Fenicottero in inglese si dice flamingo, un nome musicale e poetico come l’albo di Molly Idle, che mi ha fatto innamorare a Bologna, ma che non ha preso per niente Saverio, ma tanto lui non c’è :) per cui ne possiamo parlare con toni sognanti senza pericolo di essere “ripresi”.

Flora e il fenicottero è un libro di quelli senza parole, ma non è un albo muto: per poterne godere a pieno è necessario leggerlo e contestualmente ascoltare, ad esempio, il preludio opera 28 numero 15 di Chopin. Alle prime note introduttive sul costante filo conduttore della nota ripetuta in battuto, come a teatro, ecco che delicatamente atterra sul palcoscenico un fenicottero: delicatamente tocca appena la superficie dell’acqua, creando quei cerchi concentrici e in crescendo che tanto bene descrive Chopin. È una mattinata fresca di primavera, di quelle che tutti noi ci augureremmo in questi giorni di scioglimento calorifero, le magnolie sono in fiore e il loro profumo delicato e intenso pervade le pagine. I fiori gentilmente rosei occhieggiano, come vero e proprio sipario floreale, di pagina in pagina, cornice necessaria al magico spettacolo che sta per avere luogo. C’è un calare: il fenicottero attende immobile finché una nera-rosata pinna – dello stesso colore del becco del fenicottero – annuncia l’ingresso di Flora. Flora è una bambina quattro o cinque anni, la pancetta in fuori e la postura ne rivelano la giovane età, il costume rosa e cuffia fiorata gialla ne testimoniano la personalità. Inizia il balletto, fatto di sguardi, pause, movimenti arcuati che dalle ali, dalle zampe e dal collo del fenicottero si uniscono al profilo, al volto e alle pinne di Flora, e se la grazia dell’uccello è un po’ boriosa e solenne e quella di Flora impacciata e bambina, tuttavia le due figure sono già una sinfonia fatta da due mani e da pentagrammi che scorrono paralleli. È un crescendo che culmina nella capriola involontaria eppure così poeticamente tonda e intonata di Flora. Poi è pianissimo, le note sembrano dissolversi nell’acqua, e di nuovo ritorna il tema dell’inizio e il balletto riprende. Le note e le melodie sembrano accordarsi meglio, trovarsi a vicenda: è la meraviglia di un intreccio non solo armonico ma unito, le mani del pianista così come Flora e il fenicottero tendono ad esaltarsi in una perfetta e gioiosa intesa, finalmente le linee si toccano creando figure uniche fino all’esaltazione finale che porta il cielo, i fiori e il sipario delicatamente a terra, spegnendosi.

Molly Idle ci porta in un mondo fatto di leggerezza, di profumo, di delicatezza, di movimenti e linee che danzano e sembrano vergare svolazzanti un ideale pentagramma. Linee asciutte e per molti versi geometriche nelle loro curve e circonvoluzioni uniscono i personaggi e la pagina intera. Il rosa confetto della cornice e dei ballerini è tenue, ma denso di profumo, e spicca poetico sulla pagina bianca. Il piano d’acqua, con le sue linee di colore sovrapposte e appena accennate, è un palco meraviglioso su cui scivolare. Le alette, grandi e lunghe, da aprire una alla volta sempre nello stesso modo, ritmano accelerando e rallentando la narrazione, amplificano il momento costringendo i lettori a guardare a fondo sguardi e movimenti che sono sempre diversi e progressivamente collegati in un disegno di forme e suoni. Flora assicura alla pagina la freschezza dello sguardo infantile (guardate l’espressione degli occhi!) e anche l’impertinente fenicottero, che ricorda l’altrettanto testardo fenicottero di Carrolliana memoria, permette ad un libro potenzialmente adulto di parlare ad un pubblico bambino.

Non è un libro sulla danza, ma certo chi la ama non potrà non amarlo, è un libro di musica, di bello, di silenzio e primavera, di magnolie e di rosa, di amicizia e di intesa, di capitomboli e tuffi, di ali tese e plié, un libro da ascoltare e riascoltare.

Flora e il fenicottero

Molly Idle

40 pagine
Anno: 2013

Prezzo: 14,50 €
ISBN: 9788861454798

Gallucci editore
Anobii

 

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