Intorno al nome Maria Montessori c’è molta confusione: sulla base di una sensazione generale più che di una vera conoscenza del suo pensiero fioriscono collane e libri che si dicono montessoriani.
Per fare chiarezza ho chiesto Giulia Consalvo, incrociata nel mare del web che può essere una vera e prolifica rete a volte (!), di aiutarmi ad offrire un po’ di chiarezza. Giulia è insegnante di scuola primaria Montessori da circa 20 anni, è formatrice ai corsi di formazione dell'Opera Nazionale Montessori per insegnanti di scuola primaria e consulente per scuole a Metodo in Trentino, Veneto, Friuli e Lombardia, si occupa di ricerca e ha un Dottorato di Ricerca in Pedagogia e Didattica. Al suo attivo ci sono numerosissime pubblicazioni, attraverso le quali potrete conoscerla meglio, se vorrete (le riporto in calce all’articolo).
Il metodo Montessori ultimamente vede un crescente interesse presso l’opinione pubblica che tuttavia associa liberamente al pensiero di Maria Montessori alcune idee un po’ generiche e stereotipate. È curioso riflettere sul fatto che il pensiero montessoriano sia molto sdoganato nella contemporaneità senza che, d’altro canto, ci sia un vero approfondimento teorico di questo pensiero. Ci si affida un po’ al sentito dire, all’impressione generale ad alcune parole chiave che vengono associate al nome Maria Montessori in modo un po’ “fai da te”.
Verissimo! Negli ultimi anni abbiamo assistito, soprattutto in Italia, ad una riscoperta del Metodo. Sono molti i genitori, non solo gli insegnanti, che si orientano verso questo stile educativo. E lo fanno quasi sempre alla ricerca di un’alternativa al sistema scolastico tradizionale o ad uno stile genitoriale direttivo ed autoritario. In alcuni casi (non sempre! ci tengo a dirlo) si tratta di una non-scelta: non scelgo l’educazione convenzionale e mi oriento verso un’alternativa, che in questi ultimi anni sembra corrispondere esclusivamente con il Metodo Montessori. Questo in alcuni casi porta a derive disfunzionali, sia sul piano educativo che su quello ideologico. La teoria e la pratica montessoriane sono un approccio complesso, ricco ed articolato che non può essere riassunto attraverso slogan o parole chiave. Va studiato, approfondito, scelto consapevolmente. E per farlo, consiglio sempre di “bere alla fonte”, di ascoltare la voce di Montessori attraverso i suoi scritti.
Vorrei in particolare parlare con te del rapporto tra pensiero montessoriano e lettura (intesa sia come prassi che come tipologie di libri).
Per Montessori leggere significa “interpretare un’idea da segni grafici” e non è perciò sufficiente tradurre le lettere in suoni. La vera lettura si manifesta quando il bambino comprende il senso di ciò che legge, ovvero il messaggio scritto da altri: che sia un biglietto scritto da un amico o un racconto contenuto in un libro. La lettura è “comunicazione non solo con tutti gli uomini viventi ma anche con quelli che furono nei secoli” passati.
Già verso i 3-4 anni i bambini manifestano un naturale interesse verso questo “secondo linguaggio”. Le lettere e le parole hanno un potere magico e nelle classi a Metodo si procede con attività di alfabetizzazione strumentale, indispensabile per una lettura autonoma. Saper leggere da soli è funzionale allo sviluppo delle idee, al “linguaggio sociale” e logico, consente di ampliare l’orizzonte culturale e la capacità critica.
L’“esplosione della lettura” nel bambino, è un momento magico che va preparato ed accolto con stupore e meraviglia. È una conquista che va festeggiata e, insieme all”“esplosione della scrittura”, consente al bambino di appropriarsi di un nuovo linguaggio e di emanciparsi, in parte, dall’adulto.
Sono due gli elementi che caratterizzano la lettura in quanto processo: il primo riguarda la comprensione di ciò che si legge; il secondo ha a che fare con la lettura ad alta voce. Per intendere il senso di ciò che legge il bambino ha bisogno di raccoglimento e di far lavorare la sua intelligenza in silenzio. Lo dimostra il fatto che i libri sono “muti” di suoni, ma, ciò nonostante, consentono alle persone di mettersi in relazione e comunicare, nel tempo e nello spazio, attraverso la parola.
La lettura ad alta voce invece è la somma di lingua parlata e scritta ed è per questo un esercizio molto complesso, che ha più a che fare con l’arte drammatica, con l’interpretazione. Per questo, nelle scuole montessoriane, tendiamo a posticipare questa attività.
Che cosa dice Maria Montessori del ruolo dell’adulto nella proposizione della lettura?
In generale, per noi montessoriani, la lettura è un’attività fondamentale per lo sviluppo intellettivo ed emotivo, sia che siano i bambini a leggere, sia che lo facciano gli adulti per loro. Quindi, anche quando i bambini sono in grado di leggere da soli, cerchiamo sempre di ritagliare uno spazio quotidiano per la lettura ad alta voce fatta da noi insegnanti, per loro. Un adulto che legge non sta solo raccontando una storia, ma sta creando uno spazio in cui grandi e piccoli possono incontrarsi, trasformando la narrazione in un elemento decisivo della loro relazione. Nell’Autoeducazione Montessori ci racconta delle cosiddette “Audizioni”, momenti di lettura in cui l’insegnante legge, mentre i bambini disegnano. “La maestra che legge dovrebbe essere un’artista come dicitrice”, evidenzia Montessori, parlandoci dell’importanza dell’arte del leggere. Le maestre “devono essere cultrici di arti belle” (Autoeducazione, p. 453).
Nelle scuole a Metodo prestiamo particolare attenzione alla scelta del supporto su cui si legge. È facile intuire che preferiamo i libri stampati a quelli elettronici e che evitiamo di proporre tablet ed ebook che, pur essendo in molti casi più economici e funzionali, potrebbero non essere vantaggiosi per lo sviluppo dei nostri bambini, che hanno invece bisogno di relazionarsi con oggetti concreti. Tralasciamo anche i libri interattivi, troppo ricchi di stimoli (ricordiamo il principio montessoriano dell’isolamento della qualità!) che distolgono l’attenzione da ciò che si legge e si interpongono nella relazione tra lettore ed ascoltatore.
Inoltre, crediamo che esporre i bambini a libri “belli” (dove per bello, Montessori intende “essenziale, privo del superfluo”), con testi e grafica curati, illustrazioni di qualità, possa aiutarli a diventare lettori critici, capaci di orientarsi nella fitta selva delle proposte commerciali.
Ma cosa più importante di un libro per l’infanzia, dovrebbe essere la capacità di sostenere la sua immaginazione, senza però orientarla eccessivamente. Cerchiamo di evitare libri che reiterino stereotipi o impartiscano morali. Come scriveva Montessori, il bambino (soprattutto quello in età scolare) vuole costruire da solo la sua idea di giustizia. “Nel campo della morale il bambino sente ora la necessità della propria luce interiore” (in Come educare il potenziale umano, p. 17).
La mia impressione è che l’editoria e il pubblico pensino al metodo Montessori, associandolo a una libertà che si intende senza regole o al contrario ad una apparente libertà che mette tantissimi confini angusti e la il bambino a pascolarvi all’interno.
Il rispetto per la libertà del bambino è un’istanza fondamentale del Metodo. Libertà intesa come “liberalizzazione della vita repressa da infiniti ostacoli che si oppongono allo sviluppo”. Un fine educativo, dunque, ma anche condizione necessaria affinché il processo educativo possa compiersi. Una libertà da sperimentare all’interno di quello che Montessori chiamava “ambiente organizzato”, un luogo psicofisico dotato di coordinate, regole, routine, impalcature emotive e cognitive che supportano il bambino nella conquista dell’indipendenza. Se dovessi riassumere l’idea che Montessori aveva di libertà, potrei definirla come la possibilità di esprimere se stessi all’interno di un contesto strutturato e finalizzato all’apprendimento, promotore di autonomia ma dotato di regole chiare e condivise. Libertà e disciplina sono due facce della stessa medaglia, per Montessori. Entrambe fine e condizione allo stesso tempo.
L’editoria pullula di libri “di impostazione montessoriana” e spesso sono libri di attività o che invitano all’azione. Ci aiuti a capire bene il concetto di libertà e l’idea di bambino che stia dietro al pensiero montessoriano per poterci orientare tra le varie proposte?
La riscoperta montessoriana di cui parlavo all’inizio, ha generato una deriva commerciale che non fa bene al Metodo, né a coloro che si illudono di poter offrire un’educazione montessoriana ai propri bambini, acquistando giochi e materiali brandizzati Montessori. Come spesso accade con le mode, ciò che ne deriva è un metodo semplificato, oserei dire snaturato, facilmente replicabile ed accessibile anche ai non addetti ai lavori.
Montessori ci invitava a mettere al centro delle nostre riflessioni il bambino, con i suoi bisogni di crescita, le sue particolari attitudini e caratteristiche. Per farlo ci offre materiali scientifici, un ambiente di apprendimento promotore di autonomia e libertà, che invita all’azione e all’attività spontanea, in cui l’adulto osserva, facilita, propone, osserva. Non è l’oggetto di per sé, il libro o il gioco, ad essere montessoriano, ma il sistema coerente di tecniche e procedure in cui è inserito e con cui viene proposto. Potremmo definire questo inganno commerciale come “Montessori prêt-à-porter”, una deriva consumistica che anche grazie a questa intervista proviamo a combattere.
Che idea di lettura proponeva Maria Montessori? Perché anche nella prassi di lettura l’idea di libertà è spesso travisata. L’adulto è spesso ridotto ad uno spettatore inerte: il bambino va lasciato fare, va lasciato scegliere quello che vuole leggere… Questa idea di spontaneità a mio avviso non c’entra molto con il pensiero montessoriano. Che cosa dice Maria Montessori del ruolo dell’adulto nella proposizione della lettura?
I libri occupano uno spazio d’onore nelle classi montessoriane. L’ambiente di apprendimento offre numerose opportunità di lettura, sia individuale che di gruppo. Laddove possibile, sono presenti biblioteche di classe che possono essere frequentate liberamente dai bambini durante il tempo scuola. L’allestimento e la scelta dei libri sono compiti dell’insegnante che, come per tutti gli oggetti presenti nell’ambiente, opera una selezione basata sull’osservazione dei propri alunni, allo scopo di creare una corrispondenza tra le offerte di lettura ed i bisogni di crescita dei bambini.
Pur non trattandosi di veri e propri materiali di sviluppo, i libri sono presenti nelle aule e sono considerati un ponte tra i bambini ed il mondo. La lettura estensiva, ovvero la lettura per puro piacere, come arricchimento cognitivo ed emotivo, viene indubbiamente privilegiata. Al contempo però, vista l’assenza dei libri di testo, i bambini consultano quotidianamente i libri per raccogliere informazioni, esplorare il mondo naturale e culturale, trovare risposte ai loro interrogativi e curiosità. Si attivano quindi pratiche di literacy disciplinare, in un contesto in cui la libera scelta e la promozione dell’autonomia (anche intellettuale) rappresentano il contesto ideale in cui crescere ed apprendere.
La libera scelta che caratterizza il pensiero e le pratiche montessoriani è dunque una scelta guidata dall’adulto, che spesso si fa mediatore tra la parola scritta ed il bambino, un po’ come avviene per tutti gli altri materiali che vengono scrupolosamente introdotti e presentati.
Secondo me un importante distinguo da farsi è anche tra il materiale - che è concepito in modo molto rigoroso dal pensiero montessoriano e la lettura intesa in senso lato. Ci guidi a comprendere questa differenza?
I materiali montessoriani sono il frutto di uno studio sperimentale ed il loro utilizzo è orientato ad obiettivi specifici. Inoltre, possono essere proposti ai bambini solo da persone formate ed in grado di farlo. Vanno infine collocati in un ambiente organizzato, un sistema, in cui tutto è in relazione: il bambino che apprende in un contesto di libera scelta, gli stimoli, l’insegnante mediatore. La lettura ed i libri fanno parte di questo ambiente, lo caratterizzano e lo arricchiscono. Ma la promozione alla lettura delle classi a Metodo si pone un obiettivo più ampio, ovvero quello di favorire l’avvicinamento del bambino al libro, allo scopo di sviluppare un approccio alla lettura come fonte di piacere e crescita personali.
Ti chiederei di segnalarci quali sono i criteri che Maria Montessori indicava per guidare la scelta dei libri.
Bellezza e verità!
Questo è quello che Montessori ci invita ad offrire al bambino attraverso le nostre proposte di lettura.
Come dicevo non ci sono libri “montessoriani”, ma ce ne sono molti che per le loro caratteristiche editoriali e per il contenuto trovano spazio nelle biblioteche delle nostre scuole. Trovo difficile fare una selezione rappresentativa, ma se penso ai libri presenti negli scaffali della mia classe ne posso citare alcuni. Innanzitutto La Strana enciclopedia di Adrienne Barman, un libro scientifico tutt’altro che scontato. Maria Montessori affermava che i bambini amano le classificazioni e molto del materiale presente nelle nostre classi segue questo principio. L’enciclopedia della Barman sembra fatta apposta per assecondare il bisogno del bambino di fare ordine nel mondo che lo circonda, creando gruppi e categorie, ma offrendo criteri insoliti che stupiscono e incuriosiscono grandi e piccoli.
Un altro libro immancabile e che probabilmente tutti conoscono è Che cos’è un bambino di Beatrice Alemagna. Un libro incantevole che più che essere un racconto, è un ritratto di quell'infanzia che Montessori ha tentato di riscattare e svelare per tutta la sua vita. Montessori ci parla della “scoperta del bambino” e apre lo sguardo di noi adulti sulla dignità del mondo dei più piccoli e la prospettiva da cui lo guardano. Un po’ come fa la Alemagna, raccontandoci chi sono i bambini ed aiutando i bambini stessi a comprendere chi sono.
Se penso ai bambini più grandi non posso fare a meno di citare Lupo sabbioso. L’incontro di Åsa Lind. Tutto il libro ci racconta di una bambina curiosa, alla ricerca di risposte che i grandi non le possono dare. Un libro che è l’affermazione dell'idea montessoriana per cui i bambini sono filosofi naturali e che sta a noi adulti sostenere questa loro attitudine. Leggete il nono capitolo e capirete cosa intendo.
Grazie!
Vi lascio di seguito alcuni degli interventi più significativi di Giulia.
Volumi
Articoli e contributi in volumi
Sono contenta di poter sostenere anche la fatica di chi lavora a scuola!
GRAZIE DI CUORE
Il mestiere della scuola…
Insieme ai bambini si sta bene, tu guidi loro e loro guidano te in un continuo reciproco nutriente scambio di innumerevoli immensi stimoli da ordinare, calibrare. Lasciare andare, tenere, riprendere. Senza mai perdere il filo, pronta ad accogliere l’inaspettato. Osservare.
Poi, uscita dall’aula, ti senti sola, sopraffatta dalla burocrazia che pare essere l’unica necessità. Sola nel passare oltre ai pregiudizi ingessati.
Contributi come questi nutrono il coraggio e la perseveranza.
Con gratitudine, Elisabetta 1970
Interessantissima questa intervista! I miei figli frequentano una scuola Montessori qui negli USA e finora ci siamo trovati molto bene. Qui negli Stati Uniti non c’è questa moda, ma ogni volta che torniamo in Italia vedo che il “brand Montessori” sta crescendo. Mi ero sempre chiesta se potesse essere un metodo educativo che si può estrapolare dal contesto scolastico per cui è stato pensato. Noi onestamente lasciamo che facciano le maestre a scuola! Bellissima idea anche inserire la bibliografia, leggerò senz’altro qualcosa!