Se parliamo di miti, scegliere un compendio che raccolta numerose storie sembra essere una scelta automatica. Spesso infatti sembra che il desiderio di proporre ai ragazzi i miti greci sia quello di offrire un florilegio di storie varie – di cui si hanno ricordi leggendari – perché i ragazzi “sappiano” quelle storie: poco importa se queste non offrono una visione d’insieme, non indicano gli intrecci che le rendono un’unica grande tradizione o la matrice da cui tutto nacque.
La ricognizione che ho fatto su testi di questo tipo in parte ha confermato la mia impressione di proposte spezzettate poco coese e coerenti, ma si possono fare alcuni distinguo e considerazioni. Tre i testi che analizzerò: Luisa Mattia, I più grandi eroi dei miti greci, Gribaudo 2019, Federica Bernardo, I miti greci, De Agostini riedizione 2019 (prima edizione 2017), Saviour Pirotta, Ai piedi dell’Olimpo. Miti greci, collana Storie e rime Einaudi 2015.
Piano dell’opera.
L’organizzazione dell’indice e dei diversi episodi è un primo punto di valutazione interessante. C’è un piano di organizzazione globale? Le storie seguono un filo cronologico o almeno logico nella disposizione delle storie?
I tre testi scelgono impostazioni differenti. L’edizione Gribaudo sceglie una disposizione in ordine alfabetico: i racconti sono dunque consultabili come se fossero lemmi autonomi all’interno di un’enciclopedia e per questo non sono presenti nemmeno i numeri di pagina (scomodo!). All’inizio di ogni narrazione il personaggio è presentato attraverso una sorta di carta d’identità che fornisce sommariamente alcuni dettagli che permettono una contestualizzazione e qualche spunto intertestuale. Chi sono i suoi genitori? E i suoi figli? Quali divinità gli erano propizie e quali avverse? Le informazioni risultano però esclusivamente funzionali alle lettura dell’episodio narrato: di Odisseo, ad esempio, di cui è riportata solo la vicenda di Circe, si dice «imprese: affronta la maga Circe, che ha trasformato in porci i suoi marinai». Si riporta poi il nome del figlio, Telemaco, ma non si dice niente della moglie Penelope.
L’edizione Einaudi ha un’organizzazione completamente casuale: gli episodi si accostano senza un criterio chiaro. Titoli accattivanti sono anteposti al sottotitolo in cui si esplicita il protagonista del racconto («Il ragazzo che volò troppo vicino al sole. Storia di Icaro»), il che conferma che l’orientamento del testo mira ad un coinvolgimento esclusivamente ludico.
Il grande volume De Agostini sceglie infine un’organizzazione coerente che cerca di seguire il filo cronologico degli eventi: da Zeus contro i Titani fino ad Ulisse e Polifemo. Questa impostazione è quella più accurata e scelta facilmente anche nei testi per adulti più accurati. La sequenza temporale ha il vantaggio di mostrare l’evolversi delle singole situazioni e anche di chiarire le cause remote che determinano poi esiti inattesi. Gli episodi rimangono comunque autonomi e godibili nella loro singolarità. Ampia la sezione delle appendici, con riferimenti alle costellazioni, alberi genealogici, infografica riassuntiva delle guerre degli dei e anche una sorta di catalogo dei diversi eroi (con tanto di stelline, che non mi hanno entusiasmato, ma al contrario la reazione dei ragazzi è diversa!).
La lunghezza degli episodi nei tre testi non è significativamente differente (una decina di pagine ciascuno, anche se l’edizione De Agostini non è in formato tascabile!) e tutti utilizzano frequenti illustrazioni che accompagnano il testo o che occupano pagine intere.
L’esempio di Perseo (protagonista di episodi in tutte e tre le edizioni), figlio di Danae e Zeus. Incipit.
Einaudi: «C’era una volta un giovane, di nome Perseo, che aveva una madre bellissima. Il padre era morto quando Perseo era molto piccolo, e ora lui e sua madre erano soli al mondo. Il malvagio re di quel paesi voleva a tutti costi sposare la madre di Perseo. […] – Lascerò in pace tua madre, ma soltanto ad una condizione. – Qual è questa condizione? – chiese Perseo. Il re sogghignò. – Portami su un piatto la testa della mostruosa Medusa! – Il tuo desiderio è un ordine – disse Perseo».
Gribaudo: «Il re Cefeo era disperato e Cassiopea, sua moglie, lo era più di lei. Lungo la spiaggia di Filistia, di fronte a un mare calmo e azzurro, un piccolo corteo di persone in lacrime si dirigeva verso uno spuntone di roccia. Qui, avrebbero incatenato la loro figlia Andromeda. […] Andromeda, rimasta sola, incatenata alla roccia, pianse e invocò la pietà degli dei. Ma gli dei non ebbero pietà… Ascoltò i suoi lamenti un giovane principe. Si chiamava Perseo e… volava! Non aveva ali, ma indossava magici calzari che gli erano stati donati dal dio Ermes. Con quelli aveva viaggiato per cieli e per mari, fino a raggiungere la tana delle feroci Gorgoni».
De Agostini: «Nel palazzo reale dell’antica città di Argo, Re Acrisio si agitava sul trono, impaziente di conoscere suo figlio che di lì a poco sarebbe venuto al mondo. Aveva grandi aspettative per lui: era certo che sarebbe diventato un sovrano saggio e un condottiero valoroso. Ma sfortunatamente i suoi sogni andarono in frantumi al momento dell’annuncio. “Udita, udite, è nata Danae di Argo!” disse un messaggero a gran voce, dinanzi al re. […] Gli anni passarono e Danae crebbe dolce e bellissima. Zeus, con i suoi infiniti poteri, riuscì a vedere il suo volto dall’Olimpo e se ne innamorò perdutamente».
Lingua e testualità.
Un altro elemento che evidenzia un’ampia gamma di soluzioni è la struttura dei singoli racconti. L’edizione Einaudi sceglie una lingua asciutta, quasi priva di descrizioni, i periodi sono molto brevi e vi è una marcata predilezione per i dialoghi. C’è una certa povertà lessicale e sintattica che predilige la semplificazione; anche i contenuti vengono mediati e snelliti e a volte si trasformano in imprecisioni: le Graie diventano semplicemente streghe, il padre di Perseo si dice morto, ma invece è Zeus!
L’edizione di Gribaudo mostra un maggior equilibrio testuale. I testi sono piacevoli anche se spesso intervallati da brevi riassunti inseriti nella narrazione che sono necessari per recuperare eventi precedenti e fondanti il fatto narrato: di Perseo, ad esempio, si riassume brevemente il suo scontro con le Gorgoni. Le descrizioni sono vivide, la sintassi è semplice, ma non semplicistica, il lessico accurato e i dialoghi ben inseriti nelle parti narrative. I racconti scelgono un singolo episodio nella vita del protagonista e di questo rendono conto (di Perseo, ad esempio, si sceglie l’episodio di liberazione di Andromeda e non lo scontro con Medusa). Il limite rimane la non correlazione esplicita degli episodi: Perseo, ad esempio, appare anche nell’episodio dedicato a Ditti, ma questo legame o è già noto o lo si scopre solo a posteriori.
L’edizione De Agostini è certamente la più completa. La narrazione sfrutta la sua struttura cronologica e invita, implicitamente, ad una lettura completa del volume, perché si evidenzino chiaramente i presupposti allo svolgersi e avvolgersi dei fatti. Il lessico è preciso (è incomprensibile la sola scelta di usare il nome Ulisse, al posto di Odisseo, quando si è utilizzata la nomenclatura greca), la sintassi è varia e non disdegna le ampie volute, alternate a dialoghi e brevi descrizioni. La fedeltà alle fonti più accreditate dei miti è rigorosa. I singoli episodi cercano di coprire sempre l’intera esistenza dell’eroe o del dio, dalla sua nascita (o addirittura dalla nascita della madre!) fino alla morte.
Conclusioni.
Il testo Einaudi cerca, a mio avviso , di rivolgersi a bambini molto piccoli, assecondando forse un’esigenza più genitoriale che infantile, e nel farlo si trova costretto a sorvolare su molti dettagli (Zeus fu un donnaiolo e molti miti ruotano intorno alle curiose modalità di accoppiamento del dio) o a ricondurli a figure narrative comprensibili ai bambini. Il testo che ne risulta è semplicistico e impreciso.
L’edizione Gribaudo è vivace e, sebbene rivolta comunque a lettori in erba (5-6 anni), di piacevole lettura. La struttura narrativa ne fa un’agile enciclopedia, che regala spunti circoscritti, ma accurati, della storia dei principali miti greci.
L’edizione De Agostini è, a mio parere, un’ottima soluzione per chi desideri condividere con i propri figli una lettura precisa della storia mitica. Manca la visione di insieme, ma ogni storia è completa e si presta ad una lettura a puntate più gestibile dai bambini che hanno meno di 8 anni (oltre la lettura è tranquillamente autonoma!). L’edizione è pesante e non permette il facile trasporto, ma lo si potrà godere a letto o sdraiati sul divano.