Sempre alla ricerca di libri nuovi e interessanti mi sono imbattuta in un bellissimo e datato libro di Mitsumasa Anno, dedicato ai bambini più piccini.
I libri che giocano a fare “cucù” nascono per rispondere ad una delle più grandi scoperte che i bambini fanno a partire dai sei mesi: il riconoscimento della permanenza degli oggetti. Comprendere che la mamma, il papà, così come la tazza e pupazzo esistono anche se in quel momento non si vedono è una consapevolezza complessa quanto cruciale.
È molto difficile trovare libri sull’argomento realmente ben fatti, perché per riuscire a comunicare efficacemente con i bambini così piccoli bisogna avere in mente tanti accorgimenti per farsi comprendere da loro e soprattutto bisogna accettare che il libro non racconti nient’altro che quella specifica esperienza.
Questa riflessione che in teoria dovrebbe trovare tutti concordi, nella pratica si scontra con la richiesta del mercato che vede nella semplicità di alcune narrazioni per neonati una incompiutezza: quale genitore comprerebbe un libro dove ci sono semplicemente delle mani che giocano a fare i cucù? In un mondo di bambini sempre “più avanti per la loro età” (almeno nella percezione dei propri genitori!), i libri che rispondono alle domande reali dei destinatari rischiano di essere considerati inutili.
Nel 1987 Mitsumasa Anno, illustratore giapponese e colto progettista di albi illustrati, realizza Coucou, me voilà! un libro per neonati che consta esclusivamente, di una galleria di volti umani- tra cui probabilmente il suo, quello di sua moglie e quello della di sua figlia o nipote? - insieme a una frotta di buffi animali, tra cui un porcello simpaticissimo. Ogni volto è intercalato dal profilo di due mani che permettono al libro, sfogliandolo, di riprodurre esattamente il gioco del cucù.
Nessun testo è aggiunto alle immagini e nessuno sfondo, eppure che sorpresa per i bambini più piccoli scoprire che dietro alle mani appaiono due occhi sgranati che si rivolgono proprio a loro!
Il fatto che le mani siano inserite tra le pagine permette un gioco continuo che non richiede necessariamente di avanzare pagina dopo pagina, ma che può soffermarsi anche per ore a giocare con la coppia di una doppia pagina.
La scelta dei volti mostra alcune importanti attenzioni che rispettano le competenze di lettura delle immagini dei più piccoli: i soggetti hanno dei grandi occhi che si rivolgono serenamente all’interlocutore, i lineamenti sono rilassati, lo sfondo bianco fa spiccare il ritratto, i colori tenui degli acquerelli invogliano alla serenità.
Le mani stilizzate colorate piattamente, senza nessuna velleità ritrattistica, invece, svolgono esattamente la loro funzione “strumentale”.
Un libro preziosissimo da proporre ai bambini piccoli ma purtroppo praticamente introvabile!
P.S. anche la progettazione della copertina e della quarta testimonia che nulla è affidato al caso!