Non c’è molto da aggiungere a quanto scritto da Melania Longo nell’introduzione al libro di oggi, Paesaggi a caso, anche perché questo progetto - nato durante la pandemia di Covid - è stato accolto con tale calore che gli articoli e la risonanza, nati ma mano il progetto si strutturava, hanno reso onore al progetto stesso.
«Durante la primavera del 2020, dall’isolamento forzato in cui tutti ci siamo ritrovati a causa della pandemia, con Alessandro Sanna abbiamo iniziato a progettare una serie di fughe. […] Smartphone alla mano, la missione era quella di catturare frammenti di oggetti di uso quotidiano, inviarli via e-mail ad Alessandro che, sua volta, grazie le sue invenzioni di segni, li avrebbe trasformati in altri scenari»
Anche in termini di citazioni e di fonti, che sono state la sorgente di questo progetto, è stato detto moltissimo (qui trovate un bell’articolo dell’autrice): io stessa non avrei potuto che citare la Grammatica della fantasia di Rodari e poi David Hume, fino ad Matisse e poi il filosofo James Hillman: l’idea che quel quotidiano, reso trasparente dall’usura dello sguardo, possa illuminarsi di eccezionalità e di straordinarietà. Che forza ha l’arte!
Tutto è stato detto, quindi mi accontento di offrirvi qualche suggestione nata dalla mia lettura di questo testo.
Sicuramente si coglie l’imponenza di quello che è successo nel 2020, ci si accorge come il fatto di dover stare in casa chiusi, forzatamente, abbia messo alla prova la mente, gli occhi e il cuore delle persone.
L’orizzonte al quale siamo stati costretti era limitato e questo ha certamente fatto sì che la domanda del cuore e della mente di ciascuno esplodesse con dolore e si facesse sentire: l’uomo è fatto per grandi orizzonti! Il lavoro di Alessandro Sanna è stato interessante, perché ha offerto agli occhi, grazie all’immaginazione e all’arte, un pertugio per cui guardare con amore un orizzonte che poteva apparire solo asfissiante.
Questa sottile differenza - legata alla ragione della nascita di questo libro - è, a mio avviso, evidentissima: se gli inviti creativi come quello di Rodari o Munari nascevano nella libertà della scelta, in questa operazione di Sanna si sente il peso di un vincolo molto forte, ovvero un momento in cui non potevamo fare altro.
Le 52 foto (ne furono inviate e rielaborate molte di più!) si animano di figurine, personaggi, animali… in movimento, libere… e restituiscono un respiro straordinario a scorci all’apparenza chiusi e immobili, l’arte squarcia con disinvoltura ogni situazione inerte.
L’occhio viene colpito e chiamato ad un esercizio di messa a fuoco: ciò che era orizzontale diventa verticale, ciò che piccolo diventa grande, ciò che è grande diventa piccolo, ciò che conosciamo è irriconoscibile. Coperte, vasi, asciugamani, tende, spugne, lampadari, sacchetti per gli alimenti, lenzuola, divani, testate del letto, tappeti...
Ciò che siamo abituati a guardare da un solito ripetitivo e costante punto di vista e viene trasformato, le foto stesse vengono girate, capovolte… per permetterci di vedere ciò che non vedevano, ma che c’era già.
È interessante vedere come tutto ciò che costituisce l’immaginario dell’artista si riversi in queste pagine: ci sono personaggi letterari e fiabeschi che fanno capolino, ci sono scorci di altri Paesi, ci sono citazioni dal mondo cinematografico e fotografico, echi dalla storia dell’arte, ma c’è anche solo quella quotidianità che allora appariva lontana (feste di matrimonio, vacanze, gite…).
Melania Longo accompagna queste piccole opere d’arte casalinghe con frasi brevi, domande, poche parole che permettono una lettura approfondita e reale di ciò che l’illustratore ha saputo fare.
La sintesi estrema è una virtù: non si è cercato forzatamente di trovare testi poetici (che oggi sembrano piegarsi a progetti di questo tipo), non si è cercato di creare delle storie, ma si è lasciata una suggestione, perché ciascuno potesse riempire quel bianco della pagina - largamente presente - con i propri pensieri e le proprie sensazioni.
«Impara a fare le cose difficili»
«Cielo, perché non cadi?»
«Avvicinati e ascolta»
«Perché dormire se la notte risplende?»
Credo che questo libro, oltre a essere un miliare ricordo di un momento duro per l’umanità, potrà essere un invito forse più leggero a tutti i lettori, grandi e piccoli, a cercare lo straordinario nell’ordinario, perché la sfida non finisce con la pandemia.