaggio dell’amore umano.
