A guardarsi intorno, tra le nuove uscite per bambini, sembra semplicissimo compilare e costruire un immaginario fotografico. Ho visto libri “montati” - credo che questo sia proprio il termine giusto! - in quattro e quattr’otto pescando, casualmente dagli archivi gratuiti di immagini e stampati, apponendo un’etichetta tematica che pare basti a definire delle immagini in sequenza libro.
Tuttavia la costruzione di un buon libro fotografico e la costruzione di un buon immaginario seguono regole più sottili, complesse, banalmente pretendono una riflessione sul messaggio: ho qualcosa da raccontare?
Un buon esempio di immaginario fotografico con un’idea dietro che non sia solo il titolo “mare” è Au bord de la mer… di Nathalie Seroux.
La fotografa francese ha progettato e costruito una serie di immaginari che costituiscono una collana cartonata di primi libri che si rivolgono ai bambini (Mon premier imaginier photo) che accompagnano i piccoli lettori a scoprire ambienti e universi tematici quotidiani.
Au bord de la mer, volume del 2019, ci porta a bordo spiaggia.
Il cartonato ha una struttura fissa delle pagine con una fotografia quadrata sotto cui troviamo una parola.
«La plage - Le vacanciers - la sable - les galets…» [La spiaggia, i vacanzieri, la sabbia, i sassi…]
Le pagine, così rigidamente strutturate, dialogano tuttavia tra di loro e si dispongono in un viaggio di senso che attribuisce senso a questa narrazione.
Le associazioni inizialmente sembrano descrittive del contenuto dell’immagine stessa, ma progressivamente esse mostrano una relazione tra le immagini delle due pagine vicine, un dialogo che rivela diversi tipi di relazione semantica: sinonimia, complementarietà, antinomia…
Infradito e stivali, pinne e occhialini, salvagente e bagnini, crema solare e ombrellone (parasol), alta marea e bassa marea…
Ci sono anche associazioni che giocano con similitudini visive, come i surf appoggiati l’uno sopra l’altro in sfumature cromatiche simili che ricordano l’andamento delle onde a cui sono associate nei loro diversi blu.
Si giunge fino a commenti interpretativi dell’immagine come nella coppia aquilone e l’ottimista («L’optimist») coppia unita dal pattern multicolore dell’aquilone e della vela di una barchetta, ma i cui testi mostrano uno spostamento dalla pura descrizione verso un’interpretazione della fotografia che mostra un ragazzino che cerca da solo di trascinare la barca in mare.
Anche singolarmente le immagini travalicano la semplice esplicazione del contenuto della parola, ma contengono al loro interno una traccia va oltre puro riferimento per far intuire una storia o un’esperienza dei bambini.
Sopra la spiaggia ecco dunque una serie di impronte di piedi che suggeriscono la sensazione dei piedi nudi - forse l’esperienza privilegiata della spiaggia per i bambini! -, la fotografia sopra la parola sabbia mostra i giochi che un bambino sta facendo con la sabbia stessa.
È poi evidenza di una cura nella disposizione delle immagini anche un accordo cromatico, spesso complementare, che lega le immagini in armonie dialoganti, tra blu, arancioni, rossi, gialli.
L’architettura generale infine non è casuale né semplicemente giustapposta: come si è aperta con la spiaggia, attraverso tutte le esperienze che si fanno in spiaggia, essa si chiude con le cabine dove possiamo chiuderci per cambiarci e tornare a casa, ma anche dove possiamo tornare, il giorno dopo, per rivivere una giornata in spiaggia.
Un bel cartonato, maneggevole, curato, che ha qualcosa da raccontare ai bambini piccoli che desiderino ritrovare o rileggere la propria esperienza in un libro.