perché leggere ai neonati? Scaffale Basso

Perché leggere ai neonati? Scaffale Basso

Mi capita, sempre più frequentemente, sui social di vedere video in cui le mamme leggono a neonati di pochi mesi libri cartonati e albi illustrati, sostenendo che quell’atto rappresenti la base per  l’amorevole creazione di un rito che farà amare la lettura (o la letteratura?) a quei bambini.

Potrebbe sembrare qualcosa di apprezzabilissimo, e lo sarebbe appieno se non venissero letti a dei bambini così piccoli dei libri a caso, destinati agli adulti o a bambini di età molto diverse.

A questi video si sono aggiunti i video – o le foto – di neonati che vengono sottoposti a sessioni di quello che viene chiamato tummy time, che consiste nello stendere il bambino piccolo sulla pancia «anche se non tende a farlo spontaneamente» (il termine “non spontaneamente” fa venire i brividi), invitandolo a guardare alcuni libri posti davanti a lui in modo che eserciti i muscoli del collo e della schiena per imparare a sostenere la testa.

Io credo che entrambe queste situazioni nascondano un grande fraintendimento intorno ai libri.

Nel primo caso non viene assolutamente considerato il destinatario. Perché leggere ad un bambino neonato un libro sulle relazioni spaziali (sopra, sotto, vicino, lontano) oppure sui contrari, per fare due esempi, che sono concetti ancora fuori dalla sua portata e dal suo interesse? Cosa potrebbe interessarlo? 

Non considerare il destinatario, portando avanti un discorso sulla qualità letteraria o sulla necessità della lettura condivisa a prescindere dal lettore, secondo me è un approccio superficiale, se non controproducente.

La letteratura è certo una finestra che deve poter far percepire che c’è un oltre, che c’è qualcosa che sopravanza quello che immaginiamo e che crediamo già di conoscere, ma le storie devono in qualche modo legarsi alle domande e alle competenze dei lettori.

L’equilibrio è molto sottile, perché soprattutto quando ci troviamo a parlare di bambini molto piccoli è evidente che il discorso sulle competenze neurologiche o linguistiche si stia largamente sostituendo alle considerazioni letterarie.

Sviluppare il pieno potenziale del proprio bambino sembra essere il nuovo diktat e il passo è breve perché il libro si trasformi in pretesto per l’allenamento delle competenze dei bambini.

Ciò che c’è in gioco, però, io credo sia molto diverso.

Il focus è da un’altra parte e riguarda la risposta che ciascuno deve dare ad una domanda molto semplice e precisa: perché leggiamo ai nostri bambini? Perché decidiamo di proporre un libro ai nostri bambini?

Per renderli competenti? Perché abbiano successo nel mondo? Perché possano mostrare nell’accesso al mondo sociale la loro superiorità?

Perché gli esiti delle risposte a queste domande sono evidenti in quello che vediamo spesso circolare nel web. 

Soprattutto quando ci rivolgiamo ai neonati e ai bambini sono convinta che sia necessario tenere in considerazione le competenze del bambino, perché è nell’interesse, nelle abilità e nei bisogni che il bambino potrà fare esperienza del fatto che la letteratura può arrivare a fargli compagnia, anche se la valutazione di un libro non può esaurirsi lì.

È la ragione per cui a bambini molto piccoli io consiglio con forza di leggere, raccontare, recitare poesie, filastrocche, ninnananne, lasciando perdere libri, carte ad alto contrasto, leporelli e tummy time… la voce è il vero canale di cura, la voce è il primo canale attraverso cui le storie si prendono cura di noi.

La lettura, cioè la capacità o meno di decifrare i segni, è un mezzo perché la letteratura possa pian piano farsi strada nel rispondere ad un bisogno del bambino, che è un bisogno relazionale e un bisogno misterioso di comprendere il mondo intorno e dentro di sé.

Data questa premessa, oggi vi presento due libri che all’apparenza sembrano molto lontani dall’idea e dal concetto di bello (e soprattutto di utile) che gli adulti sono soliti associare ad un libro per bambini. Sono due libri che nascono dalla riflessione che gli autori hanno fatto sulla percezione dell’occhio del bambino, ma che hanno trasformato in qualcosa d’altro.

Hervé Tullet progetta Fiori, un leporello eclettico, come il suo segno artistico, che unisce la spontanea creazione di quelli che appaiono come fiori a degli inserti di carte plastificate e colorate che, a contatto con la luce, creano riflessi ed effetti diversi a seconda dell’intensità e della direzione della luce.

I bambini rimangono incantati dal movimento e dalla creazione di questi riflessi, anche nella bizzarria di forme e colori. Il libro può essere maneggiato, perché è molto resistente e si presta a incuriosire e a stupire i bambini piccoli (a partire dai tre mesi) non proponetelo però come un esercizio, non pensatelo come un addestramento, ma offritelo ai bambini come possibilità di giocare, divertirsi, vedere… stupirsi. Mettete il bambino comodo, non forzatelo a fare niente, condividete con lui un momento di lettura condivisa di quelle luci e quei colori!

Allo stesso modo Moimoi. Guardami! nasce da un esperimento dell’università di Tokyo che ha registrato in modo scientifico quello che molti già sapevano: i bambini piccoli sono naturalmente attratti dalle forme circolari che ricordano, ai loro occhi, la forma di ciò che primariamente fornisce loro il nutrimento ovvero il capezzolo umano.

Le pagine di questo piccolo cartonato pullulano di forme particolari ed eclettiche che mutano, ingigantendosi e rimpicciolendosi, ma anche allungandosi e “spiaccicandosi” come piccoli personaggi liquidi… Gli accostamenti di colori diversi attirano gli occhi dei più piccini e il testo eclettico sembra quasi voler imbastire, in una lingua sconosciuta, una discorso tra le diverse creature. Il libro invita gli adulti a partecipare al gioco insieme al proprio bambino, per scoprire qualcosa di bello attorno a sé.

Il libro non pretende di essere letto dall’inizio alla fine, a seconda delle età basterà una pagina o poco più, ma è un libro che potrà essere ripreso in mano dai bambini più grandicelli (dai due anni) che, iniziando a sviluppare un senso della narrazione, potranno inventare le storie di queste creature.

Due bei libri per piccolissimi.

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Fiori Hervé Tullet 14 pagine Anno 2020 Prezzo 14,90€ ISBN 9788857015637 Editore Franco Cosimo Panini
Moimoi. Guardami! Jun Ichihara, Kazuo Hiraki 20 pagine Anno 2022 Prezzo 11,50€ ISBN 9788836243525 Editore Gallucci
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