Durante l’anno appena trascorso all’asilo Saverio ha lavorato, con le sue maestre, sui sentimenti. Mai lavoro è stato più utile e puntuale. Il progressivo prendere forma della personalità del mio piccolo (io sono Saverio!) sta affrontato esattamente questo touchpoint. I sentimenti attraversano il suo cuorino come fiamme a 9.000 gradi: se è arrabbiato i fulmini, le saette, gli tsunami, i terremoti, le eruzioni lo stravolgono, se è triste le lacrime non sono abbastanza, se ha paura non c’è discorso che lo abbindoli, se è felice non c’è spazio che possa contenere l’entusiasmo dei suoi passi, se è curioso non c’è risposta che possa dissetarlo… Le mezze misure non gli appartengono, ma in fondo non sono mai appartenute neanche a me. In questo periodo di rientri, nuovi inizi e ripresa delle abitudini Saverio mostra di essere particolarmente sensibile, sensibile a tutto. Ma ancora prima di imparare a gestire le sue emozioni, credo che Saverio debba capire che è assolutamente normale provarle: che è possibile essere tristi, sconfortati, impauriti, elettrizzati, eccitati, arrabbiati, si possono fare le spallucce, ci si può appassionare. Per questo Emozioni, il libro di Mies Van Hout, è giunto puntuale a riprendere il meraviglioso lavoro dell’asilo, ritematizzando il passaggio che stiamo attraversando.

Il catalogo di moti dell’animo umano costruito dall’autrice e illustratrice olandese ha un potere calamitante dato dal turbinio di emozioni in cui catapulta i lettori, ma anche grazie ai colori, effetto neon, che spiccano sulle pagine nere come la pece. Grazie ad una lettura che può essere mimata e coinvolgente come poche altre (dal momento che, oltre che a interessare occhi e orecchie, muove l’animo), si possono introdurre i diversi stati d’animo rendendoli quotidiani, reali e quindi positivi, e inoltre si possono imparare nuove interessanti parole «Sai cosa significa “spensierato”, Saverio? Che è triste perché non sa pensare, mamma» e sfumature «Ma imbronciato è come triste? Indifferente è felice?». Si può parlare della tristezza, rendendola inoffensiva: «Io quando sono triste piango fortissimo mamma! Beh anche la mamma a volte è triste e piange! Anche tu? Sì, ma si piange anche di gioia: io quando ti vedo che canti all’asilo piango sempre come una fontana».

La scelta degli sfondi neri, uniformi e statici amplifica la percezione sensoriale dell’emozione (per certi versi mi ha molto ricordato l’uso fattone da Madalena Matoso in Quando sono nato) e concentra l’attenzione sui pesciolini, senza fronzoli e discorsi accessori. Specularmente la ricerca di resa cromatica e il lavoro sul segno della parola, nella pagina accanto, completa l’illustrazione fornendo non solo una di indicazione di lettura (il triste si scioglie, il timido appena si legge…), ma rivendicando la sua natura di disegno. L’uso dei pastelli a olio sembra personificare la non nettezza dei moti dell’animo, la loro approssimazione, la loro difficile classificazione, i loro contorni indefiniti. Mi è piaciuta anche la scelta traduttiva del titolo Emozioni in opposizione alla scelta dell’originale olandese Vrolijk ‘felice’: proprio come a contenere tutto.

Una lettura impegnativa se vissuta pagina dopo pagina, ma utile come poche in certi momenti.

Emozioni
Mies Van Hout

42 pagine
Anno: 2011

Prezzo: 16,00 €
ISBN: 9788860660282

Lemniscaat editore
Anobii

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